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Consumo di frutta e verdura fresca, balzo durante il lockdown

Crescita anche nell’ecommerce e frena il pronto all’uso. La “controindicazione” sta nell’incremento dei prezzi, percepito da ben il 69% delle famiglie.

di E.Sg.

Le mele sono state tra i frutti più consumati durante il lockdown

2' di lettura

Il lockdown ha influito positivamente sul consumo di frutta e verdura, una tendenza che sta continuando anche nella Fase 2. Secondo il focus sui consumi domestici di ortofrutta dell’osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma e Crif , un italiano su due ha infatti modificato gli acquisti in questo periodo, con una famiglia su tre che dichiara un aumento delle quantità consumate, mentre sul fronte opposto solo il 15% dichiara di aver diminuito i consumi. La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla frutta (+20,4% a valore) rispetto alla verdura (+13,4%).

Un driver importante sono stati i valori salutistici associati al consumo di frutta – in particolare di quella ricca di vitamina C, come le arance e kiwi, ma anche delle mele, categorie che più di altre hanno dato impulso agli acquisti.

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La “controindicazione” sta nell’incremento dei prezzi, percepito da ben il 69% delle famiglie. Un rialzo spinto anche dal crollo dei raccolti di frutta estiva con un taglio che varia dal -28% per pesche e nettarine al -56% per le albicocche.

Le dinamiche nell’ortofrutta riflettono quanto accade all’intero paniere alimentare, in aumento per il 23% delle famiglie, mentre si assiste ad un calo diffuso per le spese rimandabili quali abbigliamento (il 38% ha ridotto gli acquisti) e arredamento (35 per cento).

Più negozi di vicinato e online
La percezione della crescita dei prezzi riflette anche la rimodulazione degli acquisti per canale. La spesa è cresciuta in tutti i punti vendita, ma durante il lockdown gli italiani hanno fatto maggior ricorso rispetto al pre-Covid ai e ai piccoli supermercati di prossimità.Soprattutto in quelli che hanno introdotto servizi quali click & collect, ordini telefonici, via WhatsApp o tramite sito internet (il 16% delle famiglie ha fruito del food delivery).
Sulla scia di questo comportamento si è anche affermato l'acquisto di frutta e verdura on line, strada praticata, da una famiglia su quattro. «Per l’ortofrutta il canale online non si esaurisce con la Gdo: un ulteriore 15% ha fatto un acquisto nei siti di produttori/mercati agricoli on line. Queste tendenze – nota l’Osservatorio – embrionali prima del lockdown, potrebbero diventare abitudini consolidate nel post-lockdown.

IV gamma e time-saver in sordina
Ii prodotti “salva tempo” e “pronti da mangiare”, come gli ortaggi confezionati e già pronti all’uso in cucina e le zuppe e minestre pronte da scaldare, hanno avuto una lieve battuta d’arresto. «Nelle prossime settimane è atteso un riequilibrio, ma fintanto che le misure di salvaguardia della salute degli italiani saranno alte (prosecuzione della chiusura delle scuole, uso diffuso dello smart-working, ecc.) e alcune attività procederanno a ritmo ridotto, gli effetti sulla composizione del paniere di spesa dell'ortofrutta continueranno a farsi sentire».

L’eredità dell lockdown
«In uno scenario nel quale la pandemia non è stata ancora battuta, ma solo regimata – conclude l’osservatorio – affiorano nuovi valori per i consumatori di ortofrutta, che rappresentano un'amplificazione di tendenze che erano già presenti. Quello che è cambiato è l'ordine di priorità. Il maggiore interesse per la salute e il benessere, unito al forte interesse per l'italianità che riflette sia sicurezza che forte senso di solidarietà verso il nostro paese, saranno i principali attributi che guideranno le scelte dell’ortofrutta nei prossimi 6 mesi».

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