Consigli e indirizzi da non perdere: lo stile secondo Rossella Colombari
Il centro di gravità delle sue ispirazioni è Carlo Mollino, ma per la fondatrice di una delle più note gallerie milanesi sono numerose le suggestioni, dal design alla moda, dalla cucina all'arte.
di Laura Leonelli
5' di lettura
SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE
Qualità, unicità, raffinatezza.
LA MIA ICONA DI STILE
Avrei fatto la chirurgia plastica per assomigliare ad Audrey Hepburn. Fin da bambina apprezzo la sua qualità più nascosta, il suo essere androgina, un modello. Vedo e rivedo tutti i suoi film che mi hanno fatto capire, tra le altre cose, la qualità terapeutica di uno shopping “alto” sulla Fifth Avenue (dal 10 giugno al 19 agosto, la mostra di Tiffany & Co. Vision & Virtuosity, alla Saatchi Gallery di Londra, ospiterà una sezione dedicata al celebre film del 1961).
UN OGGETTO DA CUI NON MI SEPAREREI MAI
Se dico Carlo Mollino dico tutto o quasi tutto della mia vita. Io ho sempre parlato con Mollino pur non avendolo mai conosciuto. E ogni volta che mi sono separata da qualcosa di suo, è stato un dolore. Penso a una fiera a Parigi, vent'anni fa: al centro del mio stand, metto un tavolo di Mollino da 100mila euro. Era stato lui a dirmi di farlo da un'altra dimensione, anche in tono abbastanza seccato. Ho venduto quel capolavoro in cinque minuti. E ho trattenuto le lacrime, pur essendo piemontese, con tempra militare sabauda. E invece non potrei mai separarmi da una fotografia di Mollino che scia a Cervinia davanti alla Casa del Sole. Quel bianco totale di libertà, quello spazio inventato perché è un fotomontaggio, quell'essere senza compromessi, geniale e al di sopra di tutto appartengono alla categoria estetica e morale dell'irrinunciabile (il Museo Casa Mollino è visitabile su appuntamento).
L'ULTIMA COSA CHE HO COMPRATO E AMATO E LA PROSSIMA CHE HO ADOCCHIATO
Una lampada di Ottorino Aloisio del 1948, una vera e propria installazione a neon: una luce spazialista, senza tempo. Sono pochissimi gli oggetti che non tradiscono il loro periodo storico. E invece nel futuro cerco l'oggetto che non c'è, può essere ovunque, un clic, una vetrina ed è lì. Non posso programmarlo.
LA VISTA CHE MI ISPIRA
Il ghiacciaio del Lys, Monte Rosa, purezza e potenza in discesa libera da 4.248 metri a valle.
IL MIO PRODOTTO BEAUTY PREFERITO
Come Carlo Mollino amo il trasformismo. Fin da bambina adoravo cambiare identità e per diventare un'altra anche oggi mi basta il segno dell'eyeliner. Sì, adoro Lady Gaga, e il rossetto di Chanel, e di nessun altro, tutti i suoi rosa, gli arancioni, i rossi. Mai uscire senza.
GLI HOTEL PIÙ AMATI
Anzitutto Ser Casasandra, un magnifico boutique hotel sull'isola di Holbox, a pochi minuti di volo da Cancún, in Messico. Una casa antica su chilometri di spiaggia bianca e un mare che ogni giorno è uno spettacolo. Poi certo, a Parigi, io che vengo da una famiglia francofona, mi sento a casa. Da sempre il mio indirizzo è l'Hôtel Lutetia, intanto perché mi piace il fatto che a volerlo costruire nel 1910 sia stata una donna, Madame Boucicaut, poi per gli ospiti che l'hanno frequentato: Joyce, Beckett, Alexandra David-Néel di ritorno dal suo viaggio eroico in Tibet, Joséphine Baker, Pierre Bergé, e, infine, per la ristrutturazione di Jean-Michel Wilmotte. Parigi senza Londra non è possibile e senza esitazione scelgo il San Domenico House, classica townhouse a Chelsea con un tocco di calore italiano.
LE PERSONE DI CUI MI FIDO PER IL MIO BENESSERE
Pilates Suite Brera, a Milano, sono lì alle sette di mattina per un risveglio del corpo e delle endorfine fantastico.
L'ULTIMO PASTO CHE MI HA IMPRESSIONATA
Un pranzo a La Ciau del Tornavento a Treiso (Cuneo), cucina fantastica che unisce tradizione piemontese e ligure lungo la Via del Sale che per secoli è passata in quelle terre. Per un lungo weekend in Alta Val Badia, cena alla stube La Siriola al Ciasa Salares, a San Cassiano. Tanto per dire, nella Nodla Chocolate Room ci sono 120 qualità di cioccolato da ogni parte del mondo.
LA STANZA PREFERITA DELLA MIA CASA
È la casa stessa, è l'idea di rielaborare lo spazio e di acquistare e inserirvi un oggetto architettonico o di design. Sulla qualità del mio spazio non transigo, l'ho addirittura messo in chiaro con mio marito, Ettore Molinario, straordinario collezionista di fotografia e non solo, Mol-come Mollino ed è già un programma. “O mi fai fare una casa bella come dico io, o non ti sposo”, gli ho detto. L'ho sposato.
L'ULTIMO CAPO CHE HO AGGIUNTO AL GUARDAROBA E QUELLO DA TRAMANDARE
Se parliamo di oggi, dico un paio di sock sneakers high-top in maglia di Emporio Armani e un cap di paillettes di Marras. Pensando al futuro, potrei affidare la mia memoria al vestito nero con la croce di Jean Paul Gaultier e alla tunica-saio a sette colli di Comme des Garçons.
UN CAPO O UN ACCESSORIO CHE CONSIDERO ARTE
Le scarpe, arte diabolica. Il mio museo personale vanta cinque armadi. Ormai ho questa tradizione, se faccio un affare importante mi compro un paio di scarpe all'altezza, da Dries Van Noten a Manolo Blahnik. Ho festeggiato il successo dell'ultima fiera a New York con l'acquisto di un paio di Salvatore Ferragamo, le Carmen, realizzate per Carmen Miranda nel 1936, oggi nella collezione Creations.
L'OPERA D'ARTE CHE MI SAREBBE PIACIUTO CREARE
Qualunque tela su cui ha posato il pennello Mark Rothko. Ma anche i meravigliosi vasi di Antonio Marras, straordinario stilista e amico, che esporrò in occasione del prossimo Salone del Mobile.
IL MUSEO CHE TROVO PIÙ INTERESSANTE AL MOMENTO
Visto lo stato deprimente dell'arte contemporanea, torno volentieri al Prado. Mi stenderei a dormire sotto i quadri di Bosch e Goya.
IL REGALO PIÙ BELLO CHE HO FATTO E CHE HO RICEVUTO
I regali più belli li faccio a mio marito. Se devo provocarlo, visto che non gliene importa niente di come si veste, gli regalo un paio di scarpe, follemente care, sempre di Ferragamo. Tra i regali più belli ho ricevuto un Reverso di Jaeger-LeCoultre. È fermo, lo uso come un braccialetto. La bellezza dell'inutilità.
L'ARTISTA CHE COLLEZIONEREI, SE POTESSI
Tutto Zurbarán, e lo abbinerei a Cindy Sherman.
UN PIACERE A CUI NON RINUNCEREI MAI
Il massaggio, in particolare se fatto in aeroporto a New York, Seul o Bangkok prima di ritornare a casa.
SE NON VIVESSI A MILANO, VIVREI…
A Parigi, anche per il fatto che volando avanti e indietro da Milano, vedrei spesso le Alpi dall'alto.
SE NON FACESSI QUELLO CHE FACCIO...
Un amico analista ha detto che sono “un ammasso di istintività con un barlume di lucidità”. Direi che c'è materia per inventarsi molte cose.
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