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Calcio, con Leao e Tonali il Milan passa anche Verona. Lo scudetto ora è a 4 punti

Sono emersi i due giocatori attualmente più rappresentativi di questo giovane gruppo: Rafael Leao e Sandro Tonali, schierato da Pioli in posizione più avanzata

di Dario Ceccarelli

Serie A, il Milan tiene l'Inter a -2

4' di lettura

La diciamo o non lo diciamo? Meglio non dirlo, soprattutto in un campionato come questo dove ogni partita sembra sempre più “decisiva “ delle altre. E poi invece è ancora tutto da rifare.
Però dopo questo Verona-Milan (1-3), in cui i rossoneri sono passati dalla città di Giulietta come un vento di tramontana, si può cominciare a dire qualcosa di più preciso, anche se non di definitivo.
Intanto che Stefano Pioli, col suo giovane Milan, la squadra meno pronosticata attrezzata per il titolo, non solo adesso è a quattro punti dallo scudetto ma è anche entrato a pieno titolo nella storia rossonera. D'ora in poi infatti nessuno potrà dire che Verona è “fatale” al Milan.

Il nuovo Milan

Lo è stata ai tempi di Nereo Rocco e Arrigo Sacchi, due pilastri indimenticabili, ma figli di un altro tempo, di un altro secolo, che non si può sempre tirare in ballo per parlare del presente. “Non lasciare che il tuo passato determini il tuo destino” ha detto un vecchio saggio (Confucio) che Pioli deve aver seguito con profitto visto come il Milan, in questi ultimi due anni, è riuscito a sovvertire facili pronostici in un periodo non facile della sua vita societaria. Battere il Verona, squadra in gran forma che ha già sgambettato il Napoli, non era facile. E non lo era soprattutto dopo la facilità con cui l'Inter si è sbarazzata dell'Empoli, un 4-2 arrivato in rimonta ma con una determinazione e una perentorietà che non concedono sconti.

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Un’Inter vecchia maniera

Un'Inter vecchia maniera, un po' pazza, ma anche irresistibile, con quel Lautaro che ha realizzato 11 reti nelle ultime 11 partite. Non era facile. Per la pressione psicologica, per la giovane età dei milanisti. E poi perchè è quando il gioco si fa duro che bisogna dimostrare di aver le carte in regola. E il Milan, in un ambiente molto caldo (anche se con 16mila tifosi al seguito), c'è riuscito con la maturità della grande squadra che non si disunisce quando, nel primo tempo, va sotto di un gol (Faraoni). A quel colpo, che in altri tempi, anche recenti, avrebbe potuto essere “fatale”, il Milan ha replicato continuando a macinare il suo gioco.

E qui sono emersi i due giocatori attualmente più rappresentativi di questo giovane gruppo: Rafael Leao, sempre più incontenibile nelle sue discese; e Sandro Tonali, schierato da Pioli in posizione più avanzata, che proprio a Verona ha festeggiato il suo 22esimo compleanno. Questo potente combinato disposto (Leao -Tonali) ha schiantato la squadra di Tudor, già messa all'angolo fin dall'avvio. La doccia fredda del gol veronese, non ha cambiato granché il copione. Sia il pareggio (fine primo tempo) che il raddoppio subito alla ripresa sono scaturiti proprio da perforanti discese di Leao concluse due volte in rete dallo stesso Tonali.

Un altro gol, sempre di Tonali, era stata annullato per fuorigioco nel primo tempo. Il 3-1 arrivato grazie a un perfetto diagonale di Florenzi ha solo arrotondato la vittoria. Ora il Milan deve stare in guardia. Anche se si è rimesso in tasca i due punti vantaggio sull'Inter, che è in realtà un +3 considerando gli scontri diretti, il Diavolo ha davanti a sé due ostacoli non banali.

Le prossime partite

Domenica prossima a San Siro l'Atalanta; e quella successiva a Reggio Emilia il Sassuolo.L'inter invece va a Cagliari e poi ospiterà la Sampdoria a San Siro. Mancano ancora due curve ma già si fanno i calcoli. In particolare se il Milan domenica prossima (ore 18) batte l'Atalanta. In questo caso l'inter (in campo alle 20.45) per restare in corsa deve assolutamente vincere a Cagliari. Un pareggio o una sconfitta, le sarebbero “fatali”. Si vedrà. Fare troppi calcoli, in questo derby infinito, ha sempre portato fuori strada. L'Inter comunque ha un “problema” in più: la finale di Coppa Italia mercoledì all'Olimpico contro la Juventus.

Per i bianconeri, la Coppa è ultimo appiglio per salvare una stagione da dimenticare. L'Inter, che non la vince da 11 anni, dovrà sudarsela, sapendo che pochi giorni dopo si gioca anche le ultime chances dello scudetto. E il Napoli? Da quando è tagliata fuori dallo scudetto, la squadra di Spalletti si è trasformata in una macchina da guerra. Non perdona. Soprattutto in trasferta. Anche col Torino, che ultimamente non scherza, una botta e via. Il terzo posto è blindato, ma quello che è capitato ai partenopei quest'anno è un caso da studiare. Anche Freud avrebbe avuto dei problemi. Soprattutto a capire le tortuose metafore di Spalletti. Forte la sua è una rara e inconscia allergia allo scudetto. Una sindrome non nuova per gli allenatori di De Laurentiis

Calcio femminile: la Juventus si riscatta

Chissà Allegri che invidia. Mentre la Juventus di Bonucci e Vlahovic non sa più a che santo votarsi, la Juventus femminile continua a mietere successi. Battendo sabato il Sassuolo, le ragazze bianconere sono riuscite a vincere cinque scudetti di fila.

Un'impresa mai riuscita nella storia della serie A femminile. Son tempi duri per il povero Allegri, costretto a rincorrere la Coppa Italia per salvare una stagione fallimentare. La donna è mobile, canta il Duca di Mantova nel Rigoletto. La Juve del conte Max invece rimane sempre lì. Immobile.

Giro: bye bye Ungheria

Con lo sprint vincente di Mark Cavendish (160esima in carriera) si conclude il week end magiaro della corsa rosa. Già questo lunedì 9 il Giro ritorna in Italia per il suo primo giorno di riposo prima di affrontare martedì 10 l'impegnativa scalata dell'Etna con l'olandese Mathieu Van Der Pole in maglia rosa seguito a 11 secondi dall'inglese Simon Yates. La zampata di di Cavendish, velocista stagionato (36 anni, 16 centri al Giro) non si discute. L'inglese, che ha preceduto con facilità Demare e Gaviria, è tornato ai suoi antichi splendori. La tappa però è stata una deliziosa scampagnata, tra folle plaudenti, sui dolcissimi declivi del lago Balatan. Ritmi da gita col cestino. Tutto molto bello, mancava solo un picnic con gulasch e un bicchierino di rosè. Ma il ciclismo è un'altra cosa.

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