Consigli d’autore e indirizzi da non perdere: lo stile secondo Thomas Girst
Il global head of cultural engagement del gruppo Bmw bilancia racconta le sue scelte: i podcast d'attualità, le letture e, per la moda, uno speciale couturier nel centro di Como.
di Silvia Anna Barrilà
5' di lettura
I SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE
I fazzoletti da taschino di Charvet. Giacca, cravatta e niente scarpe da ginnastica: questo è quello che distingue gli uomini dai ragazzi.
LA MIA ICONA DI STILE
Cary Grant, perché mia figlia di nove anni lo adora. E anch'io.
L'OGGETTO DA CUI NON MI SEPAREREI MAI
Un pezzo di legno trovato sulla spiaggia di Saint-Cast, in Bretagna, a 18 anni. Sembra una scultura Dada: è un blocco con un pezzo più piccolo inchiodato in diagonale. Trent'anni dopo, ne ho trovato uno quasi identico sulle sponde del lago di Costanza. Sono sicuro che tutto ciò racchiuda un significato segreto che mi sfugge, ma quello che rimane irrisolto è ancora più stimolante.
L'ULTIMA COSA CHE HO COMPRATO E AMATO
Un piccolo olio su tela, presumibilmente opera di un pittore francese del XIX secolo. Quel che è sorprendente per l'epoca è ciò che vi è raffigurato: il bordo di un tavolo con un vaso e una sedia, un muro grigio. Tutto questo fa da sfondo a un raggio di luce che proviene da sinistra e si riflette sul pavimento e sulla parete. Si vede lo sforzo, l'abilità e il lavoro che l'artista ha impiegato nell'esercizio della realizzazione. E si vede anche il suo spettacolare fallimento. Una metafora perfetta per la mia vita, ho pensato. Io ci provo con tutto l'impegno, ma è confortante accettare di non essere una superstar e anche che il mio lavoro non mi sopravviva. La vita è una sola e bisogna usare al massimo e al meglio il tempo che ci è dato su questo pianeta (l'ultimo libro di Girst è Tutto il tempo del mondo, Add Editore).
L'OGGETTO NELLA MIA LISTA DEI DESIDERI
Un'opera giovanile di Francis Picabia – l'ideale sarebbe uno dei suoi disegni per Littérature – e un'acquaforte tarda di Marcel Duchamp che non riesco a rintracciare: un'interpretazione erotica della scultura Il bacio di Rodin: Morceaux choisis d'après Rodin, del 1968.
IL POSTO DOVE NON VEDO L'ORA DI TORNARE
Lacoste, nel sud della Francia. I surrealisti andarono tutti a visitare quel luogo, il marchese de Sade aveva lì il suo castello e c'è stato anche lo scultore d'arte popolare Louis Malachier. Nel villaggio vicino, Beckett scrisse Aspettando Godot. Dall'altra parte della valle, Picasso ha comprato un castello a Dora Maar. Per me è il posto più magico e stimolante del mondo.
IL MIGLIOR REGALO CHE HO FATTO
Ho alcuni studi di Jeff Koons firmati dall'artista per il design della sua M3 GT2 BMW Art Car, presentata al Centre Pompidou nel 2010. Gli amici impazziscono quando li ricevono, incorniciati bene, di solito nel giorno del loro matrimonio (fino al 30 gennaio Koons è in mostra, a Palazzo Strozzi, con la personale Shine).
E QUELLO CHE HO RICEVUTO
Di recente ho iniziato ad acquisire xilografie giapponesi ukiyo-e raffiguranti la luna di notte. Il mio autore preferito è Kawase Hasui. Per il mio 50esimo compleanno molti amici hanno creato un conto PayPal per aggiungere un'altra opera alla mia collezione ancora in erba.
UN PIACERE A CUI NON SAPREI RINUNCIARE
Penso che tutto sommato – oltre agli amici e alla famiglia ovviamente – la Coca-Cola Zero mi abbia dato più gioia nel corso dei decenni di qualsiasi altra cosa nella mia vita. In più, non vedo l'ora di leggere Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust per la terza volta.
IL PODCAST CHE STO ASCOLTANDO
Sway di Kara Swisher, Revisionist History di Malcolm Gladwell, Making Sense con Sam Harris e ho adorato In Our Time: Culture della BBC, quando c'era.
IL MIGLIOR LIBRO LETTO NEGLI ULTIMI MESI
Vernon Subutex di Virginie Despentes, mi ha portato in posti che non sapevo esistessero. Lo stesso vale per Il secondo sesso di Simone de Beauvoir.
IL PRIMO SITO O APP CHE GUARDO AL MATTINO
Non sono sui social, mai avuto né Facebook, né Instagram. Penso che siano per lo più malvagi e soddisfino i nostri peggiori istinti. Controllo la mail di lavoro prima delle sei ogni mattina. Non potrei vivere senza il New York Times, il New Yorker e quel fantastico sito web chiamato Arts & Letter Daily che dal 1998 scansiona internet per trovare tre articoli degni di nota che non scoverei mai da solo.
NEL MIO FRIGO NON MANCA MAI
Il mio cocktail preferito durante la pandemia è stato Horse's Neck, per il quale serve l'Angostura Orange Bitter, che ora ha un posto d'onore nel frigorifero. E i cetrioli. Li adoro con un pizzico di sale, sopra delle fettine di formaggio disposte sulla metà croccante di una baguette imburrata.
UNA SCOPERTA RECENTE
Seinfeld, su Netflix, è un vero piacere. È incredibile come l'umorismo sofisticato non abbia una data di scadenza. Su una nota più cupa, la ricerca di Adrian Zenz sulle violazioni dei diritti umani in Cina.
LA STANZA PREFERITA DELLA MIA CASA
Il bagno degli ospiti ha delle piastrelle rosse e bianche, uno specchio finlandese con un'antica cornice scheggiata, le pareti rosso scuro e opere d'arte di Neo Rauch e di sua moglie Rosa Loy. Adoro l'incisione Fontana proprio accanto al water. C'è anche un dipinto a olio del grande Timothy Phillips, che mi è piuttosto caro. Per diversi anni, a partire dal 1949, fu assistente di Salvador Dalí a Port Lligat, lavorando sugli sfondi di – come disse – “parti minori di dipinti minori” dell'artista. Quando l'ho intervistato poco prima della morte a Toronto nel 1999, mi ha regalato una sua piccola natura morta di cui faccio tesoro.
L'ULTIMO CAPO DI ABBIGLIAMENTO COMPRATO
Un fantastico abito di flanella grigio che ho comprato a ottobre di Ray, un sarto italiano che fa abiti su misura e gestisce la sua attività esclusivamente da un piccolo negozio a Como. Mi ci sono imbattuto passeggiando durante il Concorso d'Eleganza Villa d'Este. Non ho mai apprezzato tanto una conversazione con un couturier come in quell'occasione (la prossima edizione del Concorso d'Eleganza è dal 20 al 22 maggio 2022).
IL LIBRO CHE HO SUL COMODINO
In questo momento: Dioniso: mito e culto di Walter F. Otto del 1933; un'edizione tedesca delle Poesie erotiche di Goethe che ho comprato nella sua casa museo a Weimar; Sex on Show. Seeing the Erotic in Greece and Rome di Caroline Vout. Se scavo più a fondo, trovo l'intelligente studio di Eva Illouz Il capitale sessuale, le lettere d'amore di Balthus ad Antoinette de Watteville del 1928-1937, l'ultimo romanzo di Jean-Philippe Toussaint, una nuova traduzione di una novella che Gustave Flaubert scrisse da adolescente e un'enorme monografia su Saâdane Afif inviatami dall'artista. Ma è la punta dell'iceberg. Ho quattro torri di libri, giornali, riviste sempre sul punto di crollare.
IL PROGETTO ARTISTICO DA NON PERDERE
Le mostre del Prix Marcel Duchamp, a Parigi, e del Preis der Nationalgalerie, a Berlino. Penso che i finalisti siano tutti vincitori, e lo dico anche se quelli per cui tifavo non si sono portati a casa il premio. Giudicare nelle arti è sempre un'impresa piuttosto crudele.
SE NON VIVESSI A MONACO, VIVREI A…
Lacoste, Tokyo, Parigi, Londra.
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