Con «Luiss Enquirer» spazio a un modello formativo interdisciplinare
Il rettore Andrea Prencipe: «Il passaggio è dall’insegnamento all’apprendimento, con gli studenti come attori protagonisti del loro percorso di studio»
di Redazione Scuola
1' di lettura
Un modello di studio che vuole integrare diversi settori didattici, spingendo gli studenti ad andare oltre al proprio campo di conoscenza. È questo alla base del modello definito Enquiry-Based Learning della Luiss e che è stata presentato a Milano, un progetto che vuole da un lato integrare diverse competenze specialistiche e dall’altro applicarle con esperienze sul campo, sviluppando capacità indispensabili nella individuazione di soluzioni a problemi reali.
Le parole del rettore
«L’Enquirer è il profilo ideale del laureato Luiss, è importante essere in grado di cambiare idea di fronte a evidenze empiriche. Noi sosteniamo che le conoscenze non si trasmettono, ma soprattutto si acquisiscono e si coproducono, si generano. Il passaggio è dall’insegnamento all’apprendimento, con gli studenti come attori protagonisti del loro percorso di studio», ha spiegato Andrea Prencipe, rettore dell’Università Luiss.
Gli altri partecipanti
A discutere sul modello proposto, tra gli altri, Stefano Barrese, responsabile divisione banca dei territori di Intesa Sanpaolo, che ha sottolineato come in Italia vi siano molte realtà imprenditoriali leader nel mondo. «Vedo tante piccole o medie aziende che sono leader nel mondo nel loro settore. Anzi, dovremmo trovare un’alternativa al termine Pmi, perché noi abbiamo tante Ferrari, piccole aziende che sono eccellenze uniche al mondo», ha detto Barrese.
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