maggioranza giallorossa

I numeri del Conte bis: come M5S-Pd raggiungono quota 170 al Senato

Il Senato è, per tradizione, la camera dove le maggioranze rischiano di più. Il nuovo governo giallorosso può contare teoricamente su 170 voti certi, a fronte di un quorum di 161

di Mariolina Sesto

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2' di lettura

Il Senato, si sa, è la camera dove - per tradizione - le maggioranze rischiano di più. E quella giallorossa non fa eccezione. In queste ore, pallottoliere in mano, i senatori contano e ricontano i voti che dovranno far decollare il governo con la fiducia. Nulla può essere lasciato al caso. Ogni voto pro-Conte deve essere certo e blindato. Ma quanti sono questi voti sicuri in favore della fiducia? Al momento sono 170. Tondi.

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I numeri
La maggioranza che darà la fiducia al Conte bis al Senato conta al momento su 170 voti, 30 di scarto sulla minoranza che si attesta a quota 140. Dieci sono i senatori incerti. Se questo sarà il risultato sul voto di fiducia, la maggioranza potrà contare solo su 9 voti in più rispetto al quorum che al Senato è di 161.

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Lo “zoccolo duro” e gli altri “aiuti”
La maggioranza giallorossa potrà contare su uno “zoccolo duro” di voti portati in dote dai partiti: 106 da M5S (orfano di Gianluigi Paragone che ha già detto che non voterà la fiducia al governo), 51 dal Pd, 10 dal Misto e tre dalle Autonomie. Nel Misto quattro voti sono quelli dei senatori di Leu (partito che entrerà al governo), un voto verrà dal socialista Riccardo Nencini e 5 dagli ex M5S, fuoriusciti in passato dal Movimento (sono Buccarella, Martelli, De Falco, De Bonis e Nugnes). Dalle Autonomie una mano la daranno Pierferdinando Casini, Gianclaudio Bressa e il rappresentante valdostano Albert Laniece.

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I 140 no e il gruppo degli incerti
L’opposizione al governo sarà composta dai 62 senatori di Forza Italia, dai 58 della Lega e dai 18 di Fdi. Ai tre partiti di centrodestra si sommeranno i no di Paragone e dei due senatori eletti all’estero Adriano Cario e Ricardo Antonio Merlo, sottosegretari nel governo uscente. In tutto 141 dai quali va sottratta Maria Elisabetta Alberti Casellati che, in qualità di presidente dell’Aula per prassi non vota. Restano poi 10 senatori il cui voto rimane incerto: si tratta dei sei senatori a vita, di Emma Bonino di +Europa e dei tre senatori del Svp.

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