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Comunali: Taranto, sfida tra campo largo del centrosinistra e laboratorio del centrodestra

di Domenico Palmiotti

(Marco - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il Pd e il centro sinistra, insieme a Cinque Stelle e Verdi, provano a rafforzare il campo largo di cui più volte Enrico Letta, segretario Dem, ha parlato negli ultimi mesi. Il centrodestra (con la Lega che debutta col nome “Prima l'Italia”) si allea con varie espressioni civiche, apre ad esponenti che vengono dalla sinistra (il candidato sindaco è stato, negli anni scorsi, segretario Pd e nel 2020 si è candidato alle regionali Puglia nel centrosinistra con Michele Emiliano) e prova a costruire quello che ritiene un laboratorio da esportare altrove.

È il senso delle elezioni comunali di Taranto, una delle grandi città del Sud, insieme a Palermo, Messina e Catanzaro, chiamata al voto del 12 giugno. Quattro candidati sindaco, centrosinistra e centrodestra raggruppati in due grandi contenitori, rispettivamente “Ecosistema Taranto” e “Grande Alleanza per Taranto”, 27 liste, nel complesso, ai nastri di partenza. I candidati sindaco sono Rinaldo Melucci, del Pd, sindaco uscente per il centrosinistra; Walter Musillo, ex segretario del Pd anni addietro e ora di area civica per la coalizione che unisce centrodestra (FI, FdI e Lega) e civici di varia estrazione; Massimo Battista, consigliere comunale uscente, e Luigi Abbate, a capo di altri schieramenti. Rispetto alle comunali di giugno 2017, c'é una forte riduzione sia di liste che di candidati sindaco.

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Il centrosinistra per Melucci è stato il primo a presentare tutte le liste, 11. Si tratta di: Partito democratico provinciale, Movimento 5 Stelle, Più CentroSinistra Taranto Emiliano, Partito socialista italian e Partito repubblicano italiano, Europa Verde-Verdi Taranto, CON Taranto, Taranto Crea, Taranto 2030, Taranto Popolare, Taranto Mediterranea e Autonomi e Partite Iva-Eugenio Filograna. Quest'ultimo si era candidato a sindaco per il suo movimento ma nei giorni scorsi ha ritirato la sua candidatura convergendo con una lista su Melucci. Dopo Napoli col sindaco Gaetano Manfredi, Taranto è la seconda città del Sud dove Pd e M5S sono alleati già in prima battuta.

Il centrodestra e i civici per Musillo si presentano invece con 10 liste: Patto Popolare, AT6, Patto per Taranto, Movimento sportivo, Insieme, Taranto Davvero, Noi con l'Italia, Prima l'Italia, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Tre liste anche per Battista: Una città per cambiare, Taranto città normale e periferie al centro. Tre, infine, per Abbate. I consiglieri comunali da eleggere sono 32. Alcune liste, però, hanno presentato un numero inferiore di candidati.

A Taranto il Consiglio è decaduto da metà novembre perché 17 consiglieri su 32 hanno presentato dimissioni anticipate. Attualmente in Municipio c'é un commissario, il prefetto Vincenzo Cardellicchio. Tra i 17 dimissionari, oltre ai consiglieri di opposizione, diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra che sostenevano Melucci, presenti anche in giunta, e che poi si sono uniti in blocco col centrodestra.

L'idea di un cartello alternativo a Melucci è nata a Taranto attraverso lo stesso Musillo, il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, e il consigliere regionale Puglia, Massimiliano Stellato, che in Regione è rimasto col centrosinistra e con la maggioranza del governatore Michele Emiliano ma a Taranto sta col centrodestra. Il varo dell'alleanza civici-centrodestra è avvenuto a febbraio a Roma con i coordinatori regionali pugliesi (e parlamentari) di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.

In quanto ai candidati sindaco dei principali schieramenti, Melucci propone un piano in continuità col lavoro fatto, puntando sul rilancio in chiave turistica, di nuova economia, cultura, ripresa della città vecchia e grandi infrastrutture come le linee bus elettriche veloci. Musillo propone la ricucitura della città tra centro e periferie, il miglioramento delle aree periferiche, pari opportunità in termini di servizi per tutti i cittadini indipendentemente dal quartiere di residenza, una nuova gestione dei rifiuti.

Battista e Abbate, invece, puntano molto sulla chiusura delle fonti inquinanti in relazione all'ex Ilva. Tema caldo dello scontro tra Melucci e Musillo, è il ruolo del governatore Emiliano su Taranto.

Per Melucci, il rapporto con la Regione è fondamentale. Per Musillo, il governatore condiziona e detta le scelte sulla città. E sulla fabbrica dell'acciaio sia Melucci che Musillo dicono si alla decarbonizzazione della produzione (Musillo, però, la riteneva inizialmente solo uno slogan). Melucci chiede che la decarbonizzazione sia inserita in un accordo di programma col Governo che affronti sostenibilitá, valutazione di impatto ambientale e sanitario, occupazione, bonifiche, nuovi rapporti tra azienda e città. Musillo chiede la certezza dei fondi sulla decarbonizzazione.

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