ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùPrimo ok unanime della Camera

Contrasto alla violenza sulle donne: giro di vite, dall’arresto in flagranza differita al carcere per manomissione del braccialetto elettronico

Il testo passa al Senato. La ministra per la Famiglia Roccella: «La legge sarà efficace, salvavita e darà la possibilità alle donne di non sentirsi più sole». Bagarre in aula sull’educazione sessuale a scuola

di Nicoletta Cottone

L'estate della violenza; approvate le nuove norme del Codice Rosso

3' di lettura

Unanimità in aula alla Camera per il primo via libera della Camera al disegno di legge contro la violenza sulle donne. Il semaforo verde si è acceso con 190 voti favorevoli, tanto che la ministra per la Famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella si è detta «emozionata» da tanto partecipato impegno: «la legge sarà efficace, salvavita e darà la possibilità alle donne di non sentirsi più sole». Il provvedimento, che passa ora all’esame del Senato, è frutto del testo governativo proposto dalla ministra nel solco normativo tracciato dal ’Codice rosso’. Inasprisce la normativa contro gli stalker e i violenti per evitare il verificarsi di “reati spia”, rafforza gli strumenti di prevenzione per contrastare quelle dinamiche che purtroppo precedono i casi di femminicidi.

Maschio (Fdi): una buona proposta con misure forti ed efficaci

Troppo importante il tema del contrasto alla violenza di genere, ribadisce a più riprese il presidente della commissione e relatore del provvedimento, Ciro Maschio (FdI), che fin dall’inizio ha considerato una priorità arrivare a un testo condiviso. Il parlamentare è soddisfatto per «un’unanimità che, fino a ieri, non era affatto scontata»: «É una buona proposta di legge con misure forti e efficaci anche per la fase preventiva e cautelare».

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Roccella, lavorare su prevenzione culturale e formazione degli operatori

Il provvedimento, spiega Roccella, «non esaurisce lo sforzo del governo e del Parlamento contro la violenza. C’è da lavorare sulla prevenzione culturale, c’è da lavorare sulla formazione degli operatori, sulla raccolta dati, sull’accoglienza delle vittime, sulla diffusione del numero verde 1522, sull’educazione al rispetto, sul concetto di consenso. Tutto questo lo stiamo facendo, tutto questo lo faremo insieme».

Fermare la scia di dolore riguarda tutti

«La violenza contro le donne è antica, ma oggi ha preso forme nuove, adeguate al tempo in cui viviamo, alla nuova libertà femminile che tanti uomini ancora non riescono ad accettare. Davvero i numeri sono impressionanti, cadenzati come una triste litania: in media una donna ogni tre giorni viene uccisa. Nonostante l’Italia sia fra i Paesi con i dati migliori a livello europeo, l’impressione che si ha leggendo le cronache, e soprattutto ascoltando gli operatori sul campo, è quella di una scia di dolore e sopraffazione che sembra inarrestabile. Noi invece vogliamo fermarla. E oggi stiamo compiendo tutti insieme un passo importante in questa direzione», ha detto detto la ministra Roccella, intervenendo durante il dibattito sul ddl anti-violenza.

L’arresto in flagranza differita

Il testo prevede il rafforzamento degli strumenti di prevenzione - ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica - con la loro applicazione ai cosiddetti “reati spia”. Per esempio, utilizzo del braccialetto elettronico, con il carcere in caso di manomissione. Distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima. Obiettivo evitare che la violenza venga perpetrata. Tempi stringenti, il più possibile rapidi e certi, per la valutazione del rischio da parte della magistratura e per la conseguente eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei potenziali violenti. Arriva l’arresto in flagranza differita, ci sono nuove regole per favorire la specializzazione sul campo dei magistrati e la formazione degli operatori che, a diverso titolo, sono chiamati per ragioni professionali ad entrare in contatto con le vittime.

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Il ristoro anticipato in favore delle vittime

Il testo approvato a Montecitorio contempla una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime, ma anche l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dei casi di flagranza e il rafforzamento degli obblighi di comunicazione alla persona offesa. Opposizione soddisfatta per le nuove norme che introducono una stretta basata anche sulle indicazioni dei centri anti violenza.

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Bagarre sull’educazione sessuale a scuola

Nonostante il clima di intesa raggiunto in commissione Giustizia, bagarre in aula quando il leghista Rossano Sasso ha affermato che chiedere di insegnare «l’educazione sessuale e affettiva» nelle scuole «è una nefandezza», «una porcheria», un «qualcosa che fino a quando la Lega sarà al Governo non accadrà mai». La presa di posizione del deputato leghista Rossano Sasso ha fatto parlare l’opposizione di «oscurantismo», «preistoria» e di «ritorno al Medioevo». Dopo un’ora di toni aspri l’emendamento firmato da Stefania Ascari (M5S) viene bocciato. Il leader Verde Angelo Bonelli ha protestato con forza: «Definire un emendamento una nefandezza è inaccettabile. Non siamo a Kabul ma nella Repubblica italiana, Sasso non ci riporterà all’ oscurantismo». Anna Laura Orrico (M5S) ha detto che la vera cosa degradante è che in Italia «l’89% dei ragazzi impara cosa sia il sesso da YouPorn». Lo scontro si sposta anche sulle «regole della democrazia» che Gianni Cuperlo (Pd) rammenta citando la Costituzione. Ma sono Carolina Varchi (FdI) e il presidente della Commissione Ciro Maschio, che definisce quello di Sasso «un intervento fuori luogo» dal quale si «dissocia», a placare gli animi appellandosi al clima che si era creato in Commissione. Fdi si è impegnata a trattare il tema in un altro progetto di legge.

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