Con Masterpiece la fiera d’arte ed antiquariato debutta online
La versione web pone riflessioni sul futuro del settore, la pandemia ha reso necessari cambiamenti soprattutto a livello normativo che permettano al settore di riposizionarsi con successo
di Nicola Zanella
5' di lettura
La fiera d'arte ed antiquariato Masterpiece , appuntamento fisso dell'estate londinese, per la prima volta si è tenuta interamente online segnando così un esordio assoluto per le manifestazioni del settore a differenza, invece, delle fiere dedicate all'arte moderna e contemporanea, che da fine marzo hanno invaso il web con svariate Viewing Room virtuali a partire da marzo con Art Basel Hong Kong in poi.
Tra i 136 espositori presenti anche varie gallerie italiane tra cui da Roma Alessandra di Castro e Valerio Turchi, entrambe specializzate in antiquariato, e il gioielliere Fabio Salini. Da Milano, invece, Robertaebasta rinomata per il design d'autore, Massimo de Carlo per l'arte contemporanea, la storica gioielleria di via Montenapoleone Sabadini e la galleria antiquaria Scultura Italiana di Dario Mottola
La colonizzazione del digitale da parte dell'antiquariato – anche se Masterpiece propone un'offerta che spazia dall'archeologia greco-romana all'arte contemporanea, dai gioielli alla pittura rinascimentale – è una sfida assolutamente cruciale per il settore visto l'esigenza di espandersi verso nuovi target sia geografici che anagrafici e, soprattutto, per il bisogno di sopperire con canali di vendita alternativi alla cancellazione di fiere e biennali di settore, inizialmente programmate nei prossimi mesi. Per capire quanta strada l'arte antica debba ancora fare per posizionarsi al meglio nel canale online un dato è abbastanza esemplificativo: due fiere leader del proprio segmento come ArtBasel (Arte moderna e contemporanea) e Tefaf (Arte antica e oggetti da collezione) possono vantare, nelle loro ultime edizioni “fisiche”, un numero paragonabile di visitatori, ma la loro penetrazione sui social network è totalmente sbilanciato a favore della prima visto che su Instagram l'hashtag #Artbasel è stato condiviso 3 milioni di volte contro le sole 71mila dell'hashtag #tefaf.
Come detto una delle sfide per il mercato dell'arte antica è quella di essere preparato al ricambio generazionale del proprio collezionismo, così che il sistema possa prosperare negli anni a venire; in linea con questa necessità, durante Masterpiece è stata formalizzata la creazione del Young Collectors Club, aperto a collezionisti fino ai 45 anni e che accoglie al momento un'ottantina di membri ed ha tra i suoi obiettivi incontri bimestrali per gli associati e l'obiettivo ambizioso di stimolare e in qualche modo formare una nuova generazione di collezionisti. Non a caso quindi, la piattaforma utilizzata per la Viewing Room di Masterpiece è Artsy (le opere rimarranno visibili fino all'8 luglio, anche se la fiera ufficialmente si è svolta dal 22 al 28 giugno) che, come dichiarato dal direttore di Masterpiece Philip Hewat-Jaboor, offre una base di collezionisti molto forte e nella maggior parte dei casi orientati verso l'arte contemporanea, quindi il marketplace ideale per raggiungere nuovi target ed incentivare il crosscollecting, parola sempre più ricorrente quando si parla di strategie su come espandere il mercato dell'arte. Masterpiece ha saputo adattarsi in modo piuttosto innovativo al virtuale e per non tradire uno dei suoi punti forti ossia un vetting di qualità e molto approfondito, il processo di verifica dei lavori esposti è stato riadattato per potersi svolgere da remoto. Il vetting Committee di Masterpiece composto da 130 esperti ha valutato circa 4.500 opere d'arte basandosi sulle loro fotografie e, soprattutto, su documenti e certificati. La maggior parte dei lavori è stata chiaramente accettata e a testimonianza dell'accuratezza del processo uno degli esperti ha riattribuito l'appartenenza di uno dei manufatti in esame. Hewat Jaboor afferma di voler mantenere in parte il processo di vetting online anche per le prossime edizioni, dopo aver rilevato dei miglioramenti, soprattutto nelle tempistiche
Le vendite
Sono state soddisfacenti fin dal primo giorno, quando ad esempio la galleria Piano Nobile di Londra ha piazzato sei opere in un range di prezzo dalle 35.000 sterline per un olio su tela di Vanessa Bell datato 1951 fino alle 350.000 sterline per un dipinto del 1906 di Walter Sicker t: “The Studio: Painting of a Nude”, entrato a far parte di una collezione europea. Tra gli espositori che più hanno puntato sul dialogo tra epoche e stili differenti, utilizzando la ceramica e il vetro come trait d'union, vi è Adrian Sassoon sempre da Londra, che ha presentato una selezione di opere che spaziano da una zuppiera in porcellana Vincennes del 1750-52 ai vasi dell'artista giapponese Takashiro Kondo creati quest'anno e venduti in vari esemplari in un range di prezzo intorno alle 8.000 sterline. Le vendite in generale risultano ben distribuite tra i vari settori della fiera: una chaise longue del 1960 firmata George Nakashima e proposta dall'espositore olandese Morentz è stata acquisita da una collezione europea per 84.000 sterline. Ha trovato un acquirente anche un modello in alabastro del tempio di Ercole Vincitore di scuola italiana del 1810 circa venduto da Thomas Coulborn & Sons e proposto a 40.000 sterline. Tra le vendite più rilevanti di ritrovamenti archeologici si registra quella di un Elmo Corinzio in bronzo risalente al VI secolo A.C e venduto da ArtAncient ad un collezionista britannico per 56.000 sterline.
Bene anche il versante dell'arte contemporanea in cui la powerhouse Hauser & Wirth ha trovato compratori per vari lavori di Luchita Hurtado (1920), Keith Tyson (1969) e Phyllida Barlow (1944) quotati intorno alle 80.000 sterline, con una scultura e un lavoro su carta di quest'ultima acquisiti da un'importante collezionista australiano; probabilmente agevolato nel poter visitare la fiera con click, invece, che dopo 20 ore di volo. Uno dei limiti che pone l'online alla fruizione di opere d'arte è l'appiattimento dell'esperienza, soprattutto per un target di collezionisti probabilmente più avvezzo a muoversi tra le sale degli Uffizi che tra le icone di Artsy quindi per rendere più coinvolgente il tutto nei giorni di Preview è stato organizzato un tour virtuale guidato su ZOOM dallo stesso Philip Hewat-Jaboor dove alcuni tra i lavori più significativi di Masterpiece sono stati approfonditi e contestualizzati, tra questi una scultura che raffigura la testa di una divinità di epoca romana, risalente al II secolo D.C. e proposta da Alessandra di Castro.
Fondo per gli antiquari
Cosa succede in Italia tra arte antica e mondo digitale? La stessa Alessandra di Castro, nel ruolo di presidente dell' Associazione Antiquari d'Italia è tra chi nel nostro paese si sta battendo per rendere competitivo il settore nell'era digitale, soprattutto, proponendo migliorie al quadro normativo di riferimento.Attualmente in esame alla Commissione Bilancio della Camera nella speranza che lo porti a votazione al più presto c'è un testo di legge presentato dall'onorevole Paolo Lattanzio in cui si chiede l'istituzione di un fondo di 2 milioni di euro che sostenga lo sviluppo digitale degli antiquari, così che possano affrontare in modo più strutturato l'e-commerce, canale di vendita in questo momento basilare visto il periodo di chiusura delle gallerie durante il lockdown, le limitazioni negli spostamenti internazionali e la cancellazione della maggior parte delle fiere di settore in programma quest'anno. Perchè l'e-commerce di beni artistici possa veramente svilupparsi è però necessario un contesto legislativo favorevole. Un primo passo fondamentale è l'applicazione della legge Franceschini n.124/ 2017 che giace in parte sospesa a causa di un decreto successivo il n.305/ 2018. L'attuazione di questa legge permetterebbe agli antiquari di esportare più facilmente opere di valore autocertificato inferiore ai 13.500. Altro strumento fondamentale con vantaggi non solo commerciali ma anche burocratici è il passaporto elettronico per le opere d'arte la cui operatività è subordinata all'istituzione dell'anagrafe della circolazione internazionale (articolo 9 del decreto ministeriale 246/2018). L'applicazione di queste norme non intaccherebbe il livello di tutela del patrimonio artistico da parte dello Stato italiano, ma come nota di Castro permetterebbe di sfruttare al meglio le piattaforme di vendita online dando un'opportunità ad antiquari che rischiano di non sopravvivere.
Conclusioni
Ecco, che l'immagine di un busto neoclassico diventi virale nei social network quanto un'infinity room di Yayoi Kusama sarà impresa ardua, ma capolavori senza tempo sopravvissuti a guerre, terremoti e pandemie c'è da scommettere conserveranno intatto il loro fascino anche nell'era digitale, ed i buoni risultati dell'edizione virtuale di Masterpiece sono un segnale incoraggiante in questa direzione.
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