Banca, accordo in vista: busta paga più alta di sempre per i bancari
L’accordo sul nuovo contratto dei bancari è in vista. L’ultima ipotesi prevede un aumento di 435 euro, con una prima tranche di 250 euro in dicembre e 1.250 euro di arretrati. In totale, quindi, 1.750 euro in più a dicembre per il livello medio di riferimento
di Cristina Casadei
I punti chiave
3' di lettura
Nel nuovo contratto dei bancari, dell’aumento di 435 euro, al livello medio di riferimento, l’ultima ipotesi su cui Abi e i sindacati hanno lavorato porterebbe a una prima tranche di 250 euro in dicembre, oltre ad ulteriori 250 euro per la tredicesima, e 1.250 euro di arretrati, (cinque mesi, con decorrenza da luglio), che saranno corrisposti sempre a fine anno. In totale, quindi, al livello medio di riferimento 1.750 euro in più in dicembre. Le parti sono ancora al lavoro per le limature finali e la firma dell’accordo è attesa per domani 23 novembre.
L’aumento e gli arretrati
Per i 270mila bancari, quella di dicembre sarà quindi la busta paga più alta di sempre, se domani verrà confermato lo schema delle ultime ore, in cui Abi ha fatto molti passi avanti per convergere sulle richieste dei segretari generali di Fabi, Lando Maria Sileoni, First Cisl, Riccardo Colombani, Fisac Cgil, Susy Esposito, Uilca, Fulvio Furlan, Unisin, Emilio Contrasto.
Appena ieri, il presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, Ilaria Maria Dalla Riva, ha convocato una riunione del Casl d’urgenza proprio per risolvere il tema prima tranche e arretrati e per non fare saltare il tavolo all’ultimo miglio. Quest’ultimo argomento è apparso lo scoglio principale da superare.
Allo stato attuale sembra però che vi sia una condizione di maggiore equilibrio con gli arretrati che decorreranno da luglio. Adesso sia il Casl di Abi che i sindacati stanno rivedendo i testi, sia per la parte economica che per quella normativa, per una valutazione complessiva in vista del rush finale. Nella riunione in corso, per la Fabi, le osservazioni ai testi sono state affidate al segretario nazionale, Elisabetta Mercaldo, che affianca Sileoni.
La banca digitale
Se ogni nuovo contratto porta dentro di sé una parte della sua epoca e una parte della visione futura del settore, quello che i sindacati bancari, Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, stanno discutendo con Abi, potrebbe passare alla storia come il contratto della banca digitale. I grandi gruppi si sono già mossi sul tema e a poco a poco stanno arrivando tutti gli altri: l’impatto che avrà anche sull’organizzazione del lavoro sarà molto forte, sia per l’appiattimento delle gerarchie e modelli più orizzontali, basati sulle competenze, sia per la riduzione delle filiali fisiche. Premesso che le ragioni industriali di ogni istituto porteranno a progetti - e investimenti - diversi, il rinnovo offre l’occasione di creare una cornice nazionale, come da tempo sostiene Sileoni. Il luogo in cui definire che cosa è e cosa fa la banca digitale è la Cabina di regia sulle nuove tecnologie, con il compito di monitorare e supportare i cambiamenti del settore. Poi ogni gruppo la declinerà a suo modo, ma per i sindacati bancari avere un quadro di regole di base uguali per tutti per gestire i cambiamenti è un modo per garantire una certa omogeneità nelle condizioni dei lavoratori. A questo proposito si pensi a quanto accaduto nell’ultimo contratto sullo smart working.
Per la parte normativa gli argomenti sono a loro volta a un buon punto di definizione. Fra i più importanti temi ancora oggetto di discussione ci sono la definizione dell’orario di lavoro, la durata triennale del contratto che è un aspetto rilevante e che potrebbe essere allungata (al momento l’ipotesi è marzo 2026), la mobilità e i trasferimenti. I cambiamenti sembrano essere finalizzati alla maggiore flessibilità necessaria per le riorganizzazioni del settore. Sulla mobilità territoriale il capitolo dei chilometri per gli spostamenti dei lavoratori sembra che non subirà particolari modifiche. La piena fungibiltà dovrebbe essere tra tutti e 4 i livelli dei quadri direttivi, senza però penalizzazioni economiche. In un caso e nell’altro le banche avranno così qualche lacciuolo in meno quando dovranno ricollocare le persone in caso di chiusura delle filiali e più in generale di riorganizzazione. Si sta inoltre ragionando su come rendere più esigibile la formazione, che sarà sempre più importante per l’occupabilità delle persone e per affrontare il cambiamento digitale: un tema che riguarderà molte decine di migliaia di persone. Per accompagnare le uscite, il Fondo per l’occupazione potrebbe infine essere utilizzato in sinergia con il Fondo di solidarietà per compensare le perdite di stipendio e contributi di chi sceglie volontariamente di andare in part time via via che si avvicina l’età per il prepensionamento.
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