dal tabaccaio

Contrassegni amministrativi pagati col Pos: il 55% dell’aggio è bruciato dai costi del servizio

di Nicoletta Cottone

(FOTOGRAMMA)

3' di lettura

Tutta colpa dei margini stretti dell’aggio. Se andate dal tabaccaio a comprare il contrassegno amministrativo per il passaporto - costo 73,50 euro - vi risponderanno che si paga solo in contanti. Perché l’obbligo di far effettuare pagamenti con Pos c’è, ma è solo sulla carta. Naturalmente le rivendite di tabacchi, spesso sottoposte a furti e rapine, apprezzano l’uso della moneta elettronica, ma il problema sono i costi di gestione troppo alti rispetto ai margini commerciali. Perchè i tabaccai di fatto incassano imposte per conto dello Stato e poi le riversano all'Erario. E in caso di pagamento con il bancomat vedono erodersi il margine che gli spetta sull’operazione di oltre il 55 per cento.

Risso: non si possono erogare servizi in perdita
Nessuna impresa può essere costrettta ad erogare servizi in perdita. È il parere di Giovanni Risso, presidente nazionale della Federazione italiana tabaccai. «Siamo favorevolissimi alla diffusione della moneta elettronica anche per pagamenti di piccolo importo come quelli tipici delle nostre tabaccherie. Ciò porterebbe alla categoria grandi vantaggi anche in termini sicurezza. Però non si può addossare il costo di questa scelta solo ai tabaccai che lavorano con margini esigui e spesso anche fissi». Nel decreto legislativo che darà attuazione alla direttiva comunitaria sui pagamenti - la Psd-2 - per l'obbligo di uso del Pos i tabaccai, come i benzinai, dovrebbero incassare un esonero. Almeno fino a quando non verrà ridefinito l’aggio. E sebbene «la nuova direttiva sui pagamenti vada in questa direzione, per i tabaccai rimane comunque aperta la questione dei servizi a margine fisso. Sarebbe opportuno che tutti gli attori coinvolti nell' “operazione di pagamento” ragionassero su una soluzione condivisa». Il presidente aveva spiegato nei giorni scorsi che aggi e compensi risibili per servizi, come ad esempio, pagamento tributi, bollette, biglietti per il trasporto urbano e ferroviario ricariche telefoniche, valori bollati e postali «a fronte di commissioni bancarie troppo alte, erodono il nostro compenso facendoci finire in perdita».

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Col Pos un euro e mezzo euro in meno per il tabaccaio
Conti alla mano ecco i numeri, elaborati insieme alla Federazioni italiana tabaccai. L'aggio che spetta al tabaccaio su contrassegni amministrativi come quello che serve per i passaporti è del 4,70%. Dunque su un valore nominale di 73,50 euro di marca si tratta 3,45 euro. A conti fatti, però, se il cliente paga in contanti al tabaccaio, al netto dei costi diretti, spettano 3,03 euro, mentre se il cliente paga col bancomat la somma si abbatte a 1,56 euro. Ecco perché. Il costo di connessione dell'attrezzatura per il pagamento del contributo amministrativo è dello 0,42% più Iva pari a 0,38 euro. Sul rivenditore gravano anche i costi di manutenzione e assistenza del macchinario e quelli per la fideiussione richiesta dall'Agenzia delle Entrate a garanzia del riversamento delle somme incamerate. Costi che ammontano mediamente a 0,04 euro a transazione. Nel caso di pagamento con moneta elettronica, poi, occorre considerare il costo della commissione bancaria che per il bancomat è stimata mediamente nella misura del 2%. Su una marca per passaporti del valore di 73,50 euro questa commissione ammonta a 1,47 euro. Il totale dei costi è dunque pari 0,42 euro nel caso di pagamenti cash, mentre è pari a 1,89 euro nel caso di pagamenti con moneta di debito. In pratica quando il tabaccaio accetta pagamenti in contanti l’incidenza dei costi è del 12%, mentre in caso di pagamento con bancomat l'incidenza dei costi sull'aggio aumenta al 55% a causa dei costi bancari. E si tratta solo dei costi diretti: non si è, infatti, conto di tutti gli altri costi pro quota che vanno dai costi fissi per il Pos ai costi del personale, alla corrente, all’Adsl, all’affitto e così via.

Un tavolo tecnico al ministero dell’Economia
Dunque se veramente si vuole promuovere la moneta elettronica vanno rivisti i margini stretti che spettano ai tabaccai, che di fatto erogano servizi di pubblica utilità «con margini di guadagno irrisori», dicono alla Fit. Sul tema è sceso in campo anche il viceministro all’Economia Luigi Casero. «Sull'obbligo dei pagamenti tramite Pos - ha dichiarato il viceministro Casero all’inizio del mese - le osservazioni dei tabaccai mi sono sembrate più che ragionevoli». E ha promosso un tavolo tecnico con la Federazione italiana tabaccai, presso il ministero dell'Economia.

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