Contributo a fondo perduto, rush finale per le domande: ecco come correggere gli errori
Il 13 agosto è l’ultimo giorno per richiedere il contributo ma non è stato risolto il problema dei contribuenti che, dopo aver ricevuto il contributo, si sono accorti di avere indicato dati sbagliati che hanno comportato un minore accredito
di Giuseppe Morina e Tonino Morina
2' di lettura
Per gli esercenti attività d'impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva, salvo proroghe, scade il 13 agosto, il termine per chiedere il contributo a fondo perduto di cui all'articolo 25 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio). C'è tempo fino al 24 agosto 2020 per i contribuenti che chiedono il bonus nella qualità di erede he continua l’attività per conto del soggetto deceduto.
Il problema aperto
È rimasto dunque senza soluzione il “problema” dei contribuenti che, dopo aver ricevuto il contributo, si sono accorti di avere indicato dati sbagliati che hanno comportato un minore accredito. Una nuova istanza si può inviare solo se non è stata emessa la ricevuta di accoglimento dell'istanza precedente.
Il sistema di controllo dell'agenzia delle Entrate sulle istanze presentate non permette di rettificare o annullare un'istanza precedentemente inviata con dati errati che, però, è stata accolta e “liquidata”. È invece possibile inviare una nuova istanza, che sostituisce quella o quelle precedentemente inviate, se nessuna ha già ottenuto la ricevuta di accoglimento (cosiddetta seconda ricevuta) oppure se i precedenti invii sono stati tutti scartati. In attesa di chiarimenti da parte delle Entrate, i contribuenti, che hanno ricevuto un accredito inferiore e non possono inviare una nuova istanza, è bene che si facciano parte diligente, segnalando l'anomalia alla stessa Agenzia.
I tempi e le scadenze
La segnalazione è bene farla entro i termini di scadenza, cioè entro il 13 agosto, o entro il 24 agosto 2020 per chi chiede il bonus nella qualità di erede che continua l'attività per conto del soggetto deceduto, presentando un'istanza cartacea in autotutela via posta elettronica certificata all'agenzia delle Entrate di competenza, chiedendo il riconoscimento del maggior contributo spettante in base ai dati corretti. D'altra parte, per la stragrande maggioranza si tratta di dati in possesso della stessa Agenzia, che sono facilmente verificabili e non più modificabili. Magari potrà passare qualche giorno in più rispetto ai tempi di norma previsti per il riconoscimento del contributo, ma è certo che non può essere in alcun modo penalizzato il contribuente che ha sbagliato in buona fede.
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