Con un tris la Juve replica a Napoli e Inter. Tonfo della Lazio
Primo gol di De Ketelaere con l’Atalanta
di Dario Ceccarelli
5' di lettura
Guarda chi si rivede: il campionato! Ce n'eravamo quasi dimenticati. In un'estate così pazza, in perenne bilico tra caldo rovente e rovesci tropicali, anche il nostro calcio, tutto proiettato verso i compensi arabi da mille e una notte, ci sembrava ormai marginale, retaggio del bel tempo che fu, con un'unica eccezione: quella dell'infinita festa per lo scudetto partenopeo, arrivato 33 anni dopo quello di San Diego Maradona. Una festa così autentica e corale da far dimenticare perfino la spiacevole coda del divorzio con Spalletti.
Col botto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla Nazionale, e il tribolato arrivo dello stesso Spalletti alla guida dell'Italia, finalmente abbiamo realizzato, tornando dalle vacanze, che il nostro caro vecchio campionato si è rimesso in marcia. È un vecchio macinino ma, arabi o non arabi, gli vogliamo ancora bene. Lasciando perdere le previsioni, perché tanto nessuno ci azzecca, si può fare qualche prima valutazione. Molto incompleta visto che il calcio mercato chiuderà tra nove giorni. E qualche spostamento può ancora modificare le forze in campo.
Tris della Juventus. Che lancia un squillo: siamo da scudetto
Avvio a tutto gas anche per la squadra di Allegri che supera in scioltezza (3-0) l'Udinese replicando prontamente a Napoli e Inter. Basti dire che dopo due minuti, grazie a un destro di Federico Chiesa, i bianconeri erano già in vantaggio. Di Vlahovic, su rigore, il raddoppio al ventesimo del primo tempo. Una partita in discesa per la Juve che con Rabiot, alla fine del primo tempo, spegneva le residue velleità dei friulani un po' troppo in vena di regali. Al di là dei limiti dell'Udinese, questo avvio col turbo dei bianconeri fa ben sperare per il futuro di una squadra che, dopo la squalifica Uefa, avrà il vantaggio di potersi concentrare solo sul campionato. Una nuova Juve? Di certo è più giovane.In panchina si è visto perfino Pogba. Che voglia dir qualcosa?
Napoli e Inter, partenza col bomber
Le due protagoniste della scorsa stagione, sono ripartite come avevano finito. Col vento in poppa e col il marchio dei suoi goleador. Osimhen per la squadra di Garcia, Lautaro per quella di Inzaghi. Inutile ricamarci sopra. Se hai attaccanti così, ogni timore, soprattutto quelli iniziali, svaniscono rapidamente. Tutti i dubbi sulla nuova gestione di Garcia, dopo la doppietta del nigeriano, sono già archiviati. E dire che il non irresistibile Frosinone, era passato addirittura in vantaggio facendo sobbalzare qualche tifoso più apprensivo. Ma i cicloni sono cicloni: e quelli come Osimhem travolgono tutto. Un 3-1 in scioltezza con buona pace di quanti si arrovellino sui nuovi cambiamenti tattici. Il gioco del francese è più verticale di quello di Spalletti? C'è meno ricerca di una costruzione corale? Pazienza. L'importante era far capire che anche quest’anno il Napoli c'è. E che non ha nessuna voglia di cedere lo scettro. Idem l'Inter. Il Monza non è certo il City, ma se Lautaro segna dopo solo 8 minuti, gli altri discorsi fanno a farsi benedire. D'accordo, i nerazzurri, orfani di quella piaga di Lukaku (e di Dzeko), non hanno ancora un forte centravanti da affiancare al toro argentino. Però, da Thuram qualcosa si è visto e lo stesso Arnautovic, bravo a fornire l'assist per il raddoppio di Lautaro, non è poi così male come viene descritto. Dicono che l'austriaco sia un po' lunatico, certo nulla rispetto a Lukaku che cambia idea ogni giorno che Dio manda in terra. Per Frattesi e gli altri acquisti bisognerà aspettare avversari più strutturati.
Tonfo della Lazio a Lecce (2-1)
Chi parte male è la squadra di Sarri, che a Lecce, come un anno fa, si fa ribaltare nel finale dai pugliesi dopo essere passata in vantaggio nel primo tempo con Immobile. Un risultato deludente per i biancocelesti, l'anno scorso secondi, ma in questo avvio ancora molto arrugginiti. Oltre alle troppe occasioni sbagliate, da rivedere completamente il finale: prendere 2 gol in 4 minuti non è concesso a una squadra con ambizioni da scudetto. «Errori inaccettabili», ha amaramente commentato Sarri.
Atalanta, incredibile ma vero: subito a segno De Ketelaere
Buona la prima per la Dea che, dopo un primo tempo non brillantissimo liquida in trasferta il Sassuolo (0-2) privo di Berardi. Ma la vera novità è il ritorno al gol del belga Charles de Keteleare, oggetto misterioso, dato in prestito all'Atalanta dal Milan dopo un anno che definire incolore è un complimento. Alla prima uscita con la Dea, il belga, entrato nella ripresa, si è improvvisamente svegliato dal suo lungo torpore colpendo prima una traversa e poi realizzando, di testa, il primo gol nerazzurro. Non essendo un fenomeno di ipnosi collettiva, immaginiamo la faccia di Pioli quando l'ha saputo. Gli saranno sicuramente fischiate le orecchie. Quella del belga, è un'altra dimostrazione che il calcio non è una scienza esatta. Di Zortea il raddoppio in una sfida senza troppe emozioni e caratterizzata dall'ingresso, sempre nel secondo tempo, del centravanti Scamacca. Molto soddisfatto Gasperini che si ritrova 2 talenti rinati dopo un anno di buio.
Roma-Salernitana (2-2)
Buone e cattive notizie dai giallorossi. La buona notizia è il ritorno al gol di Belotti, autore addirittura di una doppietta dopo un anno di digiuno. Quella cattiva è che, in casa, la Roma non va oltre al pareggio. Due le attenuanti: le assenze di Dybala e Pellegrini e l'ottima prestazione di Candreva che firma per la Salernitana due gol da antologia. In panchina c'era Bruno Conti, in sostituzione dello squalificato Mourinho. Sarà che si ricordava Mazzone, ma dello Special One non ne abbiamo sentito la mancanza.
Oggi tocca al Milan…un mistero da svelare
Oggi sono in programma (Torino-Cagliari, ore 18,30) e Bologna-Milan (20.45). Sulla squadra di Pioli ovviamente cresce l’attesa. Partito Tonali e con otto-nove giocatori nuovi, ogni discorso lascia il tempo che trova. È come se un orchestra cambiasse il suo primo violino e metà dei musicisti. Che cosa si può dire? Tutto e il contrario di tutto. O che la realtà supera la fantasia come ha dimostrato il primo gol di De Ketelaere con la maglia dell'Atalanta. Scherzi a parte, se Pioli riesce ad assemblare cosi rapidamente questo gruppo, è davvero un tecnico coi fiocchi. Molti osservatori, fin troppo in linea con il vertice americano, dicono che pur non essendo nomi di spicco, questi giovani possono crescere creando un Milan più solido e verticale. Che dire? Lo vedremo sul campo. Di certo Pioli, dopo il licenziamento di Maldini, ha maggiori responsabilità. Al momento il Milan è indecifrabile. Certo notare che l'unico italiano titolare sia Calabria, dà qualche dispiacere. Ma come dice chi la sa lunga, questa è la globalizzazione bellezza….
L'addio di Carlo Mazzone
Anche ieri all’Olimpico, tutti hanno ricordato con effetto e riconoscenza il tecnico romano. Era un trasteverino puro con tutte le qualità e i difetti delle persone autentiche e schiette. Di lui ne hanno parlato benissimo Baggio, Totti, Pirlo e tutti i campioni che l’ hanno avuto come allenatore. Lo stesso Pep Guardiola, con Mazzone nel Brescia, ha avuto parole straordinarie. Ma non solo per la sua profonda umanità, ma anche per le sue non comuni doti tecniche. Mazzone sapeva far giocare al meglio le squadre che allenava. Senza dogmatismi, senza pregiudizi. Lo hanno stupidamente accusato di essere un difensivista. Giocando con l'Ascoli e il Brescia naturalmente si prendeva qualche precauzione, ma con lui Baggio ha segnato di più che nella Juve o nel Milan. Stupisce che sommando 1278 presenze panchina (un record) abbia prevalentemente guidato squadre da metà classifica. Forse perché in un calcio furbo e urlato come il nostro, un tecnico come Mazzone, che insegnava prima di tutto il rispetto e l'educazione, era quasi un marziano. Un marziano de Roma…
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