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Coppotelli (Cisl): il lavoro torni al centro

Agenda del sindacato

di Giorgio Pogliotti

2' di lettura

«Prima il Covid, poi l’invasione russa dell’Ucraina hanno fatto emergere problemi strutturali della regione, l’aumento esponenziale dei costi energetici preoccupa per le ricadute nei settori manifatturieri ad alto impatto energivoro: dalla ceramica alle cartiere, è in gioco il nostro sistema produttivo. Nel contempo è esplosa la questione sociale con oltre 285mila persone che hanno chiesto aiuti alimentari, su una popolazione complessiva che non raggiunge i 6 milioni di abitanti equivale al 5%».

A lanciare il grido d’allarme è il leader della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli, che sottolinea come «se non fossero ripartiti gli investimenti in edilizia e turismo, avremmo archiviato il 2022 ai livelli delle regioni più arretrate del Mezzogiorno». Le proposte per ripartire sono contenute in un’Agenda Cisl per il Lazio che Coppotelli ha illustrato ai candidati governatori - la Cisl ha organizzato incontri con Alessio D’Amato, Francesco Rocca e Donatella Bianchi - e con le altre forze sociali: «Bisogna riportare al centro i temi del lavoro e dello sviluppo - spiega -. Vorremmo che il Lazio diventasse una regione delle opportunità soprattutto per giovani e donne, il segmento debole del mercato del lavoro, spesso incagliati in condizioni lavorative discontinue. Non si può offrire solo il reddito di cittadinanza, serve il lavoro e di qualità».

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Una delle priorità è l’efficienza della pubblica amministrazione: «Nel Lazio mancano i big player, dobbiamo recuperare l’attrattività regionale, occorre restituire certezze a chi investe, i tempi delle autorizzazioni ambientali devono essere certi per le imprese che vogliono investire, soprattutto nel basso Lazio. Serve una Pa in grado di dare risposte rapide, non vogliamo un altro caso Catalent (il riferimento è alla scelta della multinazionale farmaceutica di non investire più nello stabilimento di Anagni, dopo aver atteso per un anno le autorizzazioni, ndr) Nella sanità mancano 10mila unità negli ospedali, occorre colmare il gap».

Preoccupa la desertificazione bancaria: «Negli ultimi anni nel Lazio sono stati chiusi 800 sportelli bancari e in 90 Comuni della nostra regione non ci sono né filiali bancarie né bancomat - aggiunge Coppotelli -. La minor presenza di sportelli sul territorio ha avuto effetti negativi sul volume di finanziamenti erogati agli operatori economici regionali». Negli ultimi 7 anni la Cisl del Lazio ha calcolato una flessione degli impieghi totali, al netto di quelli verso la PA, per circa 74miliardi a valori costanti, concentrata nell’ultimo biennio.

Altro tema caro al sindacato, la concertazione:«Il confronto con la Regione Lazio deve continuare ad essere costante e continuo - aggiunge il leader della Cisl Lazio - valorizzando la concertazione come metodo di lavoro. Abbiamo una grande opportunità, sono in arrivo miliardi del Pnrr è importante il coinvolgimento parti sociali non solo nella consultazione ma anche per la partecipazione». La devoluzione per la Cisl «deve riguardare Roma capitale, ma anche per le altre province laziali serve più autonomia».

Infine sul termovalorizzatore, la posizione è netta: «Non si possono raccontare frottole ai cittadini, va fatto perché senza non riusciamo a chiudere il ciclo dei rifiuti, siamo una delle poche capitali europee che devono inviare rifiuti in altre regioni, con un impatto sui costi e sulle alte tasse regionali che pagano i cittadini».

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