Con “Oltre Dafne fermare Apollo”, le battaglie delle donne contro la violenza
In mostra manifesti, volantini e foto per raccontare le lotte dell’Udi, le sfide e le conquiste
I punti chiave
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Dalla modifica del diritto di famiglia alla tutela della madre lavoratrice, dal diritto di voto alla libera diffusione dei mezzi di controllo delle nascite, alla legge Merlin: 21 immagini di cronaca, di sfide, di conquiste e di diritti delle donne italiane di quasi 80 anni. Il percorso è raccontato nella mostra allestita a Roma nell’ex Complesso del Buon Pastore. Titolo: “Oltre Dafne fermare Apollo. Immagini di storia e cambiamento in Italia”. Sono esposti tutti i manifesti dell’Unione donne in Italia (Udi), storica associazione femminista, testimonianze delle conquiste e delle frenate nei diritti delle donne dal dopoguerra a oggi.
Ancora troppi casi di violenza contro le donne
«La mostra - spiega Vittoria Tola, segreteria Udi - nasce per ricostruire una lunga storia attraverso materiale particolari come i manifesti, i volantini e foto per raccontare le lotte delle donne dell’Udi contro la violenza maschile nel nostro paese. Lo facciamo partendo da lontano, da un mito classico, coinvolgendo scuole, studenti ed insegnanti per costruire insieme momenti di riflessione anche attraverso un concorso. Perché vediamo ancora quotidianamente troppi femminicidi, troppi casi di violenza domestica, troppi stupri, una narrazione tossica che non solo non consegna verità alle vittime ma troppo spesso rappresenta una vittimizzazione secondaria».
Lo spunto della mostra è il mito di Apollo e Dafne
L’idea della mostra prende spunto dal mito di Apollo e Dafne, la bellissima ninfa che per sfuggire ad Apollo che voleva possederla chiede aiuto ai genitori e viene trasformata in un albero di alloro. Perché bloccare Dafne e non fermare Apollo che la insidiava? Si chiede l’Udi che ha promosso l’evento, insieme a Fondazione Pangea Onlus, nell’ambito dei progetti del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio. Un richiamo «a quanto sia radicato il concetto di violenza nella nostra cultura. Quanto la società patriarcale ha provato costantemente a tenere la donna in condizione di subalternità anche attraverso la violenza». La mancanza del consenso di Dafne dovrebbe indurre gli uomini a capire che non possono esercitare nessun potere e nessuna violenza sulle donne. Partendo dal mito classico, spiegano le organizzatrici, la mostra vuole far capire quanto è radicato il concetto di violenza sulla donne nella nostra cultura. Quanto la società patriarcale ha provato costantemente a tenere la donna in condizione di subalternità anche attraverso la violenza. «La violenza contro le donne è antica quanto il mondo, ma nessuno pensa mai di raccontarla perché molti non la riconoscono e molti pensano che sia “naturale e conveniente». Al contrario è un sistema di potere che si tramanda nei secoli e che rimane pervasivo anche nella nostra epoca ma che dobbiamo prevenire e fermare».
Approfondimenti immersivi grazie al Qrcode
Il percorso espositivo è composto da 21 pannelli - ognuno corredato da Qrcode per poter accedere ad approfondimenti testuali e visivi - manifesti e video. Il visitatore è guidato da una ’Linea del Tempo’ che segna le leggi e i fatti importanti dagli anni ’40 a oggi. Si comincia dal 1945, con il decreto legislativo n. 23 sul diritto di voto alle donne con più di 21 anni che scheda “le patentate” (sono escluse le prostitute). Si arriva al 2020 quando il Parlamento italiano ha approvato la convenzione dell’Ilo contro le molestie sui posti di lavoro. In mezzo tante conquiste: dall’ammissione della donna ai pubblici uffici e nella magistratura (1963), al rapimento e al rifiuto del matrimonio riparatore di Franca Viola (1965), all’istituzione dei consultori familiari (1975), al massacro del Circeo (1975), alla parità di trattamento sul lavoro fra uomini e donne (1977), alle nuove norme contro la violenza sessuale (1996), alla ratifica della Convenzione di Instanbul (2013).
Un concorso per le scuole
Affianca la mostra un concorso per le scuole dal titolo “Fermare Apollo” per favorire la conoscenza e la consapevolezza violenza contro le donne. Il concorso si rivolge a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e agli universitari. Gli elaborati in concorso potranno preferibilmente essere: la riscrittura di un capitolo del manuale di storia relativa al periodo affrontato dalla mostra con confronto tra i due testi e commento; la realizzazione di una piccola indagine tra persone di varia età sulla conoscenza della storia raccontata dalla mostra; una lettera scritta o un'intervista immaginaria a una o più donne presentate nella mostra o all'associazione; la drammatizzazione di una situazione che faccia riferimento a un aspetto della storia delle lotte femminili per la piena cittadinanza. Gli elaborati possono essere prodotti in forma scritta o attraverso la realizzazione di podcast (durata massima 10 minuti) o video (durata massima 15 minuti). L'invio degli elaborati dovrà avvenire entro il 30 settembre 2021 all'indirizzo mail oltredafneprogetto@gmail.com. Allo stesso indirizzo potranno essere inviate domande di chiarimenti e di informazioni.Al concorso si può partecipare in forma individuale o collettiva.In forma individuale indicando nome, classe, scuola di appartenenza, insegnante di riferimento.Per la forma collettiva andranno indicati tutti i nomi delle/dei partecipanti, classe/i, scuola/scuole di appartenenza e insegnanti di riferimento. Il Comitato Scientifico, formato da 7 componenti, avrà il compito di selezionare i migliori lavori prodotti dalle scuole. I premi per i primi 5 classificati saranno di 300 euro ciascuno in buoni libri. La premiazione delle vincitrici e dei vincitori e la presentazione dei migliori lavori realizzati dalle studentesse e dagli studenti sarà comunicata venerdì 8 ottobre 2021. La premiazione venerdì 15 ottobre 2021.
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