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Confindustria Sicilia: «Decontribuzione misura chiave per il rilancio del Sud»

L’appello al governo nazionale del presidente degli industriali siciliani Alessandro Albanese nel corso di un convegno a Palermo.

di Nino Amadore

I punti chiave

  • Albanese: «Con i fondi Pnrr si aiutino le imprese»
  • Stabilità politica e progetti di lungo termine
  • Fitto: «Polverizzazione della spesa non produce nulla»
  • Il momento chiave per la Sicilia
  • Per il Sud ampi margini di miglioramento

4' di lettura

I limiti delle infrastrutture siciliane, che continuano a zavorrare l’isola rendendola poco attraente per nuovi investimenti. Le grandi potenzialità del Ponte sullo Stretto che, per le imprese siciliane, rappresenta una svolta. I fondi, che ci sono e vanno spesi con rapidità e oculatezza guardando alla situazione strutturale che non riguarda solo strade, autostrade e ferrovie ma anche alle infrastrutture cosiddette immateriali. Tre punti e tre chiavi di lettura sviluppati con modi e punti di vista diversi nel corso del convegno organizzato da Confindustria Sicilia guidata da Alessandro Albanese a Palermo cui hanno partecipato il ministro Ministro per gli affari europei per le politiche di coesione e per il Pnrr Raffaele Fitto, l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò e gli imprenditori Sergio Fontana (presidente di Confindustria Puglia), Gianluca Costanzo (presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Sicilia).

Albanese: «Con i fondi Pnrr si aiutino le imprese»

«La principale infrastruttura che dobbiamo avere è quella delle regole e del rispetto delle regole. Certezza di tempi, di diritto, di rapporti commerciali: la riforma della giustizia in questo caso è stata partorita ma partorita male. Poi c’è la riforma della pubblica amministrazione: senza una pubblica amministrazione efficiente non riusciamo a fare nulla. La politica può far poco se non ha al posto giusto le persone giuste. Riqualificare il personale e assumerne nuovo – dice Alessandro Albanese –. Abbiamo il problema di spendere le risorse. Il problema di come e dove spenderle e soprattutto i tempi che non siano biblici. Decontribuzione Sud molto importante ma il periodo temporale è molto breve e non consente alle imprese di fare programmi. Potremmo pure tagliare tutti i sussidi ma se si fa un’operazione importante sul costo del lavoro si fa una operazione importante per tutto il paese. Quello che auspichiamo (magari dal 30 al 50%) veda un elemento strutturale di lunga durata pensando che questa misura possa durare almeno fino al 2030. tagliateci tutti gli ausili che volete ma dateci una risorsa certa sul lato del costo del lavoro. L’altra attenzione è quella di dedicare una importante fetta dei Fondi del Pnrr all’impresa affinché possa fare investimenti importanti. Ultima cosa sul Ponte: noi da sempre siamo stati Si Ponte ma il Ponte deve essere una infrastruttura di tutta Italia. Il Ponte deve essere il grande traino».

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Stabilità politica e progetti di lungo termine

Un elemento sottolineato è stato quello della stabilità politica e di programmi di lungo periodo: «Guardando negli ultimi anni, abbiamo assistito a diversi governi, alla crisi, a una pandemia, alla guerra – ha detto il Gianluca Costanzo, Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Sicilia –. Voglio guardare al futuro comunque con ottimismo. Se si parla di Pnrr si parla di Next Generation, è una grande opportunità, una e una sola. Dobbiamo fare un patto di fiducia e di coraggio, tra pubblica amministrazione e aziende. Le risorse non mancano e ne siamo consapevoli. Le più grandi infrastrutture sulle quali investire sono i giovani e la loro formazione».

Fitto: «Polverizzazione della spesa non produce nulla»

Per il ministro Fitto, «con queste risorse abbiamo il dovere di trasformare i problemi persistenti, problemi soprattutto infrastrutturali. Ci siamo sempre trovati davanti a una polverizzazione della spesa pubblica che non produce nulla. Stiamo facendo una valutazione della programmazione dei fondi 2014-2020, e parliamo di risorse pari a 126 miliardi. Il Piano Pnrr nel 2026 chiude i battenti. La sfida di oggi conta tempi diversi e quasi il doppio delle risorse. È necessario costruire un sistema di incentivi sul fronte dell’efficientamento energetico, per ridurre i consumi e migliorare la competitività delle imprese. Dobbiamo trovare modifiche in grado di sostenere il nostro sistema industriale imprenditoriale; serve agire con flessibilità. Dobbiamo assumerci la responsabilità di ammettere certe verità, stabilire le giuste priorità. Dobbiamo far parlare i fatti».

Il momento chiave per la Sicilia

C’è la consapevolezza che per la Sicilia è un momento chiave: «È un momento importante per capire al meglio il futuro della Sicilia – Alessandro Aricò –. Si parla di infrastrutture, di temi legati al mondo dell’industria e turismo. C’è stato un fitto confronto in questi giorni per discutere le condizioni delle linee ferroviarie e i continui ritardi. Dobbiamo pensare alla nostra regione non come appendice della Penisola, ma come un’isola. Le difficoltà sono tante, e la nostra peninsularità ci costa 6miliardi l’anno. Abbiamo un piano strade, stiamo lavorando affinché si possa migliorare una rete aeroportuale, velocizzare i collegamenti tra gli aeroporti, stiamo lavorando affinché la Sicilia viva come isola. Stiamo lavorando con impegno per tutta una serie di progetti per la regione, le cui vere risorse sono il capitale umano. È importante avere la consapevolezza di aver un governo vicino agli italiani».

Per il Sud ampi margini di miglioramento

E insieme alla Sicilia c’è l’intero Mezzogiorno: «Il nostro Sud ha ampi margini di miglioramento. Se parliamo di infrastrutture, noi siamo ancora indietro. E qui non si tratta di destra o sinistra. Serve strategia, serve pianificazione, serve un passo indietro per fare un balzo in avanti. Con questi fondi Pnrr si abbatterebbe il divario tra Nord e Sud. Sono un’opportunità enorme per tutte le potenzialità che abbiamo. Qui al Sud non manca niente, possiamo essere il centro del Mediterraneo – dice Sergio Fontana –. È questione di mentalità, serve una politica unidirezionale. - aggiunge Fontana - Abbiamo un bacino di sviluppo enorme. Abbiamo tante opportunità da cogliere. Fare l’imprenditore in Italia è difficile, farlo al Sud è più complicato ancora. Oggi tutti noi dovremmo fare il tifo per il nostro governo affinché possa mettere in atto le misure migliori. La fortuna non esiste, esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità. Quella dei fondi Pnrr sono una grande opportunità».

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