Consob: italiani più interessati a investire in criptovalute
Pubblicato il VII Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie. Con la pandemia cresce l’utilizzo della rete per le operazioni di investimento
di Antonio Criscione
I punti chiave
3' di lettura
Tra gli italiani cresce l'interesse verso i mercati azionari, il trading online e le cripto-attività. Frutto anche di un maggiore utilizzo della rete per effetto della pandemia. Infatti tra coloro che utilizzano la rete per scelte economico-finanziarie, circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia ed è quasi sempre disposto a continuare a farlo. Sono queste alcune delle evidenze che emergono dal VII Rapporto 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane reso noto dalla Consob. Anche se l’on line sembra sempre più destinato a farla da padrone nell’approccio degli italiani alla finanza, rimane ancora marginale la partecipazione a web communities riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web communities finanziarie. Inoltre l'interesse a partecipare una financial community, manifestato dal 16% degli investitori, viene espresso più frequentemente dagli individui finanziariamente più vulnerabili e con minore alfabetizzazione sulle materie in questione.
I risparmi in tempi di pandemia
La pandemia ha prodotto una riduzione del reddito familiare per il 27% dei partecipanti all'indagine svolta da GfK Italia per Consob; il 39% fatica a far fronte alle spese fisse e ricorrenti mentre il 28% dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro; infine il 32% riferisce di aver sperimentato una diminuzione della propria ricchezza. Ma anche chi non ha patito questa situazione si trova in difficoltà: oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità.
Conoscenze migliorate ma non troppo
Migliora la conoscenza finanziaria, seppure di poco. La Consob stima intorno al 3% rispetto al 2019. La quota di risposte corrette rilevate con riferimento a cinque nozioni di base (relazione rischio rendimento, tasso di interesse composto, inflazione, mutuo, diversificazione del rischio) si attesta in media attorno al 50%, ma il dato scende al 40% circa se si escludono le risposte corrette riferibili a individui che ex post non sono stati in grado di valutarne il numero e quindi potenzialmente casuali. E anche se cresce la partecipazione ai mercati finanziari i ‘nuovi' investitori presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data.
Più della metà dei partecipanti all'indagine GfK Italia, soprattutto giovani e individui con un alto livello di conoscenze finanziarie di base, in occasione di scelte finanziarie importanti afferma che approfondirebbe i temi potenzialmente utili alla scelta.
Investitori e strumenti
Le attività finanziarie più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%). Quanto agli investitori entrati nel mercato finanziario nel 2020 e nel 2021, il rapporto evidenzia che presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria.
Un segnale di crescita è sicuramente dato dal fatto che nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019), ma l'informal advice rimane lo stile più diffuso (37%): insomma l’amico e il parente o l’influencer fanno ancora più “testo” di un professionista.
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