Consulenze e oppioidi, McKinsey paga 573 milioni a 49 stati americani
Il colosso newyorchese ha contribuito ad alimentare l'epidemia di dipendenze da farmaci a base di oppioidi fornendo consulenza di marketing a produttori di farmaci tra cui Purdue Pharma e Johnson & Johnson. Un piano per cancellare documenti ed email
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Il colosso della consulenza McKinsey ha accettato di pagare 573 milioni di dollari per accordarsi con le richieste di 49 stati americani secondo cui la società ha contribuito ad alimentare l'epidemia di dipendenze a base di oppioidi fornendo consulenza di marketing a produttori di farmaci tra cui Purdue Pharma e Johnson & Johnson. McKinsey, con sede a New York, pagherà immediatamente circa l'80% della somma per rinforzare i programmi di trattamento e sostenere i bilanci della polizia messi a dura prova dall'abuso esteso degli antidolorifici che creano dipendenza. Il resto verrebbe pagato in quattro anni.
Vendite potenziate
Secondo il procuratore generale del Massachusetts, la società di consulenza ha suggerito modi per “potenziare” le vendite dell'antidolorifico OxyContin di Purdue in un momento in cui il mercato legale per i farmaci a base di oppioidi si stava restringendo a causa di un'ondata di pubblicità negativa. McKinsey non riconoscerà alcun illecito come parte dell'accordo, secondo indiscrezioni. «McKinsey continua a collaborare con le agenzie governative su questioni relative al nostro lavoro per i produttori di oppioidi, e non commenteremo ulteriormente», ha dichiarato via email un portavoce.
McKinsey è la trentacinquesima più grande azienda privata degli Stati Uniti con 10,5 miliardi di dollari di ricavi nel 2019, stima Forbes. Ha uffici in più di 130 città e 65 paesi, secondo il suo sito web.
Più di 3.000 fra governi statali e locali hanno preso di mira produttori e distributori di oppioidi nella speranza di recuperare miliardi di dollari di tasse spesi per affrontare le ricadute dell'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Più di 400.000 americani sono morti negli ultimi due decenni per overdose legate a farmaci a base di oppioidi.
Le scuse formali
A dicembre, i funzionari della McKinsey hanno rilasciato scuse formali per il loro lavoro con i produttori e distributori di oppioidi. «Ammettiamo di non aver riconosciuto adeguatamente l'epidemia che si sta manifestando nelle nostre comunità o il terribile impatto dell'abuso di oppiacei», ha detto McKinsey sul suo sito web. McKinsey ha detto che non si consulterà più con le aziende che hanno prodotto le pillole antidolorifiche a base di oppioidi. Questa mossa è arrivata dopo che il Massachusetts ha affermato che l'azienda aveva consigliato a Purdue di respingere gli sforzi del governo per ridurre il numero di prescrizioni di oppioidi, mentre lanciava un progetto per «aumentare le vendite».
Liquidazione fallimentare
Purdue, con sede a Stamford, nel Connecticut, ha cercato la protezione dal fallimento nel 2019 dopo essere stato travolto da un'ondata di cause contro gli oppioidi presentate dai governi statali e locali. Ha accettato un accordo da 8,3 miliardi con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che richiedeva al produttore di farmaci di dichiararsi colpevole per tre capi d’imputazione a causa della commercializzazione dell’OxyContin. È stata la seconda volta in 13 anni che la società si è dichiarata colpevole di accuse penali per le sue strategia di vendita di oppioidi.
Nei registri del tribunale fallimentare sul caso Purdue e nel suo accordo attraverso il ministero della Giustizia, il governo ha affermato che i consulenti McKinsey hanno suggerito nel 2017 che il produttore di farmaci risarcisse gli assicuratori se un consumatore coperto da polizza fosse diventato dipendente o fosse andato in overdose, ma fino a un limite di 14.000 dollari per paziente. Purdue, comunque, non ha mai istituito un programma del genere.
Prove coperte?
Un partner di McKinsey, in un'e-mail del 2019 divulgata in tribunale, diceva a un collega che avrebbero dovuto avvisare i risk manager della società di consulenza sulla situazione con Purdue. «Probabilmente ha senso avere una rapida conversazione con il comitato dei rischi per vedere se dovremmo fare qualcosa come eliminare tutti i nostri documenti ed e-mail», scriveva il partner. .Nelle sue scuse di dicembre, McKinsey aveva poi affermato che stava «intraprendendo una revisione completa del lavoro in questione, incluso lo scambio di e-mail del 2018 che faceva riferimento alla potenziale cancellazione di documenti».
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