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Confindustria: «Norme deludenti, mancano misure strutturali»

L’associazione degli industriali critica in particolare indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti e la mancanza di un tetto sul prezzo del gas

Energia, governo vara aiuti per famiglie e imprese

2' di lettura

«Delusione» per le norme approvate e per l’assenza di «misure strutturali». Questo il giudizio di Confindustria il giorno dopo il varo da parte del Governo del decreto energia. «A fronte delle urgenti misure strutturali chieste al Governo sui prezzi energetici, Confindustria esprime forti perplessità, nonché delusione», spiega in un comunicato nel quale si entra nel dettaglio delle misure criticando in particolare «l’indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti» , la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette per gli imprese e il prelievo degli extraprofitti sugli operatori mentre «tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas».

Serviva un taglio strutturale delle accise

Secondo Confindustria l’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti porta a una limatura per soli 30 giorni di pochi centesimi di accise per litro: «Certo, è una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo - avverte la nota - è ben inferiore agli aumenti in corso. Non si possono continuare a pagare accise sulla crisi di Suez del 1956 o sulla ricostruzione dell'alluvione di Firenze del 1966 per limitarsi ad alcuni esempi di un lungo elenco». Confindustria porta l’esempio del Portogallo che ha appena chiesto alla Ue la riduzione dell'aliquota Iva dal 23% al 13 per cento.

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Bocciato il meccanismo di rateizzazione delle bollette

L'indice viene poi puntato sul meccanismo di rateizzazione delle bollette per le imprese «ai soli mesi di maggio e giugno» che «è accompagnata da garanzie pubbliche sui prestiti contratti per fare fronte ai maggiori costi delle imprese». Si tratta - viene spiegato da Confindustria - di «un meccanismo che da una parte non è immediatamente applicabile, dall’altra continua a inondare il sistema nazionale con misure che mal si conciliano con la logica dei flussi mensili, ma soprattutto generano indebitamento per gli operatori senza incidere sul reale problema del costo dell'energia per il settore industriale che questa disposizione non affronta». Non piace poi agli industriali «il calcolo dei cosiddetti extraprofitti degli operatori che importano e realizzano operazioni di trading energetico». «Per come illustrato ieri nella conferenza stampa, cioè sulla base di indici presuntivi sull'Iva, visto che non è ancora dettagliato, si espone nuovamente e oggettivamente al rischio di impugnative costituzionali», afferma la confederazione degli industriali.

Meglio un tetto nazionale al prezzo del gas

Confindustria segnala quale misura sarebbe stata più efficace rispetto a quelle adottate: «Tutt’altro sarebbe stato - chiarisce la nota - un tetto nazionale al prezzo del gas realizzato, invece, sulla base di un'operazione trasparenza sui contratti di import vigenti e sul loro prezzo reale rispetto a quello che si determina ogni giorno sul mercato spot. Tema sul quale va comunque apprezzato che ieri il Governo abbia dotato il regolatore Arera di poteri volti proprio a tal fine». «Questo intervento - continua Confindustria - va comunque accompagnato da misure finalizzate a sganciare la valorizzazione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili dal prezzo del gas. Restiamo pienamente fiduciosi che al prossimo Consiglio Europeo il Governo italiano, insieme a quelli di Spagna, Portogallo e Grecia, avanzi misure di intervento comune e strutturale».

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