Consigli d'autore e indirizzi da non perdere: lo stile secondo Fausto Puglisi
La sartoria su misura a Milano, i souvenir di marmo da Napoli e i pendenti in corallo da Trapani. Ogni angolo d'Italia ispira il fashion designer.
di Lisette Ribic
4' di lettura
SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE È un inno alla libertà individuale, la vertigine della messa in scena che dall'icona passa alla strada. Mi sento un narcisista urbano. Forse, però, i segni distintivi del mio stile sono gli orecchini, che alterno: innanzitutto, un pendente in corallo, comprato dall'orafo Platimiro Fiorenza, a Trapani; poi quelli in oro giallo (tassativo), con un diamante giallo comprati a Londra e un bellissimo cameo trovato a Napoli da un antiquario.
LA MIA ICONA DI STILE Amo le donne forti: Nilde Iotti, la critica d'arte Lea Vergine, Sophia Loren, Kim Kardashian e la Regina Elisabetta, che ho sempre adorato, molto prima di The Crown, di cui ho visto tutti gli episodi. La mia passione per Queen Elizabeth, e la sua palette di colori, mi ha portato a scoprire Laurent Garigue, tra i fornitori dei sarti della regina: indescrivibili le sue stoffe, cady di pura seta, satin, tweed, mohair.
LA VISTA CHE MI ISPIRA DI PIÙ Senza dubbio Manhattan, vista da Dumbo, e il Ponte di Brooklyn, come in C'era una volta in America. Quel punto nel mondo è il mio ritiro spirituale. Ogni volta che posso, attraverso il ponte a piedi, scendo percorrendo la “strada dei miracoli”, la chiamo così, e vedo lui, bellissimo, massiccio, il Ponte. Cammino e sogno.
L'ULTIMO PASTO CHE MI HA DAVVERO IMPRESSIONATO Adoro il cibo messicano, coreano e filippino, e tutto ciò che cucina Luca, il mio compagno. I miei due ristoranti preferiti a New York sono Cote, per la cucina coreana, e Flip Sigi, per quella filippina.
UN OGGETTO DA CUI NON MI SEPAREREI MAI L'orologio di mio padre, che non c'è più, ma è dentro di me e lo sarà per sempre. È il regalo che mia mamma gli fece quando si fidanzarono. Ha un valore magico per me. È un Longines anni Sessanta, che ho rivisto per caso al polso di uno dei protagonisti di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, con Florinda Bolkan e Gian Maria Volonté, uno dei miei attori preferiti. Aggiungo il mio portafortuna, la riproduzione di una moneta greca acquistata, insieme a Marco, il mio migliore amico, al mercato di Ortigia: secondo me il posto più bello d'Italia.
IL MIGLIOR SOUVENIR CHE HO PORTATO A CASA DA UN VIAGGIO Dei blocchi di marmo di epoca romana, trovati da due antiquari di Napoli: Ciro Guarracino e Gennaro Pugliano. Adoro il marmo: è vivo, antico, ha dentro la storia e, come il mare, cambia sfumature a seconda della luce che riceve. Forse per questo mi ha così affascinato vedere la Collezione Torlonia, nella mostra ai Musei Capitolini.
COSA NON MANCA MAI NEL MIO FRIGO Un esercito di Coca-Cola Zero ma, se potessi, terrei la granita messinese al caffè con panna, che ordino sempre da Doddis, una storica pasticceria di Messina.
L'ULTIMO PEZZO AGGIUNTO AL GUARDAROBA La nuova United States of Cavalli Flag e i Fangs, gli artigli di Cavalli, le ultime stampe che ho disegnato (www.robertocavalli.com).
IL CAPO CHE CONSERVO DA TRAMANDARE I pantaloni di sartoria confezionati a mano da Abdalla Mohamed, un ragazzo egiziano, giovanissimo, che adesso lavora da Caraceni a Milano. L'ho visto crescere, è molto bravo e i suoi pantaloni saranno eterni: riesce a tradurre perfettamente ciò che desidero. I tessuti li abbiamo scelti insieme in una bottega che amo, Il vecchio drappiere in via Meravigli, dove trovo fantastici tessuti inglesi o delle manifatture di Biella.
UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO CHE CONSIDERO UN PEZZO D'ARTE L'abito che ho disegnato, quasi una tunica ecclesiastica, indossato da Jennifer Lopez, Kendall Jenner e Achille Lauro. Tre generazioni diverse, tre ruoli diversi, tre sessualità diverse. Quel vestito sono io: è severo, radicale, sexy, l'interno è lavorato come fosse una giacca di sartoria maschile, ma trascende i generi e le stagioni. È stato un onore vederlo scelto da Sonnet Stanfill, curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra, che l'ha inserito nella mostra The Glamour of Italian Fashion 1945-2014 e nel catalogo ufficiale (faustopuglisi.it).
L'ULTIMA COSA CHE HO COMPRATO E LA PROSSIMA CHE HO ADOCCHIATO Una miniatura di Omero in bronzo, trovata da un antiquario milanese, Francesco Piva, in via San Damiano. La prossima saranno due abat-jour in bronzo nero, ispirati ai bronzi pompeiani all'epoca del Grand Tour, dello scultore Tommaso Barbi. Sono due palme realizzate negli anni Settanta: le ho viste da Pescetta a Milano, dove vado spesso, per gli oggetti di modernariato.
SE DOVESSI LIMITARE LO SHOPPING A UN QUARTIERE DI UNA CITTÀ Per lo shopping di abbigliamento, Brooklyn, soprattutto Awoke Vintage, oppure Hamlet's Vintage, a Manhattan. Io, però, impazzisco per l'antiquariato vero, come quello di Palermo, Roma, Los Angeles.
I LIBRI SUL COMODINO Petrolio di Pasolini (Mondadori), che ho preso recentemente dalla libreria di mio padre. Il giorno della civetta di Sciascia (Adelphi), Il Conte di Montecristo di Dumas (Rizzoli) e Scritti Corsari, sempre di Pasolini (Garzanti).
L'ARTISTA CHE COLLEZIONEREI SE POTESSI Caravaggio e Jeff Koons. Di quest'ultimo vorrei Cicciolina, i dipinti della serie Made in Heaven o il Michael Jackson d'oro.
IL MUSEO CHE TROVO PIÙ INTERESSANTE AL MOMENTO Decisamente il Museo Archeologico di Napoli. Lo conosco a memoria. Potrei camminarci a occhi chiusi.
IL PROGETTO ARTISTICO, ON O OFFLINE, DA NON PERDERE AL MOMENTO Il mio progetto con Max Vadukul, un manifesto per il nuovo corso di Cavalli. Lui è un ritrattista geniale. Da Al Gore a Clinton, da Nancy Pelosi a Iggy Pop: tutta l'American Royalty è stata immortalata dal suo obiettivo.
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