Compiono 25 anni i bike hotel di Riccione, pionieri di un nuovo turismo
Primi in Italia a costituirsi in associazione, sono stati copiati ovunque anticipando (e sostenendo) l’ondata del cicloturismo
di Mariateresa Montaruli
4' di lettura
Primi in Italia ad essersi costituiti in associazione poi in consorzio, i Riccione Bike Hotels compiono 25 anni. E si festeggiano con una mostra del valenciano Miguel Soro, già ciclista professionista, pittore eclettico appassionato di ciclismo classico che nell'arte ha trasferito i valori vissuti in sella alla bicicletta: “Constancia, trabajo y esfuerzo”. In collaborazione con il Comune di Riccione e con il titolo “Marco Pantani e i campionissimi”, con 17 tele in esposizione a Villa Franceschi, ulteriori 10 negli alberghi aderenti al consorzio, la mostra inaugura il 13 maggio, il giorno prima del passaggio della tappa a cronometro Savignano – Cesena del Giro d'Italia 2023, e chiude il 4 giugno con la presentazione del libro di Beppe Conti “Ercole Baldini, una leggenda italiana”.
Antesignani rispetto a tanti altri consorzi creatisi negli ultimi anni, i Riccione Bike Hotels hanno senz'altro motivo di celebrare quel 7 agosto 1998, la data di fondazione della prima associazione. «Siamo stati il primo esempio di hotel grouping nell'ambito del cicloturismo - ricorda Mariagrazia Nicoletti, vicepresidente dei Riccione Bike Hotel e del consorzio regionale Terrabici, nonché proprietaria dell'Hotel Gambrinus a Riccione -. Un disegno che pareva già scritto: una specie di bike Big Bang cui stavamo, osservatori attenti, assistendo».
Nell'autunno del 1997 un gruppo di giovani imprenditori alberghieri con alle spalle studi appropriati si era unito a un pool di consulenti altrettanto motivati per studiare il prodotto cicloturistico delle isole spagnole e individuarne gli eventuali punti di debolezza.
Il quesito di partenza era: come riproporre sulla Riviera Romagnola, a un passo dai colli dell'entroterra, ciò che gli hotel sulle piste offrivano agli sciatori? Il clima era favorevole: nel 1998 il campione Marco Pantani, di Cesenatico, avrebbe vinto il Giro d'Italia e il Tour de France. Con la sua squadra, il Mercatone Uno, veniva ad allenarsi sugli strappetti appenninici dell'entroterra romagnolo - la famosa frase “Il Carpegna mi basta” resta rappresentativa della morfologia del territorio - alloggiando all'Hotel Savioli Spiaggia di Riccione.
L'operazione hotel grouping scattò con l'invio di un fax a 400 hotel di Riccione. Risposero in 20, presenti al primo incontro, e in 15 si riunirono nella prima forma di associazione, creando con un decalogo che individuava in dettaglio i servizi da offrire. «Cominciammo a creare i depositi per le biciclette – continua Nicoletti – a fare rete per l'acquisto dell'attrezzatura, a cercare le guide (che non esistevano come fugure professionali) nei gruppi sportivi, dandoci tre anni di tempo per far decollare il prodotto. Iniziammo con l'individuare venti percorsi che mettemmo poi a disposizione della Provincia di Rimini per la produzione di cartine, compiendo un'operazione possibile solo qui: quella di ‘ruotare' metaforicamente gli alberghi verso le colline nelle stagioni di mezzo, riorientarli verso il mare da giugno ad agosto».
La stagione 1998 partì lentamente, con pochi numeri e molta preoccupazione. «A settembre – ricorda ancora Nicoletti – arrivò un gruppo di 12 cicliste tedesche. A metà pedalata, un bel giorno, le portammo all'agriturismo La Faggiola, a Macerata Feltria. Per arrivare al casolare bisognava inerpicarsi su una strada bianca in salita, impossibile per le bici da corsa. Ricordo che le portammo su con un camion agricolo e le fotografammo. Quelle foto furono la migliore promozione che potevamo fare al nostro prodotto», già carico di tutti gli ingredienti che ne hanno decretato il successo.
Il passo successivo fu quello di comprare le prime biciclette - Colnago, Eddy Merckx, Fondriest - per accogliere i cicloturisti che arrivavano in aereo, non solo in macchina. Un processo, la scelta del marchio partner, affidato oggi ai singoli membri del consorzio. Contestualmente vennero coinvolte cantine e tappe di degustazione di prodotti tipici, soprattutto olio e formaggi.
Gli ingredienti – e i punti di forza rispetto al prodotto spagnolo – andavano delineandosi: «Offrivano il servizio guide incluso nel prezzo e i percorsi, allargatisi anche alle Marche e alla Toscana, univano storia, enogastronomia e morfologia del territorio adatta a qualsiasi tipo di allenamento».
Primi in Italia, i Riccione Bike Hotels hanno ormai fatto strada, con 600 camere e un tasso di occupazione previsto tra il 15 marzo 2023 e il 15 giugno del 90% quasi totalmente legato al segmento bicicletta. Il modello è stato poi seguito dagli Italy Bike Hotels e dal corsorzio Terrabici che interessa tutto il territorio dell'Emilia Romagna.
Negli anni sono poi nate altre forme di aggregazione come, tra le altre, la Guida ai bike hotel italiani, l’associazione in Alto Adige, quella di Finale Ligure, i Girohotel di Cesenatico, quelli indicati da FIAB, quelli di fascia più alta di Luxurybikehotels, quelli di Ciclosophy e quelli dell’area di Ponte di Legno e Passo del Tonale. Per l'Europa, bisogna invece cercare sul portale Bett und Bike che conta 28 anni di vita e che raccoglie 5.900 indirizzi certificati, ma poi ci sono i siti nazionali per la Francia e per la Gran Bretagna.
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