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«Con Berlusconi si chiude la seconda Repubblica»: polemica su Calenda

Barelli (Fi): Calenda chieda scusa a Silvio. La replica: sulle mie parole comprensibile nervosismo degli azzurri

(ANSA)

3' di lettura

«Torna presto», «ti aspettiamo», «forza Cavaliere!». Sono solo alcuni dei messaggi di solidarietà arrivati dal mondo della politica a sostegno di Silvio Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per un’infezione polmonare causata da una leucemia mielomonocitica. Se, come c’era da aspettarsi, gli esponenti di tutta la maggioranza hanno manifestato affetto e vicinanza al Cavaliere, meno scontata è la pioggia di auguri giunta da parte delle forze di opposizione.

Calenda: si chiude la seconda Repubblica

La polemica è scoppiata, però, per le dichiarazioni del leader di Azione Carlo Calenda che, nel corso della trasmissione “Tagadà” su La7, ha detto: «Penso che sia la chiusura di fatto della seconda Repubblica. La seconda Repubblica è Berlusconi, nel bene e nel male. Non ho mai creduto alla sua successione. E questo ha anche aspetti positivi, vedi i conflitti di interesse. Si chiude un pezzo di storia. Ma la vita è più larga della vita. È stato un leone, anzi, è un leone».

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Forza Italia: Calenda chieda scusa

Dura la reazione di Forza Italia: «Carlo Calenda chieda scusa perché non ha il diritto di entrare nel merito della storia di un uomo, di un grande uomo che ha fondato un grande partito, Forza Italia, a servizio del Paese e degli italiani. Nessuno di Forza Italia parteciperà a un dibattito con lui presente, finché non chiederà scusa. Si concentri piuttosto sulla sua esperienza politica» dice il presidente dei deputati azzurri, Paolo Barelli. Dello stesso avviso il senatore Maurizio Gasparri, che ha attaccato il leader di Azione definendolo uno «studente distratto» che non ha imparato «i principi fondamentali dell’educazione», e ribadendo come «Silvio Berlusconi darà ancora a lungo un contributo alla politica italiana».

Critiche arrivano anche dal deputato di Azione-Iv Roberto Giachetti: «Le parole di Carlo Calenda su Berlusconi sono davvero pessime. Capisco l’indignazione di Barelli».

La replica: non devo chiedere scusa

«Ma scusa di che cosa? Capisco il nervosismo e lo scuso, ma non c'è stata una singola espressione meno che rispettosa e ben augurante da parte mia verso Berlusconi» ha risposto su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda, replicando al capogruppo di FI alla Camera Barelli.

In un’intervista a La Stampa Calenda ha fatto gli “auguri” a Berlusconi spiegando che «ha rappresentato una storia grande, una storia di parte, che dall’altra parte ha generato una reazione eguale e contraria», «uno schema sbagliato. Noi vogliamo superarlo».

«Sulle mie parole comprensibile nervosismo Fi»

Calenda è poi tornato sulla polemica per dire che si tratta «più una fibrillazione dovuta a nervosismi e retroscena. Quella di Paolo Barelli è una reazione priva di fondamento ma capisco che siano in un momento di grande nervosismo ed è del tutto comprensibile: se c’è qualcosa che gli è dispiaciuto me ne scuso».

E ancora: «Io ho detto che è un leone e che gli auguro di tornare il più presto possibile in famiglia. Non ho detto che è la fine della seconda Repubblica», ha ribadito Calenda sottolineando che a domanda della giornalista «ho risposto che se Berlusconi si allontanasse dalla politica sarebbe la fine della seconda Repubblica perché l’ha rappresentata nel bene e nel male». Insomma «credo che abbiano un nervosismo comprensibile» ma «le mie parole - ha aggiunto - sono sempre state non solo rispettose ma anche di augurio, a differenza di altri leader dell’opposizione che non hanno detto nulla». E questo «penso che sia un grave errore: quando una persona e un avversario sta male - ha spiegato - penso vada data sempre la massima solidarietà. Poi figuriamoci, io ho avuto mia moglie con la leucemia...». Ad ogni modo «spero che Berlusconi torni a casa il primo possibile» e in lui «riconosco il coraggio che ho definito da leone e il fatto che è un combattente - ha concluso - non mi pare ci sia nulla da adombrarsi, sembra che tutto questo rimonti a nervosismi interni a Forza Italia».

Ma il leader di Italiaviva ha sentito la necessità di tornare sulla polemica microfoni del Tg1 Mattina: «Io ho detto solamente che a Berlusconi auguro di tornare a casa il prima possibile. È stato un leone: ho usato le stesse parole che ha usato suo figlio. E tuttavia sono stato attaccato da tutta Fi: credo più per agitazione per il momento attuale che per qualcosa che ho effettivamente detto. Non sono riusciti a citare qualcosa che ho sostenuto di non appropriato, anche perché in questi frangenti l’unica cosa che uno può dire è augurare alla persona che sta male il meglio. Io ho avuto mia moglie con la leucemia, quindi figuriamoci se non simpatizzo per il Presidente Berlusconi, ci mancherebbe».

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