Con Elio D'Anna a Mykonos. Dove la vacanza inizia decidendo cosa non portare in valigia
Una cucina che unisce ricci isolani, Giappone e Perù. Le spiagge e lo shopping made in Grecia o internazionale. Tutto il bello di vivere la perla delle Cicladi
di Laura Leonelli
4' di lettura
Quando le vedo arrivare sui tacchi e osservo il loro incedere sicuro per i primi due metri di strada, dico “non ci siamo”. Siamo a Mykonos e devo ammettere che quelle splendide creature dal passo di fenicottero, in equilibrio precario sui gradini di una vecchia stradina greca, si pentono subito, si tolgono il sandalo- stiletto e proseguono a piedi nudi. Molto più chic. A Mykonos il dress code sembra semplice, ma non lo è, perché saper scegliere e indossare quel mix di tessuti naturali, effetto usato anche se nuovi, come se vestissimo così tutti i giorni, come se passassimo qui tutto l'anno, è un virtuosismo di pochi.
Trascorrere una vacanza sull'isola (per me) più bella delle Cicladi, diversa da ogni altra, inizia così, pensando a cosa non portare in valigia. E se poi non vogliamo neppure portare le valigie e preferiamo iniziare la vacanza rinnovando il guardaroba, andiamo dritti da Al Giga, solo designer greci per uomo e donna, solo colori bianco, nero e sfumature di écru. Per l'azzurro, il blu, il viola, il verde mi tuffo nelle acque del mare, per il giallo, l'arancione e il rosso aspetto il tramonto, e per il rosa c'è l'alba dopo una lunghissima festa insieme ai migliori dj europei.
Sono arrivato a Mykonos nella seconda fase della mia vita, quella legata al mondo dell'arte. Prima, nella fase hippy, quando ho vinto una borsa di studio a 16 anni, quando a 17 ho lasciato casa, quando sono diventato musicista, polistrumentista, compositore, e quando suonavo in tutto il mondo, ero appunto altrove. Poi a 27 anni, cioè nove anni fa, ho trasformato la mia società musicale in una società di PR, House of Luxury, che a sua volta ha dato origine a HOFA, House of Fine Art, una delle prime 15 gallerie al mondo, 100mila follower, artisti come Jeff Koons, Banksy, Damien Hirst e insieme a loro un'altra trentina di nomi in esclusiva. Abbiamo esordito in una piccola galleria che, all'epoca, ci costava 30mila sterline l'anno di affitto. Oggi siamo in Berkeley Square, spese decisamente più alte. Solo per dare una coordinata in più, al numero 17 di questa piazza è nata il 21 aprile 1926 la Regina Elisabetta: era a casa del nonno, il Conte di Strathmore e Kinghorne. Avrei potuto fermarmi qui, ma con il mio carattere è difficile, e allora nel 2018, insieme a mia moglie, ho lanciato Artcels, dedicata ai giovani collezionisti che vogliono investire nel mercato dell'arte. Quota base da 450 sterline, pacchetto minimo di azioni per partecipare all'acquisto di una compilation di artisti da 1 milione di sterline, HOFA rivende e distribuisce gli utili agli investitori.
A un certo punto, lo ammetto, ho sentito il bisogno di riposarmi e sette anni fa sono arrivato a Mykonos. Riposarmi? Forse, perché invece di prendere il sole, fare surf, godermi il primo, secondo e terzo aperitivo della giornata ho aperto un albergo, il Trinity Mykonos, collezione di sette suite, ognuna con la sua piscina e una bellissima vista sul mare. E ho aperto una nuova sede di HOFA, su una delle strade più eleganti dell'isola, Panachrantou. Due le mostre dell'estate: dal 1° al 20 luglio, Millennials, e ci saranno Banksy, Josh Sperling, Yoshimoto Nara e Jonas Wood, e dal 1° al 20 agosto Curated, una serie di eventi espositivi per sostenere giovani talenti.
A Mykonos la giornata è istinto e natura. Il risveglio è in libertà, una lunga colazione e via verso una delle spiagge che punteggiano gli oltre 80 km di coste, tra rocce, calette e mezze lune di sabbia bianca. Comincerei dalla spiaggia di Tarsanas, a meno di quindici minuti dalla chora, cuore antico dell'isola. L'indirizzo è l'Alemagou Beach Bar and Restaurant: in greco alemàgou vuol dire finalmente. Finalmente un'atmosfera rilassata, eclettica, molto eco, lontana da tutto, ma con quel carattere cosmopolita che si spinge fino allo stile di Tulum. Un'alternativa? La spiaggia di Kalafatis e il pranzo sicuramente è da Spilia, un fantastico ristorante tra le rocce di Agia Anna. Pesce ovvio, ricci di mare anche, aragoste perché no.
Prime luci della sera, ma potrei anche cominciare qui una delle mie tante giornate greche, e sono già da Scorpios per il sunset ritual e, con bicchiere di vino bianco freschissimo, ascolto musica, balliamo, e so che qualcuno avrà voglia di dare un'occhiata allo Scorpios Bazaar.
Una tunica di Caravana, creata in Messico dagli artigiani diretti da Jacopo Ianniello, ma perfetta per i colori delle rocce dell'Egeo e il bianco delle case che sfidano il sole, oppure un sandalo di Verdura con materiali riciclati, o ancora una borsa di rattan di Stelar, o magari un bracciale di Elena Estaun. Volessi regalare qualcosa di più importante andrei da Nikos Koulis, vincitore nel 2020 del GEM Award in Jewelry Design, e non avrei dubbi: sceglierei qualche meraviglia dalla collezione Oui, brillanti, smeraldi e smalto nero. Vicino a me sento qualcuno che si domanda “cosa metto questa sera?”. Messaggio chiaro, andiamo da Soho-Soho: Dior, Givenchy, Emilio Pucci, Alexander McQueen, c'è tutto.
Giusto due notizie di cronaca per ricordare che il fascino di Mykonos non è storia recente. Nel 1939 sbarca sull'isola Le Corbusier e il suo monito è chiarissimo: non sei un architetto, se non studi le case di Mykonos. E testualmente: “Qualunque cosa voglia dire l'architettura, è stato già detto qui”. Vent'anni dopo, nel 1961, appaiono Jacqueline Bouvier Kennedy e sua sorella Lee Radziwill, precedute negli incroci del destino da Aristotele Onassis e Maria Callas. Poi altri arrivi, Grace Kelly, Mick Jagger, Elizabeth Taylor e Richard Burton, Rudolf Nureyev. Quindi, dopo una breve uscita dalle rotte più glamour negli anni Ottanta, il ritorno sulla scena e nell'agenda del “round the clock people party”. Visto che parliamo di agenda, aggiungo altri due indirizzi per iniziare bene la serata, Coya, ristorante peruviano, e poi Cavo Tagoo, nella cornice di uno dei più sontuosi hotel a cinque stelle lusso dell'isola.
Non mi perdo certo il sushi di Zuma, magari uno dei capolavori di Rainer Becker, un sashimi di branzino, con yuzu, tartufo e uova di salmone. La terrazza sul mare è magnifica, musica in sottofondo, non si sente nemmeno il ticchettio dei tacchi. Avvisate, ragazze, sandali bassi ed espadrillas.
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