Consigli d’autore e indirizzi da non perdere: lo stile di Isabelle Stanislas
La designer francese racconta il deserto del Negev, i ritiri yoga a Comporta e i suoi ultimi progetti, tra fragranze d'ambiente e penthouse parigine
di Mariangela Rossi
4' di lettura
I SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE
Un motto: meno è meglio, perché sia il mio lavoro sia il mio mondo sono basati sull'essenziale. La funzionalità attraverso la bellezza.
LA MIA ICONA DI STILE
Muhammad Ali, per la forza della sua mente. Tirare di boxe per lui era come danzare, riusciva a rendere questo sport elegante.
UN OGGETTO DA CUI NON MI SEPAREREI MAI
Il rotolo della carta da lucido. Disegno tutti i miei progetti a mano, in questo modo sento le proporzioni e non ho limiti, posso fare schizzi in modo continuativo.
L'ULTIMA COSA CHE HO COMPRATO E AMATO E LA PROSSIMA CHE HO ADOCCHIATO
Un'opera dell'artista giapponese Tadashi Kawamata, acquistata alla Kamel Mennour Gallery. Ora mi piacerebbe avere un'installazione di Jeppe Hein, che ho notato in occasione di Frieze a Londra e di FIAC a Parigi, ci sto pensando.
LA VISTA CHE MI ISPIRA
Quella del deserto. Complessa, si moltiplica come un'illusione, e mi piace perché rappresenta sia l'immobilità sia il passare del tempo. Se dovessi scegliere un luogo in particolare, direi il paesaggio desertico in Israele, dove si scorgono distese di terra, montagne e fiumi.
IL MIO PRODOTTO BEAUTY PREFERITO
Il concentrato riequilibrante intenso di Holidermie e anche le Gouttes de Beauté HoliGlow, della stessa marca di cosmesi fondata da Mélanie Huynh, con un approccio olistico di clean beauty. Queste ultime, a base di alghe, sono un filtro perfetto per proteggere la pelle da inquinamento, ossidazione e raggi UV.
GLI HOTEL PIÙ AMATI
Sono molti. Il Mercer a New York, perché lì mi sento a casa. Villa d'Este sul lago di Como per la sua vista, che rende il tempo sospeso e fa sentire come se non ci fosse altro al mondo. Il Selman a Marrakech: amo il connubio armonico tra Oriente e Occidente che si respira lì. Il Domaine des Etangs a Massignac, in Francia, un castello del XII secolo dove immergersi nella storia e in una quiete quasi irreale e serena. Beresheet, sull'orlo del Ramon Crater, a 800 metri nel deserto del Negev, in Israele, che invita alla meditazione e il cui nome, non a caso, deriva da Be-Reshith, “in principio”. E poi il Chiltern Firehouse, a Londra, anche per prendere un cocktail, organizzare una festa o fermarsi a lavorare: la sua architettura d'interni è super interessante.
LE PERSONE DI CUI MI FIDO PER IL MIO BENESSERE PERSONALE
Ambre Boukebza, insegnante di yoga che ha creato la linea di abbigliamento Mahala Essence Collection, in stile sporty e comfort, che si trova anche a Le Bon Marché a Parigi. Nella sua casa a Comporta, in Portogallo, si pratica il Mahala Yoga, una combinazione tra danza e yoga che amo molto. Almeno due volte all'anno non mi perdo i suoi ritiri.
I MIEI SITI E LE APP PREFERITE
Decisamente AD Daily e Net-A-Porter.
L'ULTIMA MUSICA CHE HO SCARICATO
Drop the gun di Be Svendsen e Wallflower di Sevdaliza, contenuta nell'album Shabrang.
L'ULTIMO PASTO CHE MI HA DAVVERO IMPRESSIONATO
La cucina dello chef Sébastien Piniello al ristorante dello Château Malromé, la dimora che apparteneva alla famiglia di Toulouse- Lautrec. Piatti belli, vegani, dai sapori estremamente forti e accompagnati da un gran vino di loro produzione.
LA STANZA PREFERITA NELLA MIA CASA
Il living, dove spicca un divano che ho disegnato, accanto a una stola in cashmere di Loro Piana. Ha una bella vista sui giardini di Palais Royal, uno spazio che amo molto per le sue dimensioni e l'equilibrio delle sue piante. È il mio rifugio green.
UNA SCOPERTA RECENTE
Il nome del mio nuovo profumo di interni, 20h15 Presque prète, sia in candele sia room spray, in vendita da settembre, in occasione dell'uscita del libro monografico, Isabelle Stanislas . Designing Spaces. Drawing Emotions (Ed. Rizzoli NY) . Mi piace l'idea di aver creato una fragranza, in collaborazione con il maître parfumeur Vincent Ricord e con Amélie Huynh della maison D'Orsay, e sono onorata che sia la prima di una collezione ideata da vari interior designer.
L'ULTIMO CAPO CHE HO AGGIUNTO AL GUARDAROBA E QUELLO CHE MI PIACEREBBE TRAMANDARE
Una giacca pigiama nera di Saint Laurent che ho comprato a Parigi, mentre mi piacerebbe lasciare la mia giacca Arc en ciel di Thierry Mugler, un capo iconico e vintage che amo molto.
LA MIA UNIFORME MODA
Giacca da smoking, per cui ho un debole, insieme ai jeans. Ne acquisto una all'anno, in particolare quelle di Celine, Saint Laurent, Balmain, Thierry Mugler, o i capi sartoriali di Society Room e di Detlev Diehm Bespoke.
UN CAPO O UN ACCESSORIO CHE CONSIDERO ARTE
Un kimono corto della collezione della fashion designer Anne Valérie Hash.
L'OPERA D'ARTE CHE MI SAREBBE PIACIUTO CREARE
Un appendiabiti, perché è funzionale, ma anche decorativo. Tra i miei preferiti, la Valet Chair del designer danese Hans Jørgen Wegner, progettata nel 1951.
IL MUSEO CHE TROVO PIÙ INTERESSANTE AL MOMENTO
La Bourse de Commerce a Parigi, il nuovo museo di arte contemporanea della Collezione Pinault, trasformato dal tocco magico di Tadao Andō.
IL REGALO PIÙ BELLO CHE HO FATTO DI RECENTE E CHE HO RICEVUTO
Ho regalato un diffusore di profumo della maison D'Orsay ispirato da una citazione di Oscar Wilde: “If you are not long, I will wait for you all my life”. Mentre ho ricevuto un orologio vintage Must de Cartier 1972.
I LIBRI SUL MIO COMODINO
Il profeta, la raccolta di poesie di Khalil Gibran, e Neve di Maxence Fermine, che racconta le tappe di un'educazione artistica con una scrittura evocativa come quella degli haiku.
L'ARTISTA CHE COLLEZIONEREI SE POTESSI
Il pittore Cy Twombly, per la sua arte poetica.
UN PIACERE A CUI NON SAPREI RINUNCIARE
Un concerto nel deserto di Masada del leggendario musicista israeliano Idan Raichel.
IL PROGETTO DI OGGI E QUELLO DI DOMANI
Al momento è una penthouse parigina, ma in futuro una dimora a Comporta di 800 mq e una residenza con giardino e piscina nell'VIII arrondissement, sempre a Parigi.
SE NON VIVESSI A PARIGI, VIVREI...
In Italia, per la sua eleganza, la cultura e la lingua. Le amo molto.
SE NON FACESSI QUELLO CHE FACCIO
Sarei una scrittrice. In un certo modo è in linea con il mio lavoro, perché creo universi e sincronicità.
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