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«Con rete unica focus dalla parità di accesso si sposta alla parità di qualità»

A fare il punto il presidente dell'Organo di Vigilanza sulla rete di Tim, Gianni Orlandi, in vista dei cambiamenti in arrivo

di Simona Rossitto

In piedi Gianni Orlandi, presidente dell'Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Tim

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le prospettive sul futuro della rete di accesso di Tim, con le opzioni di co-investimento, separazione dell'infrastruttura e creazione di un unico network con Open Fiber «richiederanno una ristrutturazione dei presidi di vigilanza e controllo delle regole di settore». Lo afferma, in un'intervista a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) Gianni Orlandi, presidente dell'organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Tim.

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Facendo un bilancio a oltre 10 anni dalla costituzione dell'Organo e in vista dei cambiamenti in atto, «il passaggio da un operatore infrastrutturale dominante e verticalmente integrato a un operatore unico wholesale – spiega Orlandi - rende certamente superata la problematica della garanzia di parità di trattamento, ma sposta l'attenzione sulla questione riguardante la ‘parità' di qualità della rete associata al rispetto dei programmi di sviluppo della copertura Ftth della stessa». L'OdV è nato nel 2009 dall'esigenza, in primis, di garantire la parità dell'accesso alla rete di Tim degli operatori alternativi come Vodafone o Wind.

D opo 13 anni dalla costituzione dell'Organo e vari contenziosi, alla luce dei cambiamenti in arrivo, a che punto è la realizzazione della parità di accesso agli altri operatori ?

Ritengo che la parità di accesso sia l'obiettivo di un processo che nella realtà è in continua evoluzione, perché evolvono le dinamiche dei processi di assurance e provisiong. Gli interventi regolamentari Agcom e le azioni imprese da Tim nel corso degli anni sono state rivolte all'obiettivo di equivalence, e sono state certamente superate le disparità nei più svariati ambiti. Ma l'elemento rilevante, a mio avviso, è che gli strumenti regolatori di equivalence hanno permesso di rilevare gli ambiti nei quali era necessario intervenire. Il monitoraggio continuo funge quindi da controllo, ma non solo. A mio avviso l'attività dell'Organo di vigilanza ha svolto anche un ruolo di stimolo a comportamenti virtuosi di parità. Le azioni in questi anni, sono state molteplici. L'Odv ha condotto un attento monitoraggio dei processi di governo della rete con lo scopo di assicurare la parità di trattamento tra Tim e gli operatori alternativi. Un‘azione concreta e incisiva che ha portato, diverse volte, a formulare raccomandazioni a Tim riguardo alla necessità di apportare alcune modifiche migliorative dei processi di delivery e assurance, prontamente recepite dalla società, con il risultato di rafforzare la tutela della non discriminazione nella fornitura dei servizi infrastrutturali. È un'azione di miglioramento continuo che, se il regolatore intenderà continuare ad avvalersi di questo modello, potrà certamente portare altri risultati positivi in futuro. L'OdV sarà «certamente pronto a dare tutto il supporto necessario a garantire gli interessi del mercato e del Paese, anche nei mutati scenari che si delineeranno prossimamente.

Quali le maggiori criticità sulle quali lavorare?

Le criticità che restano sono associate al fatto che le reti, oggi come non mai, sono in accelerata evoluzione verso la banda ultra larga. Affinché l'azione di miglioramento continuo del sistema infrastrutturale possa svilupparsi in maniera efficace ed efficiente occorre mantenere una vigilanza attiva, capillare e costante di tutti i processi di delivery e assurance e, soprattutto, seguire attentamente le dinamiche che necessariamente questi processi adotteranno per adattarsi a uno scenario industriale e regolamentare in continua evoluzione, per verificarne l'adeguatezza. La competenza tecnica specifica e l'esperienza acquista dall'OdV in questi anni torneranno utili proprio per far fronte a queste nuove sfide.A

Alla luce dell'offerta di Tim per co-investire e soprattutto della possibilità di rete unica che ruolo potrebbe avere ancora l'Organo di vigilanza?

Certamente l'evoluzione degli scenari regolamentari impone anche una evoluzione del ruolo e dell'impegno dell'Organo di vigilanza. Le prospettive sul futuro della rete di accesso (separazione strutturale, coinvestimento) richiederanno una ristrutturazione dei presidi di vigilanza e controllo delle regole di settore. Il passaggio da un operatore infrastrutturale dominante e verticalmente integrato a un operatore unico wholesale rende certamente superata la problematica della garanzia di parità di trattamento, ma sposta l'attenzione sulla questione riguardante la "parità" di qualità della rete associata al rispetto dei programmi di sviluppo della copertura Ftth della stessa. Oggi, come nel futuro prossimo, i diversi servizi sono forniti su una infrastruttura geograficamente disomogenea in termini di disponibilità di ultrabroadband, proprio perché in evoluzione. Un operatore infrastrutturale in monopolio di fatto, seppur non verticalmente integrato, potrebbe non sentirsi incentivato a investire quanto necessario per garantire un rapido sviluppo della rete FTTH in tutte le aree del Paese, e soprattutto investire in manutenzione preventiva per garantire la disponibilità e una omogeneità del livello qualitativo delle connessioni, coerente con l'infrastruttura disponibile. Un organo di vigilanza, con le sue competenze tecniche specifiche dei processi, potrebbe coadiuvare le Autorità per assicurare il monitoraggio e il presidio di questi aspetti.

Anche il rapporto con Agcom, l'Autorità di garanzia nelle comunicazioni, sarà oggetto di trasformazione?

Il rapporto con l'Autorità è stato sempre molto proficuo. Grazie alla piena indipendenza e all'autonomia della sua azione, l'OdV si è rivelato un valido alleato dell'attività regolatoria dell'Autorità, ed ha assunto, di fatto, la funzione di braccio operativo tecnico-regolatorio dell'Agcom sui temi di non discriminazione e parità di trattamento. La trasformazione sarà inevitabile, perché gli scenari sono e saranno diversi da quelli che nel 2008 portarono l'Italia, pioniera in Europa, alla sua costituzione. Per il futuro l'OdV sarà certamente pronto a dare tutto il supporto necessario a garantire gli interessi del mercato e del Paese, anche nei mutati scenari che si delineeranno prossimamente. Il rapporto di collaborazione con Agcom, già solido oggi, a mio avviso non potrà che rafforzarsi.

Quali gli obiettivi che l'Organo di vigilanza si pone per il 2022?

I prossimi mesi ci vedranno impegnati nel prosieguo delle attività di vigilanza secondo tre direttrici principali: il monitoraggio sulle prestazioni dei processi di delivery e assurance dei servizi di rete offerti da Tim agli operatori alternativi; le attività ispettive presso le unità operative territoriali di Tim per accertare il rispetto della parità di trattamento nei processi di delivery gestiti da Tim Wholesale; la vigilanza sulla trasparenza delle informazioni offerte al mercato, cioè la verifica della pubblicazione dei piani tecnici sulla qualità della rete e sullo sviluppo della rete ultrabroadband.

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