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Contratto industria alimentare: i sindacati chiedono 300 euro e riduzione di orario

Approvati dell’Assemblea nazionale di Fai, Flai e Uila i pilastri della piattaforma di rinnovo dei contratti collettivi nazionali in scadenza il 30 novembre

di Giorgio dell'Orefice

2' di lettura

Incremento salariale di 300 euro nel quadriennio in aggiunta alla richiesta di recuperare potere d'acquisto dopo l’ondata inflazionistica post Covid, riduzione dell’orario lavorativo da 40 a 36 ore settimanali e deciso rafforzamento del sistema di welfare nazionale.
Sono questi i pilastri della piattaforma di rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro per l'industria e la cooperazione alimentare (in scadenza il prossimo 30 novembre) e approvati oggi 31 maggio a Roma dagli oltre 700 delegati dell'Assemblea nazionale di Fai, Flai e Uila.

Dopo il percorso di consultazione effettuato sul territorio nazionale e che ha visto il coinvolgimento di oltre 150mila addetti in 10mila aziende del comparto. Dal punto di vista salariale quindi viene richiesto un adeguamento significativo: 300 euro nel quadriennio. Di fatto sono riconfermate le strutture salariali dei Ccnl in scadenza e sono stati chiesti 230 euro, a parametro 137, di aumento sul Tem; 70 euro sullo Iar (Incremento aggiuntivo della retribuzione) per consentire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di beneficiare delle eccezionali performance che il settore alimentare nel suo complesso ha realizzato e sta realizzando. A questi vanno aggiunti 40 euro di aumento per il Trattamento economico per mancata contrattazione di secondo livello.

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Centrale è poi la richiesta di riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 40 a 36 ore, a parità di salario, per rispondere alle sfide del lavoro e della società che cambiano. Così come quella di contrastare la precarietà e limitare il ricorso alla somministrazione sia a tempo determinato che indeterminato.

«Le piattaforme mirano, inoltre – si legge in una nota di Fai, Flai e Uila – a rendere il sistema di relazioni sindacali maggiormente partecipativo e continuativo, e rafforzare le tutele presenti nel settore per rispondere alle sfide delle innovazioni, della digitalizzazione e della competitività globale, a partire dalla revisione del sistema di classificazione nazionale, realizzando anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, incrementando, al contempo, la salute e sicurezza in azienda e valorizzando lo strumento della formazione».

In tema di appalti, infine, si chiede di aumentare l'elenco delle attività non appaltabili, rafforzare le tutele in caso di cambio di appalto, potenziare la comunità di sito e individuare strumenti contrattuali utili a reinternalizzare e ricomprendere nel Ccnl tutti quei lavoratori che svolgono la loro attività in maniera continuativa all'interno dello stesso sito.

«Con queste piattaforme vogliamo mettere al centro le persone e i loro bisogni – hanno detto i Segretari Generali Onofrio Rota (Fai Cisl), Giovanni Mininni (Flai Cgil), Stefano Mantegazza (Uila Uil). Porteremo avanti le nostre proposte con convinzione, confortati dal consenso dei tanti lavoratori e lavoratrici che rappresentiamo e dai contenuti stessi delle nostre proposte, che redistribuiscono la ricchezza prodotta e rispondono alle diverse specificità settoriali in modo innovativo, flessibile, solidale e inclusivo: ci auguriamo un rapido avvio delle trattative che consenta di rinnovare i contratti entro tempi ridotti».

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