Con oltre 40 milioni, Sapienza prima per investimenti in ricerca green e innovativa
La misura grazie al Recovery Plan e cofinanziata dall'Ateneo, aprirà 437 nuove posizioni per ricercatori e dottorandi in collaborazione con imprese italiane e straniere
di Redazione Scuola
2' di lettura
Grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo per il programma “React-Eu” (acronimo inglese per “Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori dell'Europa) compreso all'interno “Recovery Plan”, la Sapienza mette a bando 117 nuove posizioni di ricercatore a tempo determinato e 320 ulteriori posti di dottorato, supportati da altrettante borse di studio, per lo sviluppo di progetti di ricerca e innovazione nei due settori strategici per la ripresa dopo la pandemia da Covid-19: quello dell'innovazione e delle tecnologie abilitanti e inclusive e quello del “green”, declinato come conservazione dell'ecosistema, sviluppo sostenibile e inclusivo, difesa della biodiversità, lotta al cambiamento climatico, diffusione dell'economia circolare, riduzione delle emissioni di CO2.
Interscambio tra mondo della ricerca e quello produttivo
La misura, varata dal Mur (Dm 1061/2021 e 1062/2021) lo scorso mese di agosto, intende favorire la diffusione di un approccio di maggiore interscambio tra il mondo della ricerca e il mondo produttivo, attraverso l'attivazione di percorsi di dottorato e progetti di ricerca su tematiche transdisciplinari, inerenti la “tween transition” che permea il piano di rilancio post-pandemico Next Generation Eu e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).La pubblicazione dei bandi è stata resa possibile grazie all'assegnazione dei finanziamenti europei del ministero dell'Università e della Ricerca che per la Sapienza arrivano a circa 30 milioni di euro, ma anche grazie all'importante investimento dell'Ateneo che cofinanzia la misura per ulteriori 11,2 milioni di euro.
La rettrice: «Opportunità unica»
«Si tratta di un'opportunità unica che si traduce, in numeri, nel reclutamento di un totale di 437 giovani, tra ricercatori e allievi dei percorsi dottorali, per l'80% su tematiche green e per il restante 20% su quelle legate all'innovazione - spiega la rettrice Antonella Polimeni - È un segnale importante che conferma l'impegno del primo ateneo romano e del più grande ateneo in Europa, in settori strategici per lo sviluppo e per il rilancio del Paese, nell'ottica di superare il gap mondo della ricerca e mondo imprenditoriale».
I bandi
I bandi prevedono che i giovani ricercatori e gli allievi dei percorsi dottorali dovranno concludere il proprio percorso mettendo alla prova sul campo le competenze acquisite nel triennio di ricerca, all'interno di un'impresa in Italia o all'estero per periodo compreso tra un minimo di 6 e un massimo di 12 mesi. I progetti proposti sono stati tutti condivisi con imprese di grandi, medie e piccole dimensioni, tra le quali – per citarne solo alcune - Leonardo, Thales Alenia Space, Eni, Merck, Bridgestone, NextChem. Numerosi sono anche i progetti che saranno sviluppati in collaborazione con le start up di Sapienza (oggi oltre 45), tra le quali alcune in forte crescita e in fase di scale up grazie anche ad investitori italiani e stranieri. Questa opportunità permetterà di rafforzare le capacità di ricerca dell'ateneo su temi chiave per il futuro, al fine di collaborare in maniera più efficace con il mondo delle imprese e per fare squadra tra i diversi gruppi di ricerca cogliendo l'essenza transdisciplinare della doppia transizione.
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