Commessi e camerieri resistono alla rivoluzione digitale
di N.T.
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Chi, negli ultimi cinque anni, ha puntato sulla mansione di addetto all’immissione dati per trovare un lavoro ha sbagliato. Il saldo assunzioni-cessazioni per i “data entry” nel periodo 2014-2018 infatti è negativo di oltre 176mila unità. L’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro ha monitorato l’evoluzione del mercato del lavoro, individuando le cinquanta mansioni che nell’ultimo quinquennio hanno registrato una crescita e quali invece si sono contratte.
Sul secondo versante le prime posizioni sono occupate da attività che hanno risentito in negativo dell’evoluzione tecnologica. I data entry calano perché c’è meno bisogno di inserire manualmente i dati nei sistemi informatici, in quanto vengono acquisiti in modo automatico. L’evoluzione dei programmi informatici ha ridotto gli spazi di attività per chi si occupa di videoscrittura, dattilografia e stenografia (-26mila unità) dato che sempre più si possono utilizzare soluzioni che consentono di trasformare il parlato in testo scritto.
La crescita dei conti correnti online e la chiusura degli sportelli bancari sul territorio ha inciso sull’attività dei tecnici del lavoro bancario (-21mila). Male anche gli specialisti in contabilità (-37mila): si tratta di tutte quelle professioni che analizzano e interpretano le informazioni contabili per formulare pareri, preparare indicazioni e proposte su questioni contabili, fiscali e finanziarie, per certificare la correttezza e la conformità delle scritture aziendali alle leggi e ai regolamenti, ovvero coordinano le attività di gestione e di produzione delle scritture contabili. Questa funzione è sempre più delegata a consulenti esterni e sempre meno internalizzata negli organici aziendali. Lo sviluppo delle vendite online, ma anche l’evoluzione del commercio con la preferenza di spazi di vendita medio-grandi, ha falcidiato i titolari di negozi (-89mila).
Quest’ultimo trend ha determinato al contempo la crescita dei commessi delle vendite al dettaglio (213mila) che si collocano in seconda posizione nella classifica delle professioni cresciute di più. Al vertice ci sono gli addetti agli affari generali, che svolgono attività di back office e di agente/assistente/coadiutore amministrativo (+297mila) e tra le prime cinque i camieri (+137mila), gli autisti di mezzi pesanti (+91mila) e gli addetti alla gestione di magazzini e professioni assimilate (+87mila).
Le professioni che sono cresciute sono per lo più a media o bassa qualificazione. Per trovare la prima ad alta qualificazione si deve arrivare al quattordicesimo posto (analisti e progettisti di software, +33mila unità) e poi dalla ventiquattresima alla ventiseiesima dove si collocano i disegnatori industriali, i professionisti della riabilitazione sanitaria e i tecnici esperti di app. L’evoluzione tecnologica non sembra quindi premiare in modo particolare una maggiore qualificazione, mentre tra le prime 25 perdenti se ne trovano ben nove di questo tipo.
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