Comunali, 4 a 2 per il centrodestra. Schlein punta sui ballottaggi, per Meloni sfida interna sul voto di lista
La sfida della segretaria del Pd, alla sua prima vera prova elettorale, è ora ricongiungere ai ballottaggi il “popolo” del centrosinistra separato a livello di leadership
di Emilia Patta
3' di lettura
Vero che in almeno 7 dei 13 capoluoghi andati al voto bisognerà attendere il ballottaggio (Ancona, Brindisi, Siena, Massa, Pisa, Vicenza, Terni) ma quel che si può dire è che al momento l'effetto Elly Schlein non si vede molto. O non si vede ancora. Ed era anche prevedibile, dal momento che in elezioni basate sulla contrapposizione tra due blocchi come sono quelle comunali a pesare nel campo del centrosinistra è il cosiddetto bipolarismo asimmetrico: centrodestra unito quasi ovunque, Pd alleato con il M5s solo in 6 capoluoghi (Pisa, Brindisi, Catania, Latina, Siracusa e Teramo) e con Azione/Italia Viva solo in 3 (Brescia, Vicenza e Ancona).
Per Schlein la vittoria di Brescia
La segretaria del Pd può comunque tirare un sospiro di sollievo a Brescia, dove l’ex assessore del sindaco uscente Emilio Del Bono, Laura Castelletti, vince al primo turno (l’unica altra città conquistata al primo turno è Teramo). Facendo così fallire il proposito di ribaltone della premier Giorgia Meloni, che proprio a Brescia non a caso aveva voluto chiudere una campagna elettorale che ha coinvolto nel complesso 598 comuni.
Le spine di Pisa e Ancona per il Pd
A parti invertite la partita di Pisa, la città di Enrico Letta che Schlein puntava a riportare “a casa” e dove ha fatto il suo comizio di chiusura: qui il centrodestra ha sfiorato di un pelo la vittoria al primo turno. Ne esce male, almeno per ora, il candidato schleiniano Paolo Martinelli, presidente provinciale delle Acli e pacifista appoggiato dal M5s ma non dai centristi del Terzo polo.
Ma soprattutto Schlein rischia di perdere una storica roccaforte come Ancona, altra città su cui aveva puntato Meloni: qui il candidato del centrodestra Daniele Silvetti va al ballottaggio partendo in vantaggio di circa cinque punti su Ida Simonella, assessora uscente della giunta di centrosinistra guidata da Valeria Mancinelli. Vero che al ballottaggio su Simonella potrebbe convergere il M5s, ma in ogni caso mai il centrodestra era arrivato a questo livello di consensi in una città considerata una storica roccaforte rossa.
Nelle città che andranno al ballottaggio il centrosinistra parte invece avanti a Siena, che quindi potrebbe essere strappata al centrodestra vittorioso a sorpresa alle scorse elezioni, e ottiene un buon piazzamento a Vicenza con Giacomo Possamai che tallona a soli due punti di distanza il sindaco uscente Francesco Rucco. «Molti comuni andranno al ballottaggio. Partivamo da una situazione in cui il centrodestra guidava i 2/3 dei comuni al voto e ora siamo a un testa a testa... ora la sfida è unire il centrosinistra al secondo turno», è il bicchiere mezzo pieno che si vede a Largo del Nazareno.
La sfida del ricongiungimento del popolo di centrosinistra
La sfida di Schlein, alla sua prima vera prova elettorale, è dunque ora quella di provare a ricongiungere ai ballottaggi il “popolo” di un centrosinistra separato a livello di leadership. Ad Ancora e nelle città toscane, in particolare, il richiamo contro la destra può funzionare. I conti veri si faranno dunque tra due settimane, e questo spiega la guerra alla legge elettorale per i sindaci sferrata nelle scorse settimane dal centrodestra in Parlamento: con la soglia per accedere al ballottaggio abbassata dal 50% al 40% come da loro proposto molte partite sarebbero già chiuse a loro favore.
Per Meloni sarà importante il voto di lista
La coalizione che sostiene il governo Meloni intanto porta a casa al primo tre capoluoghi: Sondrio, Treviso e Latina (qui il centrodestra si riprende il comune con percentuali bulgare, con il 70% per la candidata Matilde Celentano). Città a cui va aggiunta Imperia, dove è stato riconfermato il sindaco uscente Claudio Scajola con il 60% (l’ex ministro di Forza Italia ha però imposto ai partiti del centrodestra che lo hanno appoggiato di rinunciare ai propri simboli per stare al suo fianco).
I primi dati sul voto di lista sono inoltre confortevoli per la Lega di Matteo Salvini che non a caso è l'unico a parlare in serata: «Grande soddisfazione per la netta crescita della Lega sia in termini di voti che di sindaci e consiglieri eletti». E per la premier il dato da tenere sotto occhio, soprattutto nelle città del Nord un tempo feudi leghisti, sarà proprio il voto di lista: quanto si confermerà ancora vitale sul territorio il Carroccio e se la sua Fratelli d'Italia si confermerà primo partito mantenendo le posizioni delle politiche.
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