Deficit, l’Italia evita la procedura Ue d’infrazione. Confronto rinviato in autunno
«Avevamo posto tre condizioni - ha detto il commissario agli affari economici Moscovici - dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 dello 0,3% e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni e quindi la procedura per debito non è più giustificata»
di Beda Romano
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Come anticipato dalle informazioni circolate alla vigilia, la Commissione europea ha annunciato oggi di avere ritirato la proposta di raccomandare ai ministri delle Finanze una procedura per debito eccessivo contro l'Italia. La decisione è giunta dopo che il governo Conte si è adoperato per rimettere in careggiata i conti pubblici del 2018 e del 2019. Il confronto tra Roma e Bruxelles è per certi versi solo rinviato: la Finanziaria 2020 si presenta particolamente difficile.
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«Riteniamo che una procedura per debito eccessivo non sia più giustificata – ha detto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici in una conferenza stampa qui a Bruxelles –. La correzione decisa dal governo Conte di 7,6 miliardi di euro, pari allo 0,42% del PIL, è molto molto significativa». Ciò detto, la Commissione europea continuerà «a monitorare da molto vicino» l'evoluzione dei conti pubblici italiani, in attesa di ricevere in autunno la Finanziaria del 2020.
La Commissione ha confermato che la sua scelta è dettata dalle decisioni italiane relative al 2018 e al 2019. Per quanto riguarda i dubbi comunitari sul 2020, e in particolare il desiderio di una parte della maggioranza di adottare generosi tagli fiscali, il commissario Moscovici ha detto «di sperare che il governo Conte rispetti gli impegni presi per quanto riguarda il 2020». Le raccomandazioni-paese prevedono un aggiustamento strutturale dello 0,6% del Pil l'anno prossimo.
La decisione dell'esecutivo comunitario verrà presentata lunedì e martedì ai ministri delle Finanze, riuniti qui a Bruxelles per l'ultima volta prima della pausa estiva. Il commissario Moscovici ha spiegato: «Nell'insieme, mi aspetto che i ministri nel loro insieme si diranno d'accordo con la nostra analisi, anche se alcune voci dissidenti potrebbero farsi sentire». Ha aggiunto che il governo si è impegnato in una lettera inviata a Bruxelles a rispettare il Patto di Stabilità nel 2020.
Il braccio di ferro di queste settimane era iniziato in maggio quando Bruxelles rivide al ribasso le sue previsioni di crescita italiana per il 2019, sfiorando livelli prossimi alla contrazione dell'economia. Successivamente, all'inizio di giugno, pubblicò nuove raccomandazioni-paese, e soprattutto un nuovo rapporto sul debito italiano dopo che Eurostat aveva messo nero su bianco l'aumento del passivo tra il 2017 e il 2018, ritenendo quindi giustificata una procedura.
ANALISI / I due «non detti» del governo italiano
La scelta comunitaria di ritenere accettabile l'andamento del bilancio 2019 è stata il risultato di un incontro di fattori. Bruxelles è riuscita a mettere sotto pressione il governo. Si potrà discutere sulla qualità e sulla lungimiranza delle misure prese dal Consiglio dei ministri a Roma, ma è pur vero che l'esecutivo Lega-M5S ha dovuto fare marcia indietro rispetto ai suoi impegni, sia nel dicembre dell'anno scorso che nel giugno di quest’anno.
Al tempo stesso, è altrettanto chiaro che Bruxelles è stata costretta a soppesare altri fattori, tra questi la paura di dare nuove munizioni alla campagna euroscettica del vice premier Matteo Salvini. A conti fatti il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles tornerà d'attualità in autunno quando l'Italia sarà chiamata a presentare la prossima Finanziaria. Come detto, il governo Conte dovrebbe ridurre il disavanzo strutturale dello 0,6% e la spesa pubblica primaria netta dello 0,1% del Pil.
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