crisi di governo

Consultazioni, perché il centrodestra va diviso al Colle

Se è vero che il centrodestra unito governa regioni importanti come la Lombardia, il Veneto o la Liguria, è anche vero che a livello nazionale Forza Italia e Fdi hanno fatto opposizione al governo gialloverde, pur convergendo su alcuni provvedimenti come il decreto sicurezza e la legge sulla legittina difesa

di Andrea Gagliardi

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3' di lettura

Divisi in Parlamento, divisi anche al Quirinale. I partiti del centrodestra hanno deciso di presentarsi in ordine sparso alle consultazioni odierne al Colle. Del resto se è vero che il centrodestra unito governa regioni importanti come la Lombardia, il Veneto o la Liguria, è anche vero che a livello nazionale Forza Italia e Fdi hanno fatto opposizione al governo gialloverde, pur convergendo su alcuni provvedimenti come il decreto sicurezza e la legge sulla legittima difesa.

Non solo. Se si andasse alle urne oggi, una coalizione di centrodestra a livello nazionale ancora non c’è. E Salvini si è mostrato cauto sul punto, non trascurando l’ipotesi di una Lega capace di correre da sola alle urne. Diverse sono anche le posizioni politiche. Mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sono solo per il ritorno alle urne, il Carroccio non ha escluso un governo di «scopo» a tempo per approvare il taglio dei parlamentari e una «manovra coraggiosa».

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Centrodestra in ordine sparso al Quirinale
I capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, insieme ai rispettivi leader, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, si sono presentati oggi al Colle ognuno per conto suo. Così come avevano fatto il 4 e 5 aprile 2018 per un primo giro d'orizzonte con il capo dello Stato sul nuovo governo dopo le elezioni di marzo. In quel caso, in base al patto di coalizione, tutti e tre i raggruppamenti indicarono Salvini come candidato premier del centrodestra, in quanto segretario del partito che aveva ricevuto il maggior consenso elettorale. Fino alla rottura della alleanza, per la mancanza di una maggioranza in Parlamento, e alla nascita dell’esecutivo giallo-verde M5s-Lega.

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Forza Italia e Lega insieme al Colle solo nel 2013
La scelta di andare separati non è una novità per azzurri e Carroccio. Anzi è stata la prassi. I precedenti storici dell’ultimo decennio dicono che solo in occasione del mandato esplorativo affidato all’allora segretario dem Pier Luigi Bersani (dopo le elezioni politiche del 2013) le due delegazioni “marciarono” insieme. Era il 20 marzo 2013 e al Colle salirono il leader del Pdl, Silvio Berlusconi insieme all'allora segretario Angelino Alfano e ai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta.

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I precedenti storici
Erano altri tempi. E il centrodestra era fermo sulla linea di stoppare il tentativo di formare un governo da parte di Bersani, che disponeva di una maggioranza alla Camera (grazie al premio di maggioranza previsto dal “Porcellum”) ma non al Senato. Non a caso, dopo il fallimento dell'allora segretario dem, le due delegazioni di Lega e Forza Italia tornarono a dividersi il mese successivo, con il nuovo giro di consultazioni che vide profilarsi un governo Letta appoggiato dagli azzurri e osteggiato dal Carroccio. La formula delle delegazioni separate è sempre ritornata nell'ultimo decennio: dopo la vittoria del centrodestra nel 2008; a seguito delle dimissioni di Berlusconi a fine 2011 e dopo il passo indietro di Monti nel dicembre 2012. Stessa linea anche dopo le dimissioni di Letta nel febbraio 2014 e di Renzi nel dicembre 2017

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