Confcommercio: prezzi al consumo in aumento del 2,5-3% per un anno
Mariano Bella: «Indice dei prezzi atteso in crescita del 3,5% ad ottobre». Istat: vendite al dettaglio di agosto in rialzo dello 0,4%, balzo tendenziale dell'1,9%
di Enrico Netti
3' di lettura
Preoccupante ritorno di fiamma per l’inflazione. Ad alimentarla sono fenomeni di breve periodo generati dalla ripresa dell’economia mondiale, a partire dal rincaro delle materie prime, dei noli marittimi e della bolletta energetica. «Nonostante qualche prevedibile misura cuscinetto transitoria approntata dal Governo, l’indice dei prezzi al consumo in ottobre potrebbe mostrare una variazione ben superiore al 3% tendenziale - prevede Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio -. La media del 2021 potrebbe così avvicinarsi al 2%, con un trascinamento sul 2022 che spingerebbe l’inflazione, senza considerare particolari ulteriori shock, sopra il 3% in modo piuttosto stabile. Per l’Italia quindi, si configurerebbe uno scenario inflazionistico rilevante per almeno 10-12 mesi. Analogo profilo mostrerebbe l’inflazione misurata sul paniere dei beni in alta frequenza d’acquisto. Fenomeni non rassicuranti e il persistere di questi impulsi potrebbe modificare le aspettative degli operatori».
Secondo una analisi dell’associazione dei commercianti ad agosto l’indice generale dei prezzi al consumo (Nic) ha raggiunto il 2%, livello che non si toccava da 8 anni. Per settembre si è osservata un’ulteriore accelerazione al 2,6%. E per il momento sui prodotti finiti non si sono ancora scaricati i rincari degli ultimi mesi.
Il nodo è cosa accadrà alle quotazioni delle principali borse merci. Un’accelerazione dei listini o una crisi shock potrebbero andare ad alimentare l’inflazione che arriverà al 4% la prossima primavera, con accentuazioni per quella misurata sul paniere dei beni con alta frequenza d’acquisto.
In tutti i casi è in atto un trasferimento di potere d’acquisto dall’Italia all’estero per materie prime, energia e noli, fenomeno preoccupante perché va ad erodere la capacità di spesa delle famiglie. «È una inflazione inattesa che riduce il potere d’acquisto delle famiglie sia per quanto riguarda il reddito che la liquidità cresciuta, secondo Bankitalia, di 100 miliardi tra la fine del 2019 e la prima metà del 2021» precisa Bella che si interroga sulle possibili contromisure varate dalla Bce per ridurre la liquidità. «Ci potrebbero essere restrizioni nell’acquisto dei titoli di stato con un rallentamento, poi uno stop agli acquisti per finire con la riduzione degli stock» spiega. Invece con l’inflazione transitoria e non particolarmente intensa non ci sarebbe bisogno di interventi.
Per il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio l’unica strategia perseguibile già oggi è rafforzare la crescita economica, in modo tale che una parte cospicua degli impulsi inflazionistici sia assorbita dentro la variazione dei margini aggregati delle imprese. Una ragione molto rilevante per accelerare col processo di riforme e di investimento, pubblico e privato, sostenuto con i fondi europei e nazionali.
Per quanto riguarda l’andamento delle vendite al dettaglio ad agosto, secondo le rilevazioni Istat, vede un +0,4% sia in volumi che in valore nel mese portando a un +1,9% la crescita sull’agosto 2020. Migliori le performance dei beni non alimentari (+0,7 % a valore e +0,8% a volume) mentre il food resta stabile. Su base tendenziale il trend dei beni non alimentari è positivo (+3,2% in valore e +2,0% in volume) mentre gli alimentari crescono in valore (+0,5%) ma flettono leggermente in volume (-0,3%). «Andamento incoraggiante ma ancora debole per la dinamica dei consumi - commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione -. La macchina dei consumi si è rimessa in moto pur con alcune rilevanti differenze tra i comparti. È una ripartenza fragile e la tutela del potere d’acquisto delle famiglie è un fattore determinante per proseguire sulla strada del rilancio economico».
A correre è solo l’online sottolinea l’ufficio economico di Confesercenti «che segna un +23% nei primi 8 mesi dell’anno». Da Confcommercio la conferma delle difficoltà di passare da una fase di recupero dei consumi a una di vera crescita che, peraltro, interessa solo alcuni segmenti, come elettrodomestici, tv e prodotti per l'informatica. Trend che continuerà per il prossimo semestre, secondo l’Osservatorio sui consumi EY-Swg, che evidenzia come le intenzioni di spesa delle famiglie sembrano mostrare una crescita della propensione a rinnovare casa (30%), mezzi di trasporto (23%) e verso gli investimenti di tipo finanziario (26%).
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