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Conversano, la Bcc si riorganizza e rafforza la banca di comunità

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di Michele Romano

3' di lettura

«Siamo e continueremo a essere un piccolo istituto di credito all'interno di Cassa Centrale Banca, che per attivo patrimoniale (90 miliardi, ndr) e per CET1 ratio pari al 22,6% si posiziona tra i primi 10 e più solidi gruppi bancari nazionali». A parlare è Luigi Duranti, da poco più di un mese direttore generale della Bcc di Conversano, il quale conosce perfettamente la realtà nella quale è calato per essere stato fino al 2022 responsabile corporate proprio della capogruppo, con sede a Trento e 68 Bcc in tutta Italia.

Con l’inizio del 2023 è entrato in punta di piedi nell'istituto conversanese: prima la chiamata come direttore generale vicario, poi da giugno scorso l'incarico pieno, al posto di Donato Venerito, che lo aveva lasciato per raggiunti limiti di età dopo 49 anni di cui 32 come direttore generale. «Si tratta della persona giusta – dice il presidente Vitantonio Laruccia -, capace di coniugare i paradigmi della transizione ecologica e digitale con la conservazione dei valori e delle relazioni che sono alla base del successo della nostra banca».

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Con le sue 9 filiali e 75 addetti, la Bcc di Conversano ha competenza su 22 comuni del Barese, con Massafra che è l'unico che si trova in provincia di Taranto, e ha raggiunto negli anni un suo equilibrio, che si regge su fattori economici e sociali complessi, tanto che ogni cambiamento «va valutato con grande ponderazione per continuare a essere vicini alle esigenze delle piccole e medie imprese, di artigiani, agricoltori, aziende turistiche e operatori della filiera dell'edilizia, e a quelle di migliaia di famiglie che vivono su un territorio con potenzialità straordinarie, molte delle quali ancora tutte da valorizzare inespresse». I soci sono poco meno di 800 e i clienti oltre 25 mila: nel 2022 la raccolta ha raggiunto quota 476 milioni (+1,7% rispetto all'anno precedente) e gli impieghi 665 milioni (+1,4%), «risorse destinate al sostegno e alla crescita, anche dei livelli occupazionali».

Conti in ordine, un modello di gestione efficiente, clienti fidelizzati. Quello che ha in mente Duranti è, di conseguenza, una sorta di rivoluzione gentile. «Resteremo banca di comunità –dice – , profondamente radicata nella sua area di competenza, capace di ascoltare prima di muoversi, attenta alla componente umana più che agli algoritmi, adatta alla dimensione locale e con una antenna costantemente inserita nella dimensione nazionale, grazie all'appartenenza al gruppo di riferimento».

Di conseguenza, i primi passi del nuovo direttore generale si sono diretti all’interno della struttura e alla necessità di traguardare il passaggio anche verso le generazioni più giovani, mantenendo il ruolo di banca di riferimento nelle comunità in cui opera con un occhio rivolto all'evoluzione tecnologica e ai fattori Esg. L'obiettivo è colmare alcuni gap tecnologici rispetto alle banche concorrenti e adeguare più rapidamente i sistemi di comunicazione ai nuovi scenari, contraddistinti da segmenti di clientela sempre più innovativa. «Dobbiamo accompagnare questa parte della Puglia in un momento di transizione unico, all'interno del quale digitalizzazione e modelli ecosostenibili sono i driver di un cambiamento epocale – spiega Duranti –. E la nostra banca deve offrire gli strumenti giusti per affrontare questo momento, diventando interlocutore privilegiato per confrontarsi sulle scelte e sui modelli da applicare. Non basta offrire la cassetta degli attrezzi, bisogna anche essere in grado di fornire le istruzioni per l'uso, i consigli per crescere”.

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