ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa decisione

Consip, il gip: no all’archiviazione di Tiziano Renzi. La replica: «Ci difenderemo»

Il gip di Roma Gaspare Sturzo ha respinto la richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi avanzata dalla Procura nell’inchiesta sul caso Consip. La difesa del padre dell’ex presidente del Consiglio: «Ci difenderemo davanti al giudice»

di Redazione cronaca

Consip, scontro Grillo-Renzi

3' di lettura

No alla richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi, coinvolto nella vicenda Consip per l’accusa di traffico di influenze. Lo ha deciso il gip di Roma, Gaspare Sturzo, a distanza di otto mesi dalla richiesta avanzata dalla Procura di fare cadere le accuse nei confronti del padre dell’ex presidente del Consiglio. Il giudice ha fissato la camera di consiglio per il prossimo 14 ottobre. Oltre alla posizione di Renzi senior, il giudice ha detto «no» anche ad altri 9 indagati (per alcuni dei quali la procura ha già chiesto il rinvio a giudizio per altre fattispecie) nei confronti dei quali i pm di piazzale Clodio avevano chiesto di archiviare singoli capi di imputazione.

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Rigettata anche altre richieste di archiviazione
Tra loro l’ex ministro Luca Lotti (rivelazione del segreto d’ufficio), il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia (rivelazione del segreto d’ufficio), l’imprenditore Carlo Russo (turbativa d’asta). Respinta la richiesta di archiviazione anche per l’imprenditore Alfredo Romeo (corruzione e turbativa d’asta) e per l’ex parlamentare del Pdl, Italo Bocchino (corruzione e turbativa d’asta), l’allora ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi (turbativa d’asta), l’ex ad di Consip Domenico Casalino (turbativa d’asta) e il dirigente Francesco Licci (turbativa d’asta).

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La posizione di Tiziano Renzi
Nella richiesta di archiviazione i pm scrivevano che Tiziano Renzi aveva reso «affermazioni non credibil» nel corso nell'interrogatorio fornendo una «inverosimile ricostruzione dei fatti». Per i magistrati, però, «non è dato rinvenire alcun elemento» che faccia supporre un accordo illecito con l’imprenditore Carlo Russo. Il padre dell’ex presidente del Consiglio, «interrogato, ha sì dichiarato di conoscere Russo da prima del 2012, di avere condiviso con lui sia esperienze lavorative che esperienze personali come viaggi a Medjugorie, sì di avere instaurato un rapporto tale da avere fatto il padrino di battesimo del figlio, ma esclude di avere ”parlato mai con lui di Consip”, né di avere mai ”spinto con lui su Consip”». Per i pm «queste ultime affermazioni non appaiono credibili confrontate con quanto dichiarato dal testimone, ex ad di Consip, Luigi Marroni in modo dettagliato, con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi degli incontri avvenuti con Renzi considerato che tale teste non aveva interesse ad affermare il falso, ricostruendo circostanze che, semmai, potevano metterlo in difficoltà».

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Gli aiuti di Renzi senior a Carlo Russo
Nel provvedimento, aggiungono i pm, Marroni ha riferito che «in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per “dargli una mano”. Si sarebbe trattato, secondo quanto riferito da Marroni, di una generica raccomandazione che non avrebbe avuto alcun esito». Nella richiesta di archiviazione, tuttavia, la Procura concludeva che «nonostante tutti gli approfondimenti possibili, non è dato rinvenire alcun elemento - al di là si ribadisce di un giudizio di inattendibilità di quanto dichiarato da Renzi - che consenta di ritenere che la raccomandazione spesa in favore di Russo fosse conseguenza di un accordo con lo stesso, al fine di esercitare indebite pressioni su Marroni per alterare le gare d’appalto indette da Consip».

La difesa: «Ci difendermo davanti al giudice»
«Noi prendiamo atto di tutti i provvedimenti giudiziari, non siamo di quelli che gridano allo scandalo. Ci difenderemo il 14 ottobre, confidiamo di far cambiare idea a un giudice che sarà sicuramente immune da
condizionamenti». Così il difensore di Tiziano Renzi, avvocato
Federico Bagattini

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