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Con varianti Covid frena ottimismo mercati ma resta fiducia su outlook e inflazione

Rispetto al mese precedente cresce la cautela sulle prospettive dei mercati sul rischio che la variante Delta possa comportare nuove misure restrittive per le attività economiche. Non preoccupa invece il sensibile aumento dei prezzi delle materie prime: nell'analisi degli operatori i rialzi sono di natura temporanea e destinati a essere riassorbiti nel corso dei prossimi mesi.

di Corrado Poggi

(Kurt Kleemann - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il timore che le nuove varianti di covid possano impattare in prospettiva le attività economiche determina un lieve calo dell’ottimismo fra gli operatori di mercato che rimangono tuttavia nel complesso ottimisti sull’andamento della borsa nel corso dei prossimi mesi. E’ quanto emerge dal sondaggio di giugno condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con il Sole 24 Ore. Scende infatti dal 70% al 64% la percentuale di quanti si attendono nuovi guadagni per i mercati azionari, guadagni che per il 7% saranno molto consistenti. Sale invece dal 17% al 22% il campione di quanti si attendono mercati stabili e passa dal 13% al 14% la percentuale di quanti ritengono possibile una fase ribassista che per il 2% potrebbe essere molto accentuata. “Nonostante i timori legati alle nuove varianti e i conseguenti dubbi circa la velocità della ripresa economica, soprattutto per il rischio che si possano verificare nuove interruzioni di attività – spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - gli operatori hanno preferito sovrappesare in modo particolare l’approccio delle banche centrali, che non sembrano impensierite da eventuali nuovi rincari delle materie prime e, considerate le condizioni del mercato del lavoro, rimangono “dalla parte del mercato” assicurando liquidità e acquisti di titoli per il tempo necessario”. Partendo da questo presupposto, le paure legate ad un possibile calo dei titoli azionari a causa di nuovi focolai vengono compensate con il ritorno degli acquisti sui titoli growth o tecnologici, i più premiati nel corso della pandemia. Il quadro della situazione sembra pertanto ancora incentivante per gli operatori che vedono le Borse in crescita anche per la seconda parte dell’anno”.

Cambi: 53% operatori vede euro stabile, 23% punta su cali

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Il rapporto euro/dollaro, che nel corso delle ultime settimane ha visto la divisa comune interrompere il trend di rafforzamento e scendere sotto quota 1,20, dovrebbe rimanere stabile nel corso dei prossimi mesi. Secondo il 53% degli operatori infatti il cross/euro dollaro dovrebbe rimanere stabile, uno scenario atteso un mese fa dal 55% di quanti avevano preso parte al sondaggio. Un ulteriore campione del 24% (ex 25%) si attende invece un nuovo rafforzamento mentre sul fronte opposto sale da 20 a 23 la percentuale di quanti mettono in preventivo un indebolimento della divisa comune. “La possibilità che la Fed possa avviare una stretta monetaria prima della Bce – spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio, comporta previsioni di medio termine piuttosto ribassiste sull’euro, stimato in calo o stabile alle attuali valutazioni dalla maggior parte degli intervistati”.

Spread: 75% operatori lo vede fra 100 e 150 pt in prossimi mesi

E’ sostanzialmente stabile lo scenario atteso dagli operatori dei mercati finanziari per quanto riguarda l’andamento del mercato dello spread. Secondo il 75% degli operatori (da 59% in maggio) infatti il differenziale è destinato a rimanere in maniera stabile nell’attuale fascia di oscillazione compresa fra 100 e 150 punti. Questa mattina lo spread ha aperto a 107 punti. Scende invece dal 32% al 22% la percentuale di quanti vedono il differenziale scendere in maniera stabile sotto quota 100 punti mentre crolla al 3% dal 9% di un mese il campione di quanti non escludono una fiammata che porti il differenziale in modo stabile sopra quota 150 punti. “I dati di giugno hanno attenuato i timori del mercato sulla possibilità che l’inflazione nell’unione monetaria possa non avere ancora raggiunto il picco e quindi il mercato inizia a credere che alla Bce il tema del taglio degli stimoli si possa fare un po’ meno pressante, con ciò sostenendo l’appetito degli obbligazionisti per i BTp – spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - I nostri bond sono percepiti più rischiosi nelle fasi di restrizione monetaria, per cui tutto quanto contribuisca ad allontanare tale scenario finisce per sostenerli. Considerati questi fattori, gli operatori collocano lo spread nella fascia 100-150 punti.”.

Materie prime: per 77%operatori aumento prezzi non è ostacolo su strada ripresa

Il sensibile aumento dei prezzi delle materie prime non rappresenta un ostacolo sulla strada della ripresa economica. Secondo il 77% degli operatori infatti il recente sensibile aumento dei prezzi è frutto di uno squilibrio temporaneo fra domanda e offerta e pertanto il mercato troverà nel corso dei prossimi mesi un proprio punto di sintesi. Secondo il rimanente 23% invece una forte crescita dei prezzi delle materie prime e del petrolio può tradursi in un aumento generalizzato dell'inflazione costringendo le banche centrali ad adottare politiche più restrittive.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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