Consiglio Ue, cosa si aspetta Meloni dal vertice di Granada
Per la premier l’intesa trovata nelle scorse ore sul patto di immigrazione e asilo è un buon viatico
di Barbara Fiammeri
I punti chiave
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Charles Michel, nella lettera di convocazione del Consiglio europeo informale che si tiene a Granada venerdì 6 ottobre , ha indicato l’immigrazione come la questione «più pressante» sul tavolo in questo momento. Un’affermazione, quella del presidente del Consiglio europeo, che per Giorgia meloni rappresenta di per sé un successo visto che è stata proprio la premier a spingere affinché il tema entrasse all’ordine del giorno del summit.
Le aspettative della premier
Meloni ha detto che si aspetta dal vertice di Granada passi avanti significativi. E certo l’intesa trovata nelle scorse ore sul patto di immigrazione e asilo è un buon viatico. Il compromesso costruito dalla presidenza spagnola per stralciare la parte del documento relativa alle Ong, ritornando cioè al testo su cui nei mesi scorsi era stata raggiunta già l’intesa, è servito a superare l’impasse tra Italia e Germania che aveva impedito finora il via libera e certamente aiuterà ad appianare i rapporti assai tesi tra Roma e Berlino. Non è da escludere che a margine del vertice si tenga infatti un bilaterale tra meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, alle prese anche con le difficoltà della sua maggioranza e con l’imminente test elettorale in alcuni land che danno l’estrema destra di Afd in ascesa. Resta però ancora un grande punto interrogativo su quale sia concretamente l’azione che l’Europa vorrà portare avanti per frenare l’immigrazione illegale.
L’accordo al MED9
Meloni si presenta al tavolo forte dell’accordo raggiunto a Malta la scorsa settimana tra i MED9, ossia i nove Paesi della Ue che si affacciano sul Mediterraneo. Nella dichiarazione finale del vertice di La Valletta è stato infatti manifestato il pieno sostegno alla strategia italiana per rafforzare le partnership con i Paesi africani di origine e transito dei migranti, sintetizzata dalla premier con l’espressione «dimensione esterna», e a questo proposito viene fatto esplicitamente l’esempio del memorandum con la Tunisia di cui tutti i Nove - come ha confermato anche il presidente francese Emmanuel Macron - hanno chiesto l’accelerazione nell’ attuazione.
Ucraina e Balcani occidentali
Obiettivo tutt’altro che a portata di mano vista anche la recentissima presa di posizione del presidente tunisino Kaïs Saïed che ha detto di non volere «la carità dell’Unione europea». Una dichiarazione che sembra in realtà finalizzata ad aumentare le risorse messe a disposizione da Bruxelles almeno sul fronte della tempistica. Da Granada potrebbe quindi arrivare una indicazione. È quello su cui conta la premier che tornerà anche a perorare la causa dell’allargamento della Ue (altro punto all’ordine del giorno) all’Ucraina ma soprattutto dei Balcani occidentali che comprendono quindi anche Serbia e Kosovo, in questi giorni tornate al centro dell’attenzione per i movimenti di truppe lungo il confine.
La riunione della Comunità politica europea
Un clima preoccupante su cui il governo italiano sta puntando l’attenzione e che sarà oggetto anche degli incontri della premier in occasione della riunione della Comunità politica europea che si tiene giovedì 5 sempre a Granada e alla quale partecipano 47 Paesi tra cui anche Armenia e Azerbaijan, altro teatro di scontri che preoccupano non poco Bruxelles.
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