Consip, tangenti per informazioni riservate: chiesto giudizio immediato per Alfredo Romeo
di Ivan Cimmarusti
2' di lettura
Verso il processo il primo filone d'indagine sulla Consip. La Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per l’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo e per il dirigente della Centrale acquisti, Marco Gasparri, accusati di corruzione. L’istanza è del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi, che intendono portare alla sbarra degli imputati i primi due indagati del procedimento che conta svariati filoni d'indagine.
L’imputazione
Stando all’accusa, Gasparri «nella sua qualità di dirigente apicale di Consip (direttore Sourcing Servizi & Utility)» avrebbe «posto in essere una serie di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, diretti in particolare a favorire e ad avvantaggiare le società di servizi riconducibili al Romeo Alfredo nell’aggiudicazione di appalti pubblici gestiti dalla suddetta Consip». In particolare, i magistrati ritengono che Gasparri avrebbe passato «notizie e informazioni riservate dirette a favorire la formazione di “cartelli” di imprese, ovvero contribuendo a precofenzionare bandi e atti “cucendoli su misura” e adattandoli alle caratteristiche delle medesime società del Romeo». Per questa operazione il dirigente avrebbe ottenuto una tangente da 100mila euro.
L’appalto Fm4
Il fronte è molto ampio. L’inchiesta Consip prosegue con l’analisi «di tutte le fasi della gara d’appalto» del cosiddetto Fm4, ovvero 18 lotti per la gestione dei servizi integrati delle Pa in Italia, per un ammontare di 2,7 miliardi, avviata nel 2014. Il nucleo tributario della Guardia di finanza di Napoli ha ricostruito la graduatoria stilata dalla commissione giudicatrice. Le prime arrivate, nei vari lotti, sono state Manutencoop, Rfi Dussmann Service, Romeo Gestioni, Consorzio Leonardo, Cofely, Cipea&Cariie Coop, Ma.Ca. L’ipotesi, tutta da verificare, è che sia stato costituito un “cartello” affinché alcune società si aggiudicassero le gare.
Il lotto 10 di Romeo
Stando agli accertamenti, Romeo è risultato primo in graduatoria nell’aggiudicazione di tre lotti sui quattro che intendeva ottenere con l’appalto Fm4: il 2, il 13 e il 18. Secondo le intercettazioni, sarebbero stati vinti «grazie al lavoro svolto dallo stesso Bocchino e Casalino». Il nome di Domenico Casalino, ex ad di Consip (attualmente a TecnoSky di Enav) torna più volte nelle carte dell’inchiesta: il 7 luglio 2014 nomina la commissione di gara dell'Fm4 e risulterebbe ottenere presunte informazioni «sui punteggi - si legge negli atti - attribuiti in sede di assegnazione dei lotti alla Romeo». Ed è proprio una di queste «informazioni» a creare lo scompiglio nella presunta cricca legata a Romeo: la Cofely spa, società controllata dalla francese Gdf Suez, risulta tra le favorite per l’aggiudicazione del quarto lotto che voleva Romeo, il 10. Si tratta della gestione dei servizi dei palazzi del “potere” di Roma, le sedi istituzionali del Municipio I della Capitale. Dietro la Cofely ci sarebbe uno sponsor politico: Denis Verdini.
Il ruolo di Tiziano Renzi
In questa fase ci sarebbe stato il presunto intervento di Carlo Russo e Tiziano Renzi. Secondo la Procura di Roma, entrambi avrebbero percepito denaro per muovere pressioni sull'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, affinché creasse un vantaggio per le società di Romeo. Particolare che, tuttavia, non ha trovato piena conferma nel corso degli accertamenti investigativi. Stando ai pm di Roma, infatti, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto avrebbe manipolato una informativa col presunto scopo di «incastrare» nell'indagine il padre del segretario del Partito democratico
loading...