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Coppa di Parma Igp, fatturato al consumo a quota 70 milioni

Cresce il preaffettato. Il presidente del Consorzio Ascheri: considerata la crisi e il caro energia che ha pesato sul comparto, la stabilità è un buon traguardo

di E.Sg.

Giro d’affari stabile per la Coppa di Parma Igp

2' di lettura

Si è chiuso con un fatturato al consumo pari a 70 milioni, «mantenendo i livelli positivi raggiunti nel 2021», l’esercizio 2022 per la Coppa di Parma Igp, in un comparto che che conta 550 occupati, tra addetti diretti e lavoratori legati all’indotto, e 21 aziende associate al Consorzio di Tutela.

Scorrendo i numeri dello scorso anno, cono stati 4,21 i milioni di chilogrammi di carne suina lavorata. La produzione etichettata ha registrato una crescita dell’1% passando da 1,85 milioni di chilogrammi nel 2021 a 1,87 milioni di chilogrammi nel 2022.
Il pre-affettato ha riportato un incremento del 2,7%
, con 452.000 chilogrammi di carne suina impiegati.

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Sul fronte dei canali di vendita, la Grande distribuzione organizzata si conferma il canale di commercializzazione principale, mantenendo una quota pari al 70% del turnover del comparto.

Guardando alle esportazioni i Paesi dell’Unione Europea continuano a rappresentare la principale area di destinazione, con una quota del 52,9% e Germania, Francia e Benelux in testa come principali partner commerciali.
Fuori dal Vecchio Continente è il Canada a crescere di importanza con una quota export che sale al 41,3% (dal 38,6% nel 2021), mantenendo il suo primato di singolo maggior importatore di Coppa di Parma Igp in assoluto.

«La continuità dei risultati, pressoché invariati rispetto a quelli positivi già raggiunti lo scorso anno – osserva in una nota Fabrizio Aschieri, presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp – testimonia la stabilità del comparto e ne premia la capacità di reagire in modo efficace alle criticità. Il 2022 è stato un anno in cui abbiamo dovuto infatti fronteggiare nuove sfide importanti, come quella del caro energia che ha portato all’incremento dei costi su tutta la filiera produttiva e arrivata dopo un periodo già complicato dato dagli effetti della pandemia. L’essere riusciti a mantenere invariati i livelli è da considerarsi un traguardo che ci rende soddisfatti».

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