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«Con sonde e Pc studiamo mari e oceani»

Porta la firma di Ett di Genova il portale Emodnet che osserva e analizza le acque attraverso 800mila sensori e 6mila piattaforme sparse nel mondo

di Raoul de Forcade

(Gorodenkoff - stock.adobe.com)

4' di lettura

Ottocentomila sensori sparsi nei mari di tutto il mondo che mandano segnali a 6mila piattaforme di acquisizione dati. E una nuova piattaforma informatica che, all’insegna dell’internet of things (Iot), riesce a far comunicare fra loro tutte le altre e a raccoglierne e analizzarne i dati, rendendoli fruibili per monitoraggi e modelli previsionali. Insomma, una sorta di osservatorio dei mari e degli oceani del globo, in grado di essere usato anche in chiave di sostenibilità ambientale.
Questa struttura, che si chiama Emodnet physics (dove l’acronimo sta per European marine observation and data network), nasce da un progetto Ue ed è stata creata a Genova dall’azienda Ett, guidata da Giovanni Verreschi. Il quale ora sta mettendo a punto, grazie all’esperienza di Emodnet, un servizio informatico avanzato a supporto della navigazione turistica e da diporto nel Mar Ligure.
Verreschi, classe 1967, è un ingegnere elettronico con un dottorato di ricerca in bioingegneria e robotica. Nel 2000, con uno spinoff universitario, insieme a Enrico Pittaluga fonda Ett, azienda che oggi fattura 22 milioni di euro, vanta una forza lavoro di 200 persone e ha quartier generale nel capoluogo ligure e sedi a Roma, Milano, Ancona, Pescara, Palermo, Napoli, Lugano e Londra. La società svolge il ruolo di general contractor nella consegna, chiavi in mano, di sistemi informativi complessi e impianti comunicativi esperienziali, ad esempio quelli dei musei che associano un’offerta culturale tradizionale e percorsi virtuali. Gli ambiti di competenza di Ett sono su patrimonio turistico, culturale e paesaggistico, formazione, edutainment, comunicazione corporate, allestimento di spazi e corner, data management e data mining. E poi design, storytelling e tecnologie all’avanguardia che vengono utilizzate per creare connessioni tra luoghi e persone attraverso, appunto, l’immersione in spazi virtuali. Inoltre, in ambito smart city, l’azienda è attiva nella progettazione di sistemi informativi per aumentare l’efficienza dei servizi e dei processi di governance e nella gestione e analisi dei big data. «Sempre in un’ottica di sostenibilità», afferma Verreschi. Il quale racconta di come Ett abbia iniziato a lavorare «con gli enti pubblici locali, a partire dalla Provincia di Genova. Grazie alla flessibilità del software e all’adattabilità a diversi contesti applicativi le nostre piattaforme si sono affermate come provider di altre Provincie e Regioni italiane. A fare la differenza è stato il fatto che, col nostro sistema, ciascun ente, pur mantenendo il proprio linguaggio, ha potuto dialogare con i sistemi degli altri enti. Nel 2007, poi, è diventato nostro cliente il ministero del Lavoro, per il quale abbiamo realizzato la gestione delle comunicazioni obbligatorie. Prima di quel momento tutto viaggiava per raccomandata e parliamo di 20-25 milioni di comunicazioni l’anno. Ho calcolato che, grazie al nostro sistema, ci sia stato un risparmio, quanto a carta, consulenti del lavoro, impiegati utilizzati per l’invio delle raccomandate, ore di lavoro, di 6-7 miliardi. Ed eliminando la carta abbiamo anche aiutato la sostenibilità ambientale».
Tra 2008 e 2009 Ett diversifica «e sviluppa la parte media, che si dedica, tra l’altro, all’esigenza di cambiamento nata nei musei, che vogliono trasformarsi da tradizionali in esperienziali. La prima commessa acquisita – prosegue Verreschi – è stata la digitalizzazione del Museo del mare di Genova. Poi abbiamo fatto il progetto per l’Ara Pacis a Roma, quello per il cenacolo vinciano a Milano e quello per la Galleria dell’Accademia di Venezia». Da queste esperienze arriverà anche l’apertura di una branch a Londra e la realizzazione in Uk, nel 2015, della mostra sulla Magna Charta.
Nel frattempo, Ett ha sviluppato competenze nell’ambito smart city «e nel 2010 ci siamo aggiudicati - dice Verreschi - insieme ad altri partner, il progetto Emodnet physics, di cui Ett è coordinatore e tecnico, che comporta una forte specializzazione nella realizzazione di sistemi per il monitoraggio dei dati dei mari. Emodnet physics è uno dei sette progetti tematici del programma European marine observation and data network ed è un tender del ministero delle Politiche marine dell’Ue: ha l’obiettivo di realizzare un portale dei dati fisici dei mari a livello europeo». Ett ha appena ottenuto in concessione la gestione e l’utilizzo dell’osservatorio genovese per ulteriori due anni, dopo i primi 10. «I dati che raccogliamo – chiarisce Verreschi – attengono alle proprietà dei mari e degli oceani: temperatura e salinità dell’acqua, correnti, trasparenza, livello delle maree ma anche vento e rumore sottomarino. Emodnet offre accesso gratuito ai dati, sia in Europa che in altri continenti, rendendo disponibili le informazioni in tempo reale tramite stazioni marine o come serie storiche archiviate fin dall’inizio del ’900. Con la nostra piattaforma mettiamo a sistema i dati di 6mila piattaforme informatiche Iot, che raggruppano 8oomila sensori nel mondo. Arrivando, dal sito emodnet-physics.eu, sulla mappa dei sensori dislocati nei mari del mondo e cliccando su uno di questi, si apre un popup e si visualizzano i dati storici di quel sensore. Dati che possono servire per monitoraggio ma anche per creare modelli previsionali, anche per meteorologia, traffico marittimo e stato di salute del mare». Sull’onda dell’esperienza Emodnet, Ett ha dato vita, con un consorzio di imprese, spiega Verreschi, al progetto Sinbad, che si pone l’obiettivo di fornire dati alle imbarcazioni da diporto su quattro moduli previsionali: situazione atmosferica, oceanografica, comfort della navigazione e andamenti di deriva in caso di avaria. Il tutto con sistemi intelligenti che finora sono stati dotazione esclusiva di grandi compagnie. «L’avvio del progetto – conclude Verreschi – ha avuto un rallentamento a causa della pandemia. Ma nei prossimi sei mesi dovremmo partire». Su Sinbad, Ett ha investito 195mila euro, ma l’azienda ha avviato anche una decina di altri progetti sulla blu technolgy, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni.

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