Consiglio dei ministri, Benassi sottosegretario con delega ai Servizi
L'ambasciatore è uno degli uomini più vicini al premier e ricopre l’incarico di consigliere diplomatico e sherpa per la presidenza italiana del G20
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L’ambasciatore Piero Benassi, attuale consigliere diplomatico del premier Giuseppe Conte, è stato nominato sottosegretario con Delega ai Servizi. Lo si apprende da fonti di governo. La cessione della delega, sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato oggi dal premier, è la prima pedina mossa da Conte, che prova ad andare spedito sui dossier più importanti (dal Recovery plan al nuovo decreto Ristori) per cercare di ricomporre la crisi politica e garantire la sopravvivenza al suo governo. Mentre le manovre per allargare la maggioranza ai “volenterosi” dopo l’uscita di Italia viva subisce una battuta d’arresto per il caso di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc indagato in un’inchiesta contro la ’ndrangheta.
La scelta di un tecnico
Si tratta di una mossa annunciata dal presidente del Consiglio nei suoi interventi alla Camera e al Senato con cui ha chiesto e ottenuto la fiducia dopo la rottura di Matteo Renzi e soprattutto uno delle questioni più volte sollevate dall’ex premier. «Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all'Agricoltura (incaricato lasciato vacante dopo le dimissioni della renziana Teresa Bellanova, ndr) se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia» aveva promesso.
Una parte della maggioranza aveva chiesto che l’incarico fosse affidato a un esponente politico ma Conte ha puntato un tecnico. Il nome di Benassi era sembrato da subito quello più probabile, anche sella vigilia della scelta erano circolate anche altre ipotesi (Roberto Chieppa, segretario generale della presidenza del Consiglio, e Gennaro Vecchione, direttore del Dis).
La prima prova: mercoledì la relazione di Bonafede
La delega sull’intelligence al premier è stato uno dei punti su cui ha insistito Renzi nella lunga vigilia che ha poi portato alla crisi politica. Ora con la sua cessione Conte prova a togliere alibi all’ex rottamatore e tenta di attrarre di nuovo i renziani nella maggioranza. Il tempo a disposizione è poco: mercoledì 27 gennaio in Parlamento è in programma il voto sulla relazione dello stato di Giustizia del ministro Alfonso Bonafede. Italia viva ha già detto che non la voterà: difficile al momento immaginare una maggioranza in grado di reggere alla prova a Palazzo Madama.
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