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Conti correnti più costosi: Bankitalia accende un faro

L’istituto di Via Nazionale chiede così di riequilibrare il rapporto fra banca e cliente che se affronta tassi passivi e costi più elevati, deve poter usufruire di tassi attivi e rendimenti maggiori

(foto imagoeconomica)

3' di lettura

La crescita dell’inflazione e il conseguente aumento dei tassi non sta portando solo extra costi per le banche ma anche ricavi e perciò le banche che stanno inviando ai clienti delle lettere in cui comunicano, in maniera unilaterale, la crescita delle spese per i conti correnti devono non solo dare un congruo periodo per permettere il recesso e spostarsi così a un altro istituto ma anche aumentare i rendimenti sui conti deposito.

Il faro della Vigilanza di Bankitalia sulle banche

Il richiamo della Banca d’Italia alle banche è giunto sotto forma di una comunicazione della vigilanza di Via Nazionale a tutti gli istituti. L’istituto centrale non vuole e non può certamente imporre un sistema di prezzi amministrati (esiste comunque un conto corrente base riservato alle fasce a basso reddito) ma agisce nell’ambito delle sue funzioni di tutela della clientela e vigilanza della correttezzqa dei comportamenti. E perciò intende «ripristinare l’equilibrio effettivo degli impegni originariamente assunti dall’intermediario e dal cliente».

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Lungo periodo di tassi bassi o negativi

Nella sua missiva infatti la vigilanza ricorda che i vari aumenti dei tassi decisi in questi mesi dalla Bce, che hanno fatto salire anche i costi dei mutui e dei finanziamenti, fanno «seguito a un lungo periodo di tassi di interesse straordinariamente bassi o negativi che avevano già spinto alcune banche ad azzerare la remunerazione dei depositi in conto corrente e ad aumentarne gli oneri a carico dei clienti. Con l’aumento dei tassi di interesse oggi in corso, tali intermediari sono stati sollecitati a rivedere le condizioni in senso favorevole ai clienti. Alcune banche stanno procedendo in tale direzione».

Riequilibrare il rapporto tra banca e cliente

In sostanza l’istituto di Via Nazionale chiede così di riequilibrare il rapporto fra banca e cliente che se affronta tassi passivi e costi più elevati, deve poter usufruire di tassi attivi e rendimenti maggiori.

Facile.it: a inizio 2023 le spese dei conti rispetto al 2022 sono salite tra l’8% e il 26%

Se i dati ufficiali della stessa Banca d’Italia sono fermi al 2021 (il costo medio di un conto in quell’anno è salito a 94,7 euro annui), secondo indagini più recenti condotte da Facile.it, all’inizio di quest’anno le spese dei conti rispetto al 2022 sono salite tra l’8% e il 26%, con costi compresi fra i 28 e i 154 euro annui.

Concorrenza strumento a tutela del consumatore

Va detto che la concorrenza fra banche resta un’arma di difesa del consumatore. Sempre secondo Facile.it nell’ultimo anno, il 15,1% dei correntisti, pari a 5,6 milioni di individui, ha detto di aver cambiato conto corrente e, tra questi, 4,4 milioni hanno dichiarato di averlo fatto a causa dell’eccessivo costo. Non a caso la Banca d’Italia nella sua missiva insiste sull’aspetto della trasparenza e negli strumenti a disposizione del correntista. «In presenza di modifiche unilaterali - si legge nella missiva - la clientela ha sempre il diritto di recedere dal contratto senza spese entro la data di entrata in vigore delle nuove condizioni, valutando anche offerte più convenienti di altre banche».

Plaudono le associazioni dei consumatori

Plaude al richiamo di Banca d’Italia Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori «Parole sante! Giustissimo l’appello di Bankitalia. Le banche in questi anni hanno dato zero interessi per i depositi in conto corrente, anzi alcune hanno addirittura aumentato gli oneri per punire chi aveva depositi troppo elevati. Più soldi gli davi e più erano scontente. Una situazione assurda e paradossale». Anche l’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) si dice « d’accordo con quanto dichiarato dalla Banca d’Italia - si legge in una nota -. Troviamo inaccettabili e ingiustificati gli aumenti dei costi dei conti correnti a causa dell’alta inflazione, tenuto conto che, nell’ultimo periodo, le grandi banche italiane hanno aumentato i loro profitti del 5,5%, portandoli a 8,9 miliardi di euro, in seguito ai rialzi dei tassi di interesse praticati dalla Bce» .L’associazione «auspica che questi aumenti vengano assorbiti dai margini di interesse che le banche hanno realizzato in questo periodo non facendo gravare sul consumatore ulteriori costi di gestione del conto corrente, che risultano essere già tra i più alti del resto d’Europa».

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