Consulta e Csm, conta in vista per le nomine parlamentari
di Vittorio Nuti
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«Quanto prima». È questo il timing indicato dal presidente della Camera, Roberto Fico, nel corso della conferenza dei Capigruppo di mercoledì scorso, parlando di uno dei primi adempimenti della Camera, considerato urgente e prioritario (almeno a parole) da tutti i grupppi politci: l'elezione, in seduta comune con il Senato, di un giudice della Corte costituzionale. Per ripristinare dopo un lungo stan by il plenum della Consulta e completare il quintetto di giudici (su 15) di nomina parlamentare.
45 “giudici popolari” per la Consulta
In seduta comune con i senatori anche la scelta di due nuovi componenti per il Consiglio superiore della magistratura e di quarantacinque cittadini ultraquarantenni (un obbligo che ricorre ogni 9 anni) tra cui sorteggiare, se necessario, i sedici “giudici popolari” che integrano la stessa Corte costituzionale nel caso di un giudizio penale a carico del Capo dello Stato. La data di convocazione della seduta comune dei due rami, incerta perché connessa anche all'individuazione di una maggioranza parlamentare, dovrebbe avvenire in anticipo rispetto alla costituzione delle Commissioni parlamentari e alla fiducia al governo che verrà.
Plenum incompleto dal 2016
Per la Consulta, si tratta di riempire il posto lasciato vacante dal lontano novembre 2016 dal penalista Giuseppe Frigo, espressione del centrodestra. Una “pratica” mai chiusa, a causa del mancato accordo in Parlamento che ha mandato a vuoto molte delle convocazioni in seduta comune dell'ultimo biennio della XVIIma legislatura. Gli altri giudici della Consulta di nomina parlamentare sono Augusto Barbera, Franco Modugno, Giulio Prosperetti (eletti nel 2015, espressione di Pd, centristi e M5s), e Silvana Sciarra (eletta nel 2014, centrosinistra). Essendo appena partita una nuova legislatura, per eleggere il giudice mancante della Consulta spettante al Parlamento si ricomincerà dal primo scrutinio segreto con la maggioranza “pesante” dei due terzi dei componenti dell'assemblea (poi scende ai tre quinti dal quarto scrutinio in poi). È dunque prevedibile che «quanto prima» vengano convocate in una sequenza ravvicinate le votazioni con il quorum più alto in modo da farlo scendere rapidamente.
Cercasi componenti “laici” per il Csm
Votazioni in seduta comune anche per riempire i posti lasciati liberi al Consiglio superiore della magistratura da Maria Elisabetta Alberti Casellati (già avvocato e sottosegretario nonché politica di lungo corso di Forza Italia è stata appena eletta presidente dell'Assemblea di Palazzo Madama dopo essere stata componente laica del Csm dal settembre 2014 al marzo 2018) e Pierantonio Zanettin (avvocato, per varie legislature parlamentare di Forza Italia, anche lui al Csm dal fine 2014 a inizio 2018, è tornato sui seggi di Montecitorio le ultime elezioni del 4 marzo). In attesa delle nuove nomine, la pattuglia di componenti del Consiglio superiore eletta dal Parlamento (8 su 27, scelti a norma di legge tra i professori ordinari in materie giuridiche o avvocati con almeno 15 anni di professione) comprende attualmente il vicepresidente Giovanni Legnini, Giuseppe Fanfani, Antonio Leone, Paola Balducci, Renato Balduzzi e Alessio Zaccaria.
La partita di Consigli di presidenza
Ma non finisce qui. Nelle prossime settimane, oltre a un giudice costituzionale, due membri “laici” del Csm e alla lista dei giudici “popolari” della Consulta la Camera sarà anche chiamata ad eleggere i due componenti di sua spettanza per il Consiglio di presidenza (in pratica, l'organo di autogoverno dei magistrati) rispettivamente della Giustizia amministrativa, della Corte dei conti e della Giustizia tributaria. Andiamo con ordine. Il Cpga, presieduto dal presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, ha 15 componenti (+ quattro membri supplenti), tra cui quattro consiglieri “laici” designati dal Parlamento scelti tra i professori ordinari di università in materie giuridiche o tra gli avvocati con venti anni di esercizio professionale. La Camera dovrà provvedere a sostituire i dimissionari Giuseppe Conte (avvocato e ordinario di diritto privato, è stato scelto dal Luigi Di Maio per ricoprire l'incarico di ministro della Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia in un eventuale governo a 5 Stelle) e Pierluigi Mantini, nominato in extremis magistrato del Consiglio di Stato dal Governo Gentiloni.
Le votazioni per Corte dei conti e Giustizia tributaria
Per quanto riguarda la Corte dei conti il VIImo Consiglio di presidenza (con competenza sulle materie attinenti all'espletamento delle funzioni dei magistrati contabili, i procedimenti per l'accesso in carriera, trasferimenti e assegnazione delle sedi, promozioni, e procedimenti disciplinari) si è insediato il 15 ottobre 2013 ed è scaduto a fine 2017 al termine dei quattro anni regolamentari. Sui quattro componenti di nomina parlamentare, alla Camera spetta in particolare rimpiazzare i giuristi Giovanna Colombini e Giacinto della Cananea, entrambi eletti dall'Assemblea di Montecitorio nel settembre 2013. La scelta, sempre a maggioranza assoluta dei componenti l'Assemblea, dovrà essere fatto tra i professori ordinari in materie giuridiche o gli avvocati con venti anni di esercizio professionale. Infine, c'è da rinnovare la quota spettante a Montecitorio del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Il Cpgt è composto da 15 componenti: undici sono magistrati tributari eletti da e tra i componenti delle commissioni tributarie provinciali e regionali e quattro sono eletti a maggioranza assoluta dal Parlamento (due dalla Camera e due dal Senato) tra i professori universitari in materie giuridiche o tra i soggetti abilitati alla difesa dinanzi alle commissioni tributarie che risultino iscritti ai rispettivi albi professionali da almeno dodici anni. Il Cpgt dura in carica 4 anni: sono quindi da sostituire Felice Cavallaro (l'attuale presidente, già parlamentare Pd) e Fausto Alberghina, indicati dal Senato, oltre a Domenico De Donno e Domenico Aiello, indicati dalla Camera.
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