Con Roberto Mottola di Amato nel Golfo di Napoli. Seguendo la rotta delle regate
La mattina, l'oasi faunistica di Vivara e un tuffo alle Fumarole di Ischia. Nel pomeriggio, shopping a Positano. La sera, cena con vista ad Anacapri.
di Bianca Ascenti
5' di lettura
Il periodo dell'anno che prediligo, per rifugiarmi nella bellezza delle isole del golfo di Napoli, è quello di fine stagione, quando i colori si fanno vividi e i borghi si svuotano dei turisti, riappropriandosi della loro genuina bellezza. Seguo idealmente la rotta della Regata dei Tre Golfi, pietra miliare delle regate offshore, che ha inaugurato la Rolex Capri Sailing Week 2021.
Aperta a multiscafi, barche d'epoca ma anche a barche con soli due membri di equipaggio, è giunta alla 66esima edizione ed è stata la prima con partenza al tramonto, tra le mille luci del lungomare di Napoli. Rimane nel cuore di chi vi partecipa anche solo una volta, perciò inizierei dal capoluogo campano e dallo storico Circolo del Remo e della Vela Italia (di cui Mottola è presidente dal 2007, ndr), che organizza l'evento e dal quale parte la flotta: fondato nel 1889 nel porticciolo di Santa Lucia e immediatamente riconoscibile grazie ai colori (rosso e blu) del suo guidone, il Club è da sempre il simbolo della signorilità partenopea, caratterizzata da un'elegante semplicità. Aperto ai suoi soci e a quelli dei circoli gemellati, è la location ideale per un drink o per un'ottima cena, serviti nella ventilata terrazza o all'interno, circondati dalle numerose coppe che gli atleti dell'Italia hanno vinto nei secoli. Il mio piatto preferito sono gli spaghetti con peperoncini verdi e pomodoro, ma la scelta è ampia.
Da lì salpiamo verso Procida, Capitale della Cultura 2022, e la Corricella, il borgo più caratteristico de L'isola di Arturo: le case basse e colorate, i pescherecci in fila al porto e l'atmosfera rustica ne fanno un posto meraviglioso, non ancora stritolato dal turismo di massa. Vedere l'alba che sorge dietro il Vesuvio da Palazzo d'Avalos (ex carcere) è qualcosa di indimenticabile, ma merita certamente una visita anche l'isolotto di Vivara, un'oasi floro-faunistica che si raggiunge percorrendo a piedi la condotta dell'Acquedotto Campano. Il ristorante che consiglio è Da Mariano alla Chiaiolella, per gustare gli spaghetti con le cicarelle (le pannocchie), innaffiate dallo sfuso d'Ischia servito in caraffa.
Anche Ponza, finita la stagione estiva, riacquista la sua naturale bellezza e il porto – con la caratteristica forma semicircolare – torna a essere il tranquillo ormeggio per pescherecci pensato da Francesco Carpi, allievo del grande Luigi Vanvitelli: una passeggiata sulla banchina, tra i ristoranti e i negozi tipici è imperdibile, ma l'isola ha davvero tanto altro da offrire. Una passeggiata sulla celebre spiaggia di Chiaia di Luna, ad esempio, per ammirare il sole che tramonta dietro Palmarola (magari bevendo un cocktail sulla terrazza dell'omonimo hotel), o un'immersione e una visita alle Grotte di Pilato, appena prima del porto, dove i Romani allevavano le murene. Se avete dubbi per la cena, L'Aragosta è sempre una certezza.
Da qui ci spostiamo a Ischia: in barca, consiglio di sostare nella rada di Carta Romana, che abbraccia una splendida baia, con il Castello Aragonese in primo piano (ottimo il ristorante Giardino Eden, fronte mare). Sulla terraferma, Lacco Ameno, Forio e Sant'Angelo sono i posti che prediligo: il primo, a ridosso dell'incantevole baia di San Montano e del parco idrotermale di Negombo, è l'ideale per chi vuole passeggiare o immergersi nella cultura, visitando Villa Arbusto dove è custodita la “Coppa di Nestore”, con l'iscrizione in greco più antica del Mediterraneo. A Forio, invece, è d'obbligo visitare la Chiesa del Soccorso, ricca di ex voto di marinai e gli incantevoli giardini de La Mortella, creati da Lady Walton, che raccolgono oltre 3mila specie di piante esotiche. Per cena la scelta è tra la terrazza del ristorante-hotel Umberto a Mare, una delle più suggestive dell'isola, e quella affacciata sulla baia di Citara della trattoria Da Peppina di Renato. Il pesce trionfa nella cucina ischitana, ma non tutti sanno che il piatto tipico è il coniglio, spesso cucinato in umido. Sant'Angelo è un vero gioiellino, ma off limits d'estate per il numero di turisti: la Spiaggia dei Maronti, incastonata in una maestosa baia, è tra le più belle d'Italia e, nel tratto finale, detto Le Fumarole, l'acqua termale si mantiene a temperature talmente alte da consentire un tuffo anche in pieno inverno! Da lì salpate (o prendete un water taxi) fino alla baia della Scarrupata, dove consiglio di assaggiare l'originale insalata di limoni.
Quando la flotta sfiora Sorrento è un peccato non fare un salto a terra: per un soggiorno in grande stile c'è un solo nome, il Grand Hotel Excelsior Vittoria: una sontuosa dimora che sorge sopra la vecchia sede dei Canottieri Italia, di cui conserva, in bella vista, l'incisione. Dalla sua terrazza con vista mozzafiato si sono affacciate le più celebri star internazionali. A Nerano non manco mai di fermarmi da Maria Grazia per gli spaghetti con gli zucchini inventati, peraltro, da un mio prozio... Il luogo del cuore? L'incantevole Baia di Ieranto, oggi proprietà del FAI, secondo Plinio fu lì che Ulisse incontrò le sirene. Bisogna scarpinare per arrivare alla cinquecentesca Torre di Montalto, ma ne vale la pena: difficilmente dimenticherete la vista che spazia da Capri a Punta Campanella fino alla Costiera Amalfitana.
Doppiando le isole de Li Galli (di proprietà della famiglia Russo e non visitabili), siamo davanti a Positano, il borgo più autentico e raffinato che esista, aggrappato come un presepe alla scogliera: regno della moda e dell'artigianato, è l'ideale per comprare maioliche (Ceramica Assunta), bikini all'uncinetto, camicioni con le tipiche applicazioni in merletto (Antica Sartoria Positano, La Bottega di Brunella) e i celebri sandali fatti a mano (Nanà, La Botteguccia). Personalmente acquisto i miei costumi da bagno, che peraltro disegna mia moglie, la designer internazionale Allegra Hicks, alla boutique dell'hotel Le Sirenuse, di proprietà della famiglia Sersale che, nel 1951, decise di trasformare la propria casa in un albergo di charme: in assoluto uno dei più eleganti e raffinati del mondo. Da non mancare l'aperitivo al Franco's Bar, impreziosito da numerose opere d'arte e con affaccio a strapiombo sul paese e su Li Galli.
La flotta si dirige a questo punto sulla linea di arrivo a Capri, la più nota e frequentata delle isole del golfo. Io preferisco isolarmi ad Anacapri, nella terrazza dell'Hotel Caesar Augustus per abbracciare con lo sguardo il panorama che spazia dai Bagni di Tiberio fino al Vesuvio. Difficile staccarsi da quella vista, ma all'ora di cena, attirato dal profumo irresistibile del pollo al mattone, dei ravioli con caciotta e maggiorana e della torta caprese, cedo al richiamo del ristorante Da Gelsomina.
loading...