Componentistica auto italiana, fatturato in crescita ( +9%) a quota 56 miliardi
Secondo l’edizione 2023 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2022 le 2.167 del settore hanno impiegato nel settore circa 167.000 addetti e generato un giro d’affari in aumento
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È stata presentata ieri presso l’auditorium del MAUTO l’edizione 2023 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino ed ANFIA.
L’edizione 2023 dell’Osservatorio identifica un universo di poco inferiore a 2.200 imprese con sede legale in Italia. Accanto all’insieme dei produttori di parti e componenti e degli integratori di sistemi e fornitori di moduli, che con gli Engineering e Design, rappresentano sistematicamente il nucleo consolidato della ricerca, sono state evidenziate anche alcune specializzazioni, come il motorsport, l’aftermarket e, negli ultimi anni, la mobilità elettrica e l’infomobilità.
Nel 2022 le 2.167 imprese che compongono l’universo della componentistica automotive italiana hanno impiegato nel settore circa 167.000 addetti e generato un fatturato stimato di 55,9 miliardi di euro. Dopo la ripresa osservata nel 2021, con una variazione ampiamente positiva dei ricavi e una tenuta del numero di addetti, nel 2022 è proseguita la dinamica di crescita del fatturato, seppur in termini più contenuti (+9%), accompagnata da una sostanziale stabilità a livello occupazionale (+0,5%).
Le variazioni positive del fatturato automotive hanno interessato trasversalmente tutti i segmenti della filiera, seppure con intensità differenti: i risultati migliori sono degli Engineering e Design (+17,4%), degli specialisti del motorsport (+14,5%) e dei subfornitori, in particolare quelli delle lavorazioni (+14,2%). Risulta nettamente inferiore alla media quanto registrato dai sistemisti e modulisti (+3,9%), contraddistinti da una variazione negativa dell’occupazione (-3,1%). Il Piemonte resta il territorio con il maggior numero di imprese insediate (33,6%), cui seguono Lombardia (26,9%) ed Emilia-Romagna (10,6%) che, nel complesso, coprono più del 70% del totale. Nel Nord Est si distingue il Veneto (8,9%), nel Centro Italia la Toscana (3,1%) e nel Mezzogiorno la Campania (3,4%).
Alle imprese con sede in Piemonte è riconducibile il 34% circa sia del fatturato, sia degli addetti del settore. Le imprese che nel 2022 hanno dichiarato un fatturato in crescita sono risultate il 72%, a fronte del 22% che ha registrato una riduzione e il 6% che ha rilevato ricavi sostanzialmente invariati rispetto al 2021; ne deriva un saldo tra le dichiarazioni espresse di aumento e quelle di decremento del giro di affari pari al +50%. Per quasi un’impresa su due la crescita di fatturato è stata superiore al 10% e l’andamento positivo ha pervaso tutte le categorie di fornitori.
Dall’analisi degli ambiti tecnologici in cui le imprese operano, emerge una filiera marcatamente attiva nella componentistica “tradizionale”, sia in quanto fornitrice di prodotti e/o servizi destinati a ogni tipo di veicolo, indipendentemente dall’alimentazione (il 63,0%), sia per la specializzazione nella produzione di componenti che caratterizzano i motori a combustione interna (il 40,4%). Per quanto riguarda i componenti e servizi per i nuovi powertrain, l’11,9% risulta attivo nell’elettrificazione, il 6,8% nei sistemi di alimentazione a GPL e a metano e il 4,5% in quelli a idrogeno.
Le tecnologie in tema di connettività e guida autonoma e quelle legate ai servizi di mobilità, riguardano rispettivamente il 6,0% e il 3,4% delle imprese. Il 73,4% delle imprese si posiziona in misura decisa sul mercato dei veicoli dei motori benzina e diesel; a seguire, sul mercato dei veicoli con alimentazioni a metano e/o GPL con il 38,7% delle imprese con posizionamento medio-elevato. La collocazione su veicoli con powertrain elettrici ed ibridi riguarda oggi in misura decisa il 35,4% delle imprese, mentre il posizionamento di rilievo sulle fuel cells riguarda il 20,7%.
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