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Contratto dei bancari, gli istituti offrono un aumento di 135 euro

Il negoziato che interessa quasi 300mila lavoratori è cominciato con la richiesta dei sindacati di un aumento di 200 euro.

di Cristina Casadei

(Imago)

2' di lettura

Le banche scoprono le carte sulle proposte economiche per il rinnovo del contratto dei bancari. In particolare, nell’incontro di ieri, Abi ha aggiunto all’articolata proposta delle scorse settimane, il dettaglio degli aumenti che le banche potrebbero essere disposte a negoziare: 135 euro a regime, da vedere come rendere sostenibili, e il superamento del salario di ingresso per i giovani. Abi conferma anche la volontà di individuare soluzioni sulle richieste contenute nella “parte tutele” relative a provvedimenti disciplinari. Tutto questo tenendo però ferma la riforma degli inquadramenti, che per le imprese è un tema essenziale.

Il negoziato che interessa quasi 300mila lavoratori si può cosi dire che sia entrato nel vivo. Per i sindacati l’apertura sui giovani e sulla parte economica è positiva, sebbene molto distante dalla loro richiesta di 200 euro di aumento. Il clima è decisamente cambiato al tavolo negoziale di Palazzo Altieri, ma rimangono da discutere ancora molti capitoli, soprattutto quello degli inquadramenti la cui riforma, come è stata formulata da Abi, è inaccettabile per Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin. Senza tralasciare poi il capitolo del Tfr che nell’ultimo contratto era stato sostanzialmente congelato e su cui i sindacati non sono disposti a fare grandi sconti.

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«Il confronto – dice il presidente del Casl, Salvatore Poloni – ha consentito di fare un importante passo avanti, chiarendo le reciproche posizioni su aspetti centrali della piattaforma per il rinnovo contrattuale, ponendo così le basi per una costruttiva prosecuzione della trattativa finalizzata a dare alle banche e alle persone che vi lavorano un contratto collettivo nazionale rinnovato che sappia confermare la propria centralità». Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni,«siamo al primo giro di boa. Registriamo per la prima volta alcuni passi avanti, anche se insufficienti, rispetto all’immobilismo fin qui dimostrato da Abi, che ci permettono di proseguire nel confronto. Valuteremo complessivamente il rinnovo del contratto nazionale solo quando potremo verificare in concreto ulteriori disponibilità di Abi, a partire dall’offerta economica di 135 euro di aumento che è insufficiente».

La decisione unitaria di proseguire nella trattativa «rappresenta comunque un passo avanti che ci permette per ora di evitare azioni di lotta e una conseguente mobilitazione della categoria – continua Sileoni-. La strada rimane ancora lunga e difficile, ma abbiamo la consapevolezza che esistono gli spazi per avvicinarci il più possibile alle richieste della piattaforma sindacale». Lo stesso Giuliano Calcagni della Fisac Cgil ribadisce che «è presto per dire se siamo sulla buona strada per arrivare alla definizione del negoziato. Certo è che il clima è cambiato». Nella First Cisl, il segretario generale, Riccardo Colombani, dice che «finalmente Abi è arrivata a una prima apertura sui temi della piattaforma unitaria. Valuteremo se alla disponibilità emersa seguiranno comportamenti coerenti. A cominciare dalle tutele professionali, per la categoria una vera e propria emergenza».

Massimo Masi della Uilca parla di «una buona base per iniziare la trattativa», mentre Emilio Contrasto di Unisin dice che la categoria «resta pronta alla mobilitazione in assenza di passi avanti nei prossimi incontri». Dopo avere messo sul piatto molti elementi concreti, Abi e i sindacati si sono dati un po'di giorni per prendere le misure e tentare i primi affondi: prossimo appuntamento il 20 novembre.

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