Completamento Asti-Cuneo: soldi dai rincari della Torino-Milano
Alla fine, l’autostrada Asti Cuneo (A33) verrà completata soprattutto con i rincari dei pedaggi sulla Torino-Milano (il primo tratto della A4). Lo ha confermato il Cipe, che ha dato il via libera definitivo. Ma le condizioni non saranno così favorevoli al gestore (il gruppo Gavio) come era stato inizialmente previsto.
articoli di Maurizio Caprino e Filomena Greco
3' di lettura
Il Cipe ha approvato il piano finanziario (da circa 350 milioni) per costruire il tratto mancante della Asti-Cuneo, quello tra Cherasco e Alba. Negli ultimi giorni sono state sbloccate anche la Ragusa-Catania e l’Agrigento-Caltanissetta. L’operazione che nel breve periodo appare meno onerosa (per lo Stato e/o per gli utenti) sembra la Asti-Cuneo: alla fine, è stato trovato un compromesso che riduce gli incassi del gestore.
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Il cross-financing della Asti-Cuneo
Nella versione del piano finanziario che era stata delineata inizialmente, era previsto che il completamento della Asti-Cuneo fosse finanziato in cross-financing. Cioè soprattutto con il rincaro dei pedaggi sul tratto della A4 che fa capo allo stesso gruppo Gavio (la Torino-Milano), sul quale la concessione sarebbe stata prorogata di quattro anni.
Una soluzione adottata con la motivazione ufficiale che si voleva evitare un pedaggio elevatissimo sulla Asti-Cuneo, forse tale da scoraggiare gli utenti come accaduto per altre nuove opera come la Brebemi (che infatti ha poi praticato sconti, confermati anno per anno) e Pedemontana lombarda: il fabbisogno finanziario sarebbe spalmato su volumi di traffico che non saranno comunque alti. Di qui l’idea di attingere alla A4, i cui volumi consentono profitti consistenti.
Ma, oltre alle polemiche politiche, erano arrivati i rilievi dell’Art (Autorità di regolazione dei trasporti): operazioni del genere potrebbero al limite riguardare autostrade contigue, mentre A4 e A33 non si incrociano.
Il compromesso trovato nella versione ora approvata dal Cipe prevede che il gruppo Gavio rinunci alla proroga della concessione sull’A4, che quindi scadrà nel 2026. Si accorcia anche la concessione per la Asti-Cuneo: dal 2045 al 2031. Quindi per l’attuale gestore sfuma una fetta non trascurabile di ricavi futuri. In compenso, però, è stato aumentato a 880 milioni il valore di subentro da riconoscere al gruppo alla scadenza della concessione: una cifra che potrebbe essere tanto impegnativa da impedire che altri soggetti si presentino alla gara per il nuovo affidamento.
La gara, che sarà bandita nel 2026, riguarderà la concessione di entrambe le autostrade e chi la vincerà inizierà subito a gestire la A4 e dal 2031 la A33.
Le autostrade abruzzesi
Il Cipe ha sbloccato anche il piano finanziario di Strada dei Parchi, che gestisce A24 e A25, le autostrade tra Roma e Abruzzo. Non è l’atto definitivo per risolvere una situazione complessa, in cui occorre adeguare dal punto di vista sismico tutti i viadotti, anche con contributi statali. Il piano ora verrà mandato a Bruxelles e la società deve ancora trovare con il ministero delle Infrastrutture un accordo per evitare un aumento tariffario del 19%, rimasto congelato negli ultimi anni (l’attuale proroga scade il 1° settembre prossimo).
Le altre opere
«Un'altra infrastruttura strategica attesa da molti anni - ha detto il premier Giuseppe Conte - è il collegamento viario tra Ragusa e Catania: anche in questo caso, grazie all'impegno del Mit e di Anas, abbiamo fatto un grande passo in avanti che ci porterà a inizio settembre, a cronoprogramma e aspetti finanziari». Forse solo allora si potrà valutare quanto costerà all’Anas (e quindi allo Stato) l’intervento per subentrare al concessionario privato individuato in precedenza. Anche in questo caso il problema era il volume di traffico, che avrebbe richiesto pedaggi altissimi per ripagare con i soldi degli utenti la realizzazione dell’opera.
«Un'altra buona notizia - riferisce poi il capo del Governo - è l'accordo per superare il contenzioso tra Anas e Cmc che consentirà di riprendere i lavori della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta». «Non ci fermiamo», assicura Conte. «A breve firmerò, come previsto dal decreto "Sblocca-cantieri", i primi decreti per la nomina dei commissari straordinari delle grandi opere infrastrutturali che si trovano tuttora in una fase di stallo. Infine, stiamo procedendo per rendere operativa il prima possibile la struttura di missione "InvestItalia", attraverso cui affiancheremo alle pubbliche amministrazioni un pool di esperti e tecnici al fine di velocizzare ancora di più lo sblocco dei cantieri e ottimizzare l'utilizzo delle tante risorse a disposizione per gli investimenti».
Secondo il premier, nelle ultime due riunioni a distanza ravvicinata (24 luglio, 1 agosto) il Cipe ha deliberato complessivamente «28 miliardi di euro per nuovi investimenti infrastrutturali» e soprattutto «per la manutenzione delle nostre strade e ferrovie, con grande attenzione al Sud».
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