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Con i fondi del Pnrr per il Comune di Teramo un futuro da smart city

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di Michele Romano

I progetti a Teramo. In alto il biodigestore, che sta sorgendo a Carapollo, un investimento da 28 milioni di euro.

3' di lettura

Trasformare Teramo in una città moderna, sostenibile e intelligente: è il progetto ambizioso di Gianguido D’Alberto, il sindaco che cinque anni fa, al momento dell’insediamento, si è trovato di fronte a una situazione particolarmente critica. «La città era alle prese con le conseguenze del sisma del 2016 e 2017, usciva da una crisi politica permanente che l’aveva portata al commissariamento, era stata colpita da diverse calamità naturali che si erano succedute nel corso del tempo – ricorda oggi - e che necessitava di un processo di ricostruzione materiale, coniugato a una rigenerazione urbana, economica e sociale». Il percorso per fare di Teramo una smart city è partito proprio nel 2018 e, in questi cinque anni, l’amministrazione ha investito moltissimo in termini di risorse sul binomio ricostruzione-rigenerazione, mettendo in atto una ricucitura del territorio, riconnettendo centro e frazioni, potenziando i servizi digitalizzandoli, coinvolgendo nelle scelte strategiche i cittadini, l’università, i centri di ricerca e le associazioni, per un investimento che, solo per il comune, è di 240 milioni di euro, un quarto dei quali provenienti dai fondi del Pnrr.

Sono diversi gli obiettivi già raggiunti e i riconoscimenti ottenuti soprattutto in tema di ambiente e gestione del ciclo dei rifiuti. L’ultimo rapporto di Zero Waste Europe, la rete europea di comunità, ha riconosciuto Teramo come il primo capoluogo di provincia in Italia per la raccolta differenziata. Sulla scia c’è “Teramo città circolare”, che punta a superare il concetto di città intelligente, promuovendo competitività economica, riqualificazione e sostenibilità ambientale, inclusione sociale. E poi ancora il progetto di Sviluppo Urbano sostenibile, che ha portato a interventi particolarmente qualificanti e fra questi la demolizione dei palazzi Adamoli e Salvoni, propedeutica alla rifunzionalizzazione del Teatro Romano di epoca augustea («Vogliamo valorizzare le nostre principali vocazioni, prima fra tutte quella culturale») e la riqualificazione del percorso ciclopedonale presso il parco fluviale. A questi si aggiunge la redazione del Pums, che «rappresenta lo strumento principe della pianificazione strategica, attraverso una visione organica della mobilità sostenibile».

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Il fiore all’occhiello è il biodigestore, che sta sorgendo a Carapollo, un investimento da 28 milioni di euro con i fondi del Pnrr, «una svolta epocale, che trasformerà quest’angolo d’Italia in uno dei punti più all’avanguardia a livello nazionale nel trattamento dei rifiuti»: l’impianto tratterà 35 mila tonnellate l’anno di Forsu (frazione organica del rifiuto solido urbano) proveniente dalla raccolta differenziata, che potrà essere integrata con residui da attività agricola; il gas prodotto sarà essere convogliato nella rete cittadina, impiegato come biocombustibile per autotrazione o destinato alla produzione di energia elettrica attraverso un cogeneratore. «Il valore aggiunto di questo progetto – aggiunge D’Alberto – sta anche nella riqualificazione dell’area dove sarà ospitato l’impianto e dove insiste oggi l’ex inceneritore».

Teramo è stata appena riconosciuto al primo posto tra i medi comuni del Sud e Isole del “City Vision Score”, il ranking che valuta il livello di intelligenza delle città italiane. Il sindaco però guarda avanti, sfoglia un lungo elenco di progetti in cantiere e due gli stanno particolarmente a cuore. Il primo riguarda la rigenerazione del complesso di edilizia residenziale pubblica di via Longo, «fondamentale per dare un’ulteriore risposta alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione», da finanziare sfruttando la complementarietà tra il Fondo per lo sviluppo e la coesione e il Pnrr: il progetto è stato presentato alla Regione Abruzzo a valere sul Fsc per un totale di 15 milioni rispetto ai 17 milioni di costo complessivo dell’intervento. Ha l’obiettivo di creare spazi pubblici di qualità, che diventino «luogo d’incontro e di rinnovata socialità per gli abitanti e per la vita del quartiere». Il secondo progetto riguarda la riqualificazione del vecchio stadio comunale, situato nel centro storico di Teramo: «Una struttura che rischiava di diventare un contenitore vuoto – sottolinea il primo cittadino - e che invece verrà restituito alla città grazie a un finanziamento di 7,4 milioni di euro del bando delle periferie».

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