Il procedimento

Consip, sprint all’inchiesta: interrogatori a partire da dopo l’insediamento delle Camere

di Ivan Cimmarusti

3' di lettura

L’inchiesta Consip è a un punto di svolta. Ripartono gli interrogatori, ma solo dopo l’avvio della diciottesima legislatura che si insedierà formalmente il 23 marzo prossimo. Davanti al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, all’aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi sfileranno i principali attori di questo maxi procedimento. Dall’interrogatorio di Tiziano Renzi al confronto all’americana tra Luca Lotti e l’ex ad di Consip Luigi Marroni: il calendario è lungo e porterà inevitabilmente alla conclusione di questo tanto discusso procedimento.

L’interrogatorio di Tiziano Renzi
Ma andiamo per gradi, partendo dai fatti sotto inchiesta. Tiziano Renzi potrebbe essere chiamato a spiegare quanto la Procura di Roma gli contesta, ossia di aver compiuto un traffico di influenze illecite - in concorso con l’amico Carlo Russo - per favorire in Consip l’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo. Secondo l’accusa, infatti, Tiziano Renzi avrebbe speso il suo nome con Luigi Marroni, affinché questi creasse un vantaggio per Romeo. C’è da dire che la ricostruzione sembrerebbe entrare in conflitto con quanto ha detto ai pm lo stesso Marroni. Nel suo verbale, infatti, ha detto che Tiziano Renzi gli chiese di incontrare l’amico Carlo Russo, ma che questi intendeva creare un vantaggio per la società Cofely spa non per Romeo. L’interrogatorio, dunque, servirà a sciogliere proprio questo nodo.

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Confronto tra Luca Lotti e Luigi Marroni
Di particolare interesse anche il possibile confronto che ci potrebbe essere tra Luca Lotti e Luigi Marroni. Questo filone dell’indagine riguarda la presunta fuga di notizie, ossi la «catena di comunicazione all’interno della struttura gerarchica dell’Arma» che ha consentito all’ex ad di Consip Marroni di rimuovere tutte le microspie dagli uffici della Centrale acquisti. È stato lo stesso manager a chiarire ai pm di aver saputo dell’indagine dal ministro Lotti e dal comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia. Per questo i due sono indagati in concorso con l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e con il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni (Luigi Ferrara, ex presidente di Consip, indagato per false dichiarazioni ai pm).

Il terzo filone dell’inchiesta Consip
Nell’indagine risulta coinvolto anche Domenico Casalino, ex ad di Techno Sky spa (controllata da Enav) nonché ex amministratore delegato di Consip. L’ultima tranche dell’inchiesta che la Procura intende definire, riguarda anche la sospetta turbativa di un appalto per Grandi Stazioni spa. Per questa commessa sono stati indagati l’ad Silvio Gizzi e il dirigente di Consip Francesco Licci.

La Procura generale ha archiviato i procedimenti disciplinari per Woodcock
La procura generale della Cassazione ha archiviato tutte le istruttorie avviate nei confronti del pm di Napoli Henry John Woodcock finalizzate ad accertare eventuali profili di violazioni disciplinari compiute dal magistrato nelle inchieste Consip e Cpl Concordia. Tra le archiviazioni figura anche quella relativa alla mancata iscrizione a Napoli nel registro degli indagati di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. Il ministro della Giustizia non si è opposto alle archiviazioni disciplinari che sono così diventate definitive.

I sei provvedimenti di archiviazione
I provvedimenti di archiviazione (sei in tutto) sono stati depositati nell’unico procedimento disciplinare sul caso Consip a carico di Woodcock e della collega Celestina Carrano, in cui sono chiamati a rispondere dell’accusa di aver violato i diritti di difesa dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni per averlo ascoltato come testimone e non come indagato. Tra le vicende chiuse in pre-istruttoria disciplinare, c’è quella sulla fuga di notizie che in sede penale ha visto Woodcock indagato con la giornalista Federica Sciarelli e conclusa anche dal gip di Roma con l’archiviazione. E c’è pure il caso della telefonata finita sui giornali tra il generale Adinolfi e Matteo Renzi, conversazione che era agli atti dell’inchiesta Cpl-Concordia. Le altre archiviazioni riguardano la mancata comunicazione al capo dell’ufficio dell'indagine a carico del giudice Rosita D’Angiolella, l’esposto presentato dall’imprenditore Massimiliano D’Errico - arrestato nell’inchiesta Cpl Concordia e poi scagionato - e il caso di Emanuele Caldarera, il dirigente del ministero della Giustizia indagato nell’inchiesta Consip.

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