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Conti correnti, Intesa Sanpaolo non segue UniCredit sui tassi negativi

Il presidente della prima banca italiana: «Serve una politica fiscale a livello europeo che promuova gli investimenti. Gli interessi negativi, trasportati sui conti correnti difficilmente possono indurre i titolari dei conti correnti a investire»

di Maximilian Cellino

Gian Maria Gros-Pietro

2' di lettura

Tassi negativi sui conti corrente prossimamente in arrivo anche in Italia, ma non per tutti. Intesa Sanpaolo sembra per il momento infatti intenzionata a non «tassare» i depositi della clientela e a non seguire quindi l'esempio tracciato dall'altra grande banca italiana, Unicredit, che potrebbe invece farlo a breve sulle giacenze superiori a un milione di euro, secondo quanto chiarito qualche giorno fa dall'a.d. Jean Pierre Mustier.

A rivelarlo è il presidente Gian Maria Gros-Pietro, che si è soffermato sul fenomeno dei tassi negativi in Europa, ma ha escluso la possibilità di girarli ai clienti. «Sui piccoli ammontari depositati non pensiamo di applicare degli interessi negativi», ha chiarito Gros-Pietro, aggiungendo che «sui grandi depositi il nostro obiettivo è offrire a questi risparmiatori delle opportunità di investimento che siano apprezzabili, e questo si fa non rimanendo esclusivamente limitati al campo strettamente finanziario».

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Sotto questo aspetto, il presidente della prima banca italiana per capitalizzazione ha ricordato le iniziative della banca nel campo delle start up, dell'innovazione, dei fondi destinati a queste tipologie sia in campo industriale, sia nei servizi. «Queste sono le opportunità di investimento che possono interessare i risparmiatori che hanno disponibilità importanti», ha aggiunto Gros-Pietro, al contrario degli interessi negativi applicati ai conti corrente, «che difficilmente possono indurre i titolari dei conti correnti a investire».

Gros-Pietro ha parlato in occasione dell'incontro «Presenti inclusi», durante il quale ha ricordato come il fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo abbia erogato 27 milioni di euro a favore di progetti realizzati da enti non profit, con una dotazione per il 2019 di oltre 13,5 milioni. Fra le principali aree di intervento per il biennio 2019-2020 figura la dispersione scolastica: «Un problema grave per la società, che perde risorse preziose, colpisce i giovani, riduce le possibilità di sviluppo personale e l'autostima, la consapevolezza di sé», ha sottolineato , aggiungendo che il fondo di Intesa San Paolo «alimenta gli interventi in quel campo attraverso le organizzazioni sul territorio che si occupano di questi problemi».

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Non sono poi mancati i riferimenti all'attuale situazione politica del nostro Paese e l'auspicio che l'iter della Legge di Bilancio «si concluda in modo positivo, perché questo potrebbe portare agli italiani un grande regalo che nessuno strumento specifico di una manovra può dare: la riduzione dello spread, che per un paese come il nostro, che ha un debito pubblico che ormai viaggia intorno al 140% del Pil, può veramente costituire la soluzione di molti problemi di finanza pubblica».

In chiave europea, invece, non esistono problemi di liquidità a carico del settore finanziario: «Banche come la nostra sono molto al di sopra dei limiti considerati prudenziali - ha precisato Gros-Pietro - e chi fatica a raggiungere questi limiti ha problemi specifici che vanno affrontati con gli strumenti che hanno a disposizione, che possono anche essere le aggregazioni».

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