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Concorrenza, nuovo rinvio. Nodo Ue sugli ambulanti

Manca ancora l’ok alla riformulazione che prevede possibili rinnovi per 12 anni dalla scadenza e gare solo per nuove aree concedibili. Restano fuori le norme su limiti 5G e saldi liberi

di Carmine Fotina

Pnrr, margine Ue per rinegoziare

3' di lettura

Anche il secondo tentativo di approvare il disegno di legge annuale per la concorrenza va a vuoto. Una settimana fa in consiglio dei ministri non si era andati oltre un primo esame. E anche giovedì 6 aprile ci si è fermati davanti alla norma per il commercio ambulante, perché manca il via libera formale della Commissione europea alla riformulazione voluta da Fratelli d’Italia. Proprio il pressing di FdI, che chiedeva un intervento ancora più favorevole agli operatori, aveva portato al primo rinvio. Giovedì è arrivata in consiglio dei ministri una rivisitazione molto più benevola rispetto alla prima versione, sulla quale però manca ancora il parere ufficiale della Commissione nonostante le interlocuzioni informali già avviate. In questa fase, mentre è ancora in atto il contenzioso sulle concessioni balneari, la priorità sembra essere evitare una forzatura con Bruxelles.

Ambulanti

Per gli ambulanti, sui quali è invece in corso una procedura di pre-infrazione, il nuovo articolo apre alla maxi-proroga delle concessioni. Viene cancellata l’esclusione del settore dall’ambito di applicazione del decreto di recepimento della direttiva Bolkestein, decisione che risale al governo Conte I. Ma il principio delle nuove gare annuali, che dovranno portare a concessioni di durata decennale, si applicherà solo una volta verificata la disponibilità di aree concedibili, all’esito di ricognizioni che dovranno fare ogni anno i Comuni. Per la prima ricognizione ci sarà tempo fino a dieci mesi dall’entrata in vigore della legge. Non solo. Per le gare serviranno linee guida del Mimit, previa intesa della Conferenza unificata, da emanare entro tre mesi secondo tre criteri: clausole per la stabilità occupazionale tenendo conto dell’esperienza nel settore; valorizzazione delle micro-imprese; numero massimo di concessioni per ciascun operatore.

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Poi il Ddl congelato passa a disciplinare le concessioni in essere. Sono fatte salve fino alla scadenza le concessioni già assegnate con gare e quelle già rinnovate, per 12 anni, ai sensi del decreto rilancio del 2020. C’è poi il caso dei Comuni ritardatari o da sempre cauti nel prendere posizione su una materia così delicata sul territorio. In tutte queste situazioni scatta una sanatoria fino al completamento dell’iter di rinnovo, sempre sulla base del Dl rilancio, quindi 12 anni dalla scadenza. Anche dove la procedura non è stata nemmeno avviata c’è una scappatoia. I concessionari trasmettono al Comune un’autocertificazione dei requisiti e, entro sei mesi, l’amministrazione rinnova. Ma anche se non dovesse farlo in tempo, il rinnovo scatta in automatico e a quel punto il Comune potrà solo intervenire ex post in autotutela se sarà accertata la mancanza dei requisiti. Per Massimo Bitonci, sottosegretario leghista del Mimit, già la prima versione del testo cui aveva lavorato raccogliendo il favore delle sigle più rappresentative come Fiva Confcommercio e Anva Confesercenti, era risolutiva per il settore e poteva contare su un parere positivo della Ue. Poi è intervenuto il pressing di FdI a sostegno delle tesi di alcune realtà locali. «Nel complesso comunque - dice Bitonci - dopo anni di caos normativo intendiamo dare certezze a un comparto che è stato fortemente impattato dalla crisi del Covid-19».

Dal testo del Ddl, coordinato dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), si era invece già deciso di stralciare l’innalzamento dei limiti elettromagnetici per la telefonia mobile (qui era stata una parte della Lega a farsi sentire) e la liberalizzazione di saldi e vendite promozionali durante tutto l’anno (immediato era arrivato lo stop dei commercianti che temono un assist alle grandi catene e alle piattaforme online). Sui limiti per il 5G la partita sembra rinviata a un altro provvedimento, mentre sui saldi sarà convocato un tavolo con le associazioni.

Tempi stretti

Per il Ddl concorrenza i tempi iniziano a diventare stretti. Si tratta del provvedimento relativo al 2022, sul quale si è accumulato un ritardo dovuto ai lunghi tempi di approvazione del precedente provvedimento. Nell’ambito del Pnrr l’Italia ha assunto con la Commissione Ue l’impegno a raggiungere l’approvazione del testo in Parlamento, e quella dei relativi decreti attuativi, entro il 31 dicembre 2023.

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